di Mary Caridi – Fase istruttoria conclusa e prime notifiche con le richieste di rinvio a giudizio e alcune archiviazioni. Se lievi erano le contestazioni  per i socialisti, che escono dall’inchiesta, restano in piedi le accuse agli uomini del pdl. Angelo Barbero che materialmente era responsabile delle liste ha già scontato un duro prezzo per la vicenda, uscendo praticamente bruciato e non rieletto alle regionali.

Colui che le  liste con la raccolta di firme le ha portate materialmente, Bruno Robello De Filippis, che ha parlato davanti al pubblico ministero svelando i dettagli non incassa alcun vantaggio, e va a giudizio. Anche per Guido Lugani pare non sia andata meglio, eppure era stato ricco di spiegazioni ed era convinto di uscire dalla vicenda con un’ archiviazione. Marco Paniccia, altro soggetto interessato dalla vicenda,  sul quale voci dicevano che avesse pienamente collaborato con gli inquirenti , non ottiene alcuna  archiviazione e  ascoltato sulla questione afferma che davanti ai magistrati ha parlato il suo avvocato, mentre lui si è avvalso della facoltà di non rispondere e respinge con forza i sospetti .

Cosetta La Mantia è ancora convinta che la sua posizione avrà uno stralcio e non si da pace perchè è convinta di non avere nulla a che fare con questa faccenda. ” io non c’ero alla cosiddetta riunione di Vadino, non ne so nulla, nel point elettorale di Vaccarezza io ci lavoravo e così nello studio di Schneck, altro indagato, dunque avevo titolo per essere presente, ma non responsabilità oggettive”, afferma seria. Il Vice Sindaco Roberto Schneck, pareva sorridente e tranquillo, nonostante la cattiva notizia, mentre per tenersi in forma e dare il buon esempio si recava al lavoro di assessore in comune in bicicletta. Il coinvolgimento di De Franceschi lascia l’amaro in bocca all’interessato che ritiene di avere un ruolo marginale. Si dice infatti che il pasticcio sia nato per un errore proprio sul suo nome che qualcuno aveva scritto sui fogli tutto attaccato Defranceschi  e non De Franceschi.

A De Michelis e ad altri, ma la voce non è confermata,  si dice  che sarebbe  venuta l’idea di rimediare  rifacendo tutto per riscrivere il nome in modo corretto, inguaiando però  la situazione.

Il pdl aveva tutto, tranne che il problema di trovare e raccogliere le firme, considerando i tanti elettori, dunque è stata un’ ingenuità collettiva aver combinato il pastrocchio. Alla cosiddetta riunione di Vadino erano presenti in tanti, alcuni di loro dicono, non si sa se sia vero però, che ci fosse oltre Sasso anche Scandroglio, Montaldo, alcuni azzardano persino Scajola che però di certo non era presente.

Pare siano solo chiacchiere, ma De Franceschi, se rinviato a giudizio,  vorrebbe farli quei nomi. O tutti dentro, o tutti fuori! Essendo una decina gli imputati rischiano l’associazione a delinquere? Non c’è dubbio che un brivido corre nella schiena a ricordare la vicenda nelle sue fasi iniziali, pur differente nelle modalità, del caso Storace. Il presidente della provincia Vaccarezza essenso “l’utilizzatore finale” potrebbe essere indagato in quanto ” non poteva non sapere”, ma è un ipotesi che il diretto interessato smentirebbe.

*L’ex ministro della Salute Francesco Storace era  stato indagato a Roma per associazione a delinquere, nell’ambito dell’ inchiesta su Laziomatica: vale a dire l’indagine sulla fabbricazione di firme false ai danni di Alessandra Mussolini. Nel corso del processo l’accusa associativa però era caduta e Storace era stato condannato ad 1 anno e tre mesi. Naturalmente con i tempi della giustizia italiana cadrà in prescrizione. I radicali nel 2000 presentarono denunce in 83 procure di tutta Italia in cui provavano illegalità e brogli nella raccolta firme. Fra archiviazioni e rinvii a giudizio in massa non è mai arrivata una sentenza. L’inchiesta di Savona procede celermente, ma la scure della prescrizione è quello in cui confida chiunque abbia  guai con la legge. Dopotutto siamo ancora alle fasi preliminari di  quello che diventerà un processo che con grandi probabilità non arriverà   mai ad una condanna definitiva. Una legge che dovrebbe essere cambiata perchè è assurdo chiedere che ad ogni competizione elettorale  partiti  che governano, sia di centro sinistra che di centro destra non siano d’ufficio ammessi alle elezioni con la sola convalida del partito nazionale che valga per tutti. Altra cosa sono i partiti nuovi che devono ancora ricercare un consenso o le cosiddette liste civetta.