Albenga: il 2 luglio le celebrazioni di Nostra Signora di Pontelungo

Tutto pronto, ad Albenga, per le tradizionali celebrazioni della festività di Nostra Signora di Pontelungo, che si terranno venerdì 2 luglio. I festeggiamenti inizieranno già la sera prima: giovedì 1 luglio alle ore 21.00, presso il Santuario di Pontelungo, avrà luogo il Concerto della Schola Chantorum “don Primo Volpe” e del coro del Santuario.

Nella giornata del 2 luglio, oltre alle Sante Messe delle ore 6.00, 7.00, 8.00, 9.00, 11.30, ci sarà al Santuario il Pontificale presieduto alle ore 10.00 da S.E. Mons. Mario Oliveri, Vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia, con i reverendi sacerdoti della Città. Nel pomeriggio alle ore 17.00, dopo la funzione celebrata da don Alessandro Ferrua, Parroco di San Bernardino, la consueta Processione presieduta dal Vescovo, in Viale Pontelungo, Via Genova, Via Liguria, Via Dalmazia, Via Mons. Cambiaso, Viale 8 Marzo e Benedizione Eucaristica presso il campo sportivo.

Alle ore 21.00 l’ultima messa della giornata, cui seguirà, alle ore 21.30, il Concerto della Banda Musicale di Pontelungo. Alle 23.30, uno dei momenti più attesi, il grande spettacolo pirotecnico della premiata ditta Morsani, già esibitasi presso la Santa Sede e il Comune di Roma. Nel corso della giornata, non mancherà la consueta pesca di beneficenza, né la tradizionale fiera, che occuperà l’intero Viale Pontelungo, chiuso al traffico dalle ore 18.15 fino alla conclusione della manifestazione.

LA LEGGENDA DEL 2 LUGLIO – La leggenda saracena trae origine da un vero e documentato fatto storico avvenuto il 2 luglio del 1637. In tale ricorrenza, in cui appunto si celebra la festa della Madonna di Pontelungo, mentre gli abitanti di Albenga erano impegnati nelle celebrazioni religiose, la vicina Ceriale veniva invasa e depredata dai pirati Saraceni, un assalto in cui trenta persone furono uccise e trecento prese in prigionia. Dopo la devastazione di Ceriale, i pirati si incamminarono verso la confinante Albenga, con l’intenzione di ripetere il massacro. Tuttavia, come vuole la leggenda popolare, questi furono abbagliati dallo strano splendore proveniente dal santuario: spaventati, i Saraceni abbandonarono l’impresa, tornando alle loro navi.