di Alessandro Sbarile – Per arrivare alla meta del mio peregrinare mattutino ho impiegato circa un’ora, cambiando tre metro: cose che succedono quando si gira per una città con una superficie più ampia di quella della Val d’Aosta.

Al mattino giro a Camden Town, centro di un mercatino multietnico molto colorato, ricco di cianfrusaglie, sapori, profumi e colori, il tutto circondato da un pittoresco canale navigabile.

Dopo il “fish and chips” di ieri oggi è stata la volta di un hamburger vegano (ovvero preparato unicamente senza carne o prodotti derivati da animali), composto da semi, soia e fagioli. Al gusto appare più vicino a quello del polpettone, così come la consistenza; una bella esperienza culinaria. Devo riconoscere il fatto che in questa città il rischio di mettere su chili è davvero alto, per due motivi: il primo è la varietá delle pietanze in cui ci si imbatte (spesso molto accattivanti, estetiche, curiose e saporite), il secondo consiste nelle porzioni del cibo, finora sempre molto abbondanti.

Il pomeriggio inizia alla National Gallery, galleria che ospita alcuni dei quadri più belli e conosciuti al mondo, fra cui diverse opere di Van Gogh, Velasquez, Caravaggio e Gauguin. Una particolaritá dei musei inglesi consiste nel fatto che l’ingresso è ad offerta libera e… indovinate da quale paese provengono più facilmente coloro che interpretano questa usanza come un “entrate pure gratis”? La scritta sulla cassetta recita più o meno così: “aiutateci con la vostra offerta a mantenere l’ingresso a offerta libera”. Vagamente retorico e inquietante…

Quindi passaggio da Soho, quartiere alla moda, forse il più trendy dell’intera città, con il suo peculiare continuo ammicamento al mondo del sesso; dunque il cuore commerciale della città piccadilly circus, oxford street e carnaby street: talmente perfette, prevedibili e uguali a se stesse da non sembrare vere.

* fratelli della costa: la rubrica Corsara di Alessandro Sbarile e Alfredo Sgarlato