Il Gruppo Artisti Varazzesi, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della città di Varazze, organizza dal 5 all’11 Luglio 2010, presso la sede di Via Ciarli n.46 (in zona Piazza S. Bartolomeo), la mostra personale di pittura dell’artista Francesco Morano. Inaugurazione lunedì 5 luglio ore 18 a cura del prof. Bartolomeo Delfino, alla presenza del sindaco Prof. Giovanni Delfino e dell’assessore Mariangela Calcagno. Orario visita mostra: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 23. Ingresso libero.

La Presentazione di Marco Pennone – Francesco Morano. Senz’altro apprezzabile è la coerenza di Morano, il quale non si è mai lasciato influenzare dalle forme insulse di un’avanguardia fine a se stessa, stanca e ripetitiva, ed ha voluto procedere, dagli anni Sessanta in poi, sulla strada maestra tracciata dai Grandi del passato e da quanti hanno sempre inteso l’Arte come una dura scuola e una continua conquista.

Morano è uno di quegli ormai pochi artisti che ti capita di vedere all’opera per strada, “en plen air”, con la tela sul cavalletto portatile e i colori a olio nei tubetti: la sua pittura ha per soggetto prevalente il paesaggio urbano o quello naturale; per lo più è priva di figure umane, ma quando queste sono inserite, paiono fondersi totalmente nel paesaggio e divenirne parte integrante. Morano ha studiato all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova sotto la guida di valenti Maestri: e ciò si nota nel suo attento studio dei colori e della luce, che, a seconda delle varie ore del giorno o della sua intensità, modifica continuamente il colore degli oggetti. Morano stende i colori sulla tela con una serie di tocchi rapidi che, visti da lontano, danno il senso della vibrazione e del cambiamento d’atmosfera. La luminosità dei colori è in effetti l’elemento più notevole dell’espressività di questo Artista: persino le ombre non vengono rese con toni scuri ma attraverso gradazioni di colore, a seconda della quantità di luce. La tela riflette così il cielo, la terra, gli oggetti, le figure, le forme con una delicata vibrazione cromatica.

I paesaggi di Morano esercitano perciò una particolare suggestione, giocati come sono su toni essenziali di colore (prevalenti i blu e i rossi) ed immersi in una solarità tipicamente mediterranea: c’è in questi oli su tela come un’assenza di peso che ci richiama la tecnica acquarellistica, una levità che smaterializza le case, le strade, le piazzette, le barche sulla riva del mare, e le porta in una dimensione che trascende la realtà per approdare alle porte del sogno, della visione, del ricordo. Sia che dipinga un affollato mercato rionale, o che ritragga una chiesa di Varazze – cittadina nella quale ormai da svariati anni risiede – oppure un angolo suggestivo di Portofino od uno scorcio della campagna pisana, il pittore ci sa sempre comunicare l’emozione poetica del paesaggio rivissuto nell’esaltazione dei momenti di luce; e ce lo sa rendere con chiara e fresca espressività, mediante un sobrio impasto cromatico che si accende o si acquieta in un continuo gioco di voci e di silenzi, di musiche e di pause.

Per questo i suoi quadri ci restituiscono luoghi noti e meno noti nei loro aspetti più suggestivi e indimenticabili, nelle loro voci nascoste, più segrete e più vere. Esprimiamo l’augurio, a Morano, di continuare in questa sua ormai lunga e consolidata tendenza neoimpressionistica, convinti che sia la strada maestra per ricercare la poesia delle piccole e grandi cose di ogni giorno.