di Fabrizio Pinna – Sciopero generale nazionale proclamato dalla CGIL per oggi, venerdì 25 giugno, ma che in Liguria Piemonte e Toscana – per la vicinanza con la festa di S. Giovanni, patrono dei 3 capoluoghi – si terrà però la settimana prossima, il 2 luglio quando sciopereranno “tutte le categorie lavorative con l’esclusione di quelle che si sono già astenute”; oggi a Savona e in Liguria, a differenza delle altre regioni, lo sciopero riguarderà solo i trasporti e la scuola (a Savona per FILT CGIL dalle ore 10.15 alle ore 14.15; per CUB Trasporti dalle ore 8.30 alle ore 17.30 e dalle ore 20.00 a fine servizio; ferrovie per 4 ore dalle 14 alle 18; per la scuola tutta la giornata, con presidio in piazza Saffi davanti Prefettura dalle 9 alle 11).

“La condizione di difficoltà dei Conti pubblici italiani non è stata dettata solo dalla crisi e dalla congiuntura internazionale, ma principalmente dagli errori commessi nella gestione della finanza pubblica e dalle scelte di politica economica compiute dall’attuale governo, in un contesto di subalternità della stessa Confindustria”, si legge nel documento conclusivo siglato dal Comitato Direttivo Nazionale della Cgil che riassume e puntualizza le critiche del sindacato sulla manovra correttiva da 25 miliardi di euro in approvazione al Parlamento.

Una “manovra sbagliata e iniqua” ribadisce il sindacato pur riconoscendo la necessità “che i Conti pubblici debbano tornare in ordine”; ma, aggiunge nel documento, “Non è con i ‘tagli lineari’ alla spesa pubblica che si esce dalla crisi”. “Senza una politica per la crescita e per l’occupazione, il rischio è un’ulteriore manovra correttiva. Tutto ciò mentre la crisi continua a bruciare posti di lavoro (che si aggiungono agli oltre 700mila posti già persi dal 2008), con oltre 1.500mila lavoratrici e lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione, con il tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Europa”.

La manovra del governo, queste le principali critiche mosse dalla Cgil, blocca i contratti pubblici, anche quelli già rinnovati, e gli scatti di anzianità nella scuola; taglia i trasferimenti alle Regioni e ai Comuni: meno risorse per lo sviluppo, meno prestazioni e servizi sociali, più costi per anziani, pensionati e fasce deboli; ferma per un anno la pensione per tutti i lavoratori e le lavoratrici e riduce la salvaguardia per coloro che sono in mobilità, chiude il 40% degli enti di ricerca, congela il turnover e licenzia la metà dei precari in tutta la pubblica amministrazione, blocca la contrattazione di II livello e decide nel 2012 il pensionamento a 65 anni delle lavoratrici pubbliche. La Cgil, infine, ribadisce il suo fermo dissenso anche al “Collegato al lavoro” del governo “che, anche dopo il giusto rinvio alle Camere ad opera del Presidente della Repubblica, continua a mantenere il carattere di destrutturazione del diritto del lavoro e dei principi costituzionali in esso finora garantiti”.

Rimane, sulla manovra, la distanza con gli altri due maggiori sindacati italiani, Cisl e Uil, che continuano ad essere avversi alla “linea dura” di scontro frontale seguito dalla Cgil e critici sullo sciopero generale proclamato per oggi.