Savona: presentate le iniziative del Progetto Detenuti al lavoro

Dopo la felice esperienza del 2006, 2008 e 2009, si realizza anche quest’anno il progetto “Detenuti al lavoro”, l’iniziativa promossa dall’Assessorato ai Quartieri del Comune di Savona in collaborazione con la Casa Circondariale di Savona ed ATA e con il contributo della Fondazione Fondazione A. DE Mari Cassa di Risparmio di Savona.

Il progetto, presentato questa mattina a Palazzo Sisto IV, è mirato a favorire il percorso di rieducazione, integrazione e recupero dei soggetti in esecuzione di pena attraverso lo svolgimento di attività di pubblica utilità, volte a fornire supporto nel processo di conservazione e valorizzazione del territorio.

Anche quest’anno, i detenuti, nel numero di 2, raggiungeranno i luoghi prescelti per svolgere, dalle 6 alle 9 del mattino, dal Martedì al Sabato, la pulizia delle spiagge cittadine: il litorale interessato è quello della zona dello Scaletto, dove il Comune di Savona sta approntando una spiaggia fruibile per le persone disabili.

L’attività dei detenuti, che prenderà il via il 1 Luglio e terminerà il 31 Agosto, è svolta sotto il coordinamento di ATA, che opera attraverso gli operatori della Coop La Bitta.

Dichiara l’Assessore ai Quartieri Francesco Lirosi: “E’ la quarta volta che mi adopero per dare ai detenuti la possibilità di lavorare fuori dalla Casa Circondariale cittadina. L’iniziativa presenta molte ricadute positive: per l’Amministrazione Comunale, che dimostra ancora una volta la propria volontà di lavorare al servizio di tutti i cittadini, anche quelli più deboli; per L’Amministrazione Carceraria, che opera con vero spirito di recupero dei detenuti; per la Fondazione Carisa, che utilizza i propri fondi per uno scopo così nobile; per la città di Savona, oggi sempre più votata al turismo, che ha la possibilità di avvalersi di ulteriori operatori impegnati nella pulizia delle spiagge; infine, cosa di gran lunga più importante, per i detenuti, che godranno di un parziale reinserimento, retribuito e garantito da copertura assicurativa, nella società civile, a contatto con altri cittadini. Avevo già incontrato in carcere gli operatori interessati, per raccomandare ogni possibile correttezza comportamentale e, posso dire, la risposta è sempre stata positiva. In sostanza, credo che questa sia l’esperienza più intensa che abbia vissuto come Pubblico Amministratore.”

Dichiara il Direttore della Casa Circondariale di Savona, Nicolò Mangraviti: “Apprezzo molto l’interesse espresso dal Comune di Savona per le tematiche inerenti il reinserimento della popolazione detenuta nel tessuto sociale ed il sostegno alla nostra struttura che, anche con questa iniziativa, continua a dare. Spesso infatti il carcere viene vissuto dal resto della città come un luogo che si vuole tenere distante; deve essere invece aperto al territorio, specialmente tenuto conto degli difficoltà della struttura e degli esigui spazi interni dedicati all’attività di recupero. Questo progetto è importante anche perché aiuta i cittadini a vedere i detenuti come soggetti che possono svolgere servizi di pubblica utilità sociale. Ciò non sarebbe stato possibile se non si fossero attivate le sensibilità di tutte le persone coinvolte: l’Amministrazione, la Fondazione, i detenuti, la polizia penitenziaria e le associazioni di volontariato”.

Il progetto è reso possibile grazie al contributo finanziario della Fondazione A. DE Mari Cassa di Risparmio di Savona e dell’Assessorato comunale ai Quartieri, che forniscono ai detenuti una retribuzione e la necessaria copertura assicurativa e previdenziale. Dichiara il Presidente della Fondazione Carisa Roberto Romani: “La Fondazione è lieta di sostenere anche quest’anno il progetto, per diversi motivi. Prima di tutto perché esso risponde al nostro obiettivo di attenzione verso le fasce più deboli della popolazione e a sostenerle; l’iniziativa infatti è pregevole proprio perché fa parte di un percorso di recupero e reinserimento sociale dei detenuti. Il nostro sostegno è poi un atto che sentiamo giusto ed in conformità con la nostra natura di fondazione bancaria che, come sappiamo, ha le sue basi nel patrimonio dato dalla collettività del territorio e quindi ad essa la Fondazione restituisce, nel concreto, risorse, facendolo tra l’altro in un periodo di grandi difficoltà finanziarie per gli Enti locali”.