Per il quinto anno consecutivo il Clusone Jazz Festival (Bergamo), importante rassegna internazionale arrivata alla 30esima edizione, prende il via da Finale Ligure con un concerto del Talm Trio. L’appuntamento è per venerdì 18 giugno, alle 21,30, ai Chiostri di Santa Caterina in Finalborgo (biglietti disponibili in prevendita presso l’Ufficio cultura e turismo del Comune, via Ghiglieri 1, tel. 019 6816004, ingresso 12 euro).

Dicono al Clusone Jazz Festival: “La spiccata personalità, l’inventiva e la carica improvvisativa dei tre componenti del Talm Trio, Daniele D’Agaro (sax tenore e clarinetto), Mauro Ottolini (trombone e tuba) e Simone Zanchini (fisarmonica), saranno convogliate in un’avventura melodica e coinvolgente, dedicata a Duke Ellington e Fats Waller e ad alcuni grandi solisti italiani quali Mario Pezzotta e Wolmer Beltrami. Ma non mancheranno composizioni originali ed omaggi a Tom Waits a Don Cherry, Amalia Rodriguez e altri. Si tratta di una proposta che arriva dritta all’ascoltatore; in taluni momenti evocativa, in altri calligrafica, in altri ancora dissacrante, grazie al talento ed alla ferocia espositiva dei tre protagonisti”.

“È con grande soddisfazione che torniamo ad ospitare l’apertura del Festival Jazz di Clusone. – dice l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Finale Ligure, Nicola Viassolo – Il fatto che gli organizzatori abbiano scelto ancora una volta Finalborgo per il concerto inaugurale della loro stagione non può che riempirci d’orgoglio”.

Dice il presidente dell’associazione Clusone Jazz Promotion, Roberto Bottini: “Ci siamo lasciati alle spalle 29 edizioni ma non abbiamo messo da parte lo spirito con il quale ogni anno cerchiamo di caricare di contenuti una manifestazione che da sempre privilegia la ricerca e l’innovazione. Dietro questo Festival vi è la quotidiana attività di un’associazione che ha scelto di stare nel cuore del jazz, principalmente quello continentale, per recepirne le novità dalle quali far discernere le scelte che ne contraddistinguono il programma”.

Il concerto del 18 giugno è uno degli appuntamenti della stagione musicale del Comune di Finale Ligure “Percorsi Sonori”, promossa dall’assessorato alla cultura e al turismo ed organizzata dalla Biblioteca mediateca finalese e dall’Accademia musicale del Finale.

di Associazione Clusone Jazz Promotion – Il Clusone Jazz Festival compie trent’anni. Trent’anni spesi per la promozione del jazz attraverso un’attività inevitabilmente contraddistinta da momenti di  differente intensità organizzativa, ma sempre con la convinzione che questa manifestazione potesse rappresentare un punto di riferimento per chi trova anche solo una motivazione per apprezzare le emozioni che questo genere musicale regala.

Una missione ambiziosa, perseguita investendo nella qualità delle proposte musicali, ma soprattutto dando continuità al progetto, cercando di far emergere quei tratti somatici che hanno gratificato l’impegno e le motivazioni, perché hanno contribuito a contraddistinguere scelte  di campo precise, mai radicali, comunque raramente banali.

A questo trentesimo compleanno, sintomatico di un’iniziativa radicata e consolidata, siamo arrivati incontrando comprensibili difficoltà sulle quali è persino superfluo soffermarsi. Non potevamo per altro tradire le attese, rinunciare o fare un festival in tono minore.

Ci siamo appellati a tutti quanti hanno a cuore questa manifestazione e se il programma di questo festival,  incontrerà la partecipazione ed il successo che auspichiamo, lo dobbiamo anche a loro, al sostegno incondizionato, alla mancanza di “pressioni”. Appare evidente, al di là di qualsiasi sottolineatura come questo  programma risulti nel solco della tradizione  del Clusone Jazz Festival.

Abbiamo, come al solito, cercato di dare sostanza al programma attraverso un percorso itinerante, capace di coinvolgere il territorio, saldando alcune collaborazioni e recuperandone altre,  mettendo a disposizione degli artisti luoghi dai quali cogliere suggestioni e dove potersi esprimere al meglio; concretizzando i presupposti necessari affinché ogni concerto contenga elementi di richiamo.

Come al solito sarà un programma marcatamente europeo, con protagonisti vecchi e nuovi invitati a rappresentare un genere  musicale che, attraverso la complessità del proprio linguaggio,  ne rappresenta la contemporaneità. Ma forse, per recepire  appieno l’idea che contraddistingue la progettualità di questo  festival ci si dovrebbe soffermare a comprenderne la propositività, i risvolti, la capacità di far convivere al proprio interno situazioni apparentemente contrapposte.

Si scoprirebbero approcci e chiavi di lettura differenti; tra citazioni ed accostamenti palesi o velati;  nella ricerca dell’essenzialità espressiva del suono acustico piuttosto che nella costruzione di un suono elettrico, magari distorto; nel formale rigore cameristico anziché nell’avvolgente groove di un impasto sonoro; nella ricerca delle potenzialità della voce o nella teatralità del gesto, della presenza scenica; nelle proposte collaudate quanto negli organici inediti.

Abbiamo voluto riservare un occhio di riguardo ad alcuni musicisti che hanno accompagnato il nostro viaggio sin dalle prime edizioni, andando verso la loro riscoperta, quasi a voler cogliere se nel tempo  il loro approccio nel fare jazz sia cambiato, modellandosi anche alle mutazioni della storia, del costume, del “contagio” culturale, magari nello stesso modo in cui, nel tempo, è inevitabilmente cambiato anche questo festival.

Non abbiamo per altro tralasciato di estendere l’invito a figure emergenti, nuove per questo palcoscenico, rappresentanti della nouvelle vague europea, consapevoli che nel jazz scorre sempre nuova linfa da catturare, valorizzando quella creatività e quel senso di libertà che contraddistinguono l’universo del jazz e  i suoi artefici.

Riteniamo ci sia molta sostanza e molta qualità in questo programma. La presenza di alcuni artisti accresce la cifra stilistica del festival; altri, meno noti, sapranno comunque sorprendere con inaspettate, apprezzate performance, perché uno dei segreti del successo del Clusone Jazz Festival sta proprio nel saper rappresentare l’evoluzione lessicale del jazz, attraverso l’apporto di nuovi protagonisti.