di Alessandro Sbarile – Un appuntamento della domenica mattina londinese che mi ha sempre incuriosito è il cosiddetto “speakers’ corner” (angolo degli oratori): in questa zona di Hyde Park si ritrovano in questo momento della settimana degli oratori, che salgono su sedie o sgabelli, e dicono la loro sugli argomenti che gli stanno a cuore. Nel corso dei secoli questo spazio ha ospitato pensatori e filosofi come Marx e Lenin, lì è ambientata una scena del film “Aprile” in cui Nanni Moretti legge in pubblico le lettere che non aveva mai spedito. Questa mattina ho trovato al parco soprattutto fondamentalisti religiosi, un teorico dello scontro fra la cultura nera e quella bianca e un ragazzino imberbe che sosteneva l’importanza dello svegliarsi bene e del fare colazione: il salto da Marx alla colazione ha suscitato in me l’idea che da un lato la comunicazione fra persone venga usata sempre di meno per esprimere concetti pesanti, si sta perdendo la voglia di parlare e di ascoltare.

Quindi alle 15 l’intera città si è fermata per l’atteso match del Mondiale di calcio sudafricano Germania-Inghilterra, la partita che per questi due paesi rappresenta più di un derby: avere la possibilità di essere a Londra in un momento così implica il fatto che si debba fare una scelta: o scansare l’evento o viverlo fino in fondo: ho optato per vedere la partita in un pub in mezzo a decine di persone pronte a tifare per la propria nazionale che aspetta il titolo iridato ormai da quarantaquattro anni: le loro attese sono andate deluse, qualche lacrima, qualche strepito e un paese, che in questi giorni si era cosparso di croci di San Giorgio, costretto a riarrotolare i drappi ed aspettare il prossimo Mondiale: del resto Gary Lineker, grande centravanti inglese a cavallo degli anni ’80 e ’90, una volta disse “il calcio è un gioco semplice: ventidue giocatori rincorrono un pallone per novanta minuti e, alla fine, vincono i tedeschi”. Mi ha fatto piacere notare che malgrado l’errore dell’assistente sul gol fantasma di Lampard, sia i tifosi sia i critici, malgrado abbiano riconosciuto l’importanza dell’evento sul match, non abbiano scagionato per questo i loro beniamini dalle loro responsabilità, credo che da noi le cose sarebbero andate un po’ diversamente.

Il resto della giornata è filato vedendo alcuni dei luoghi simbolo della città, dal Big ben al parlamento inglese a Westminster: dietro a questi tre luoghi da ormai un decennio un signore ha piantato una tenda chiedendo che vengano cessate le ostilità in Afghanistan, da qualche settimana si sono unite a lui diverse persone, arrivando a riempire un’area di verde pubblico in un presidio colorato, giocoso ma fermo nell’idea di chiedere di dare alla pace un’opportunità.

Quindi una passeggiata sulla South Bank lungo il Tamigi, in tempo per vedere il sole abbassarsi e per attraversare il Millennium Bridge, spettacolare ponte sul Tamigi.

Il meteo… non lo dico troppo forte…

* fratelli della costa: la rubrica Corsara di Alessandro Sbarile e Alfredo Sgarlato