di Alessandro Sbarile – Quest’oggi ho camminato molto; un giro lungo, partito da Trafalgar Square (con la statua dedicata l’ammiraglio Nelson, che guidò le flotte britanniche a quella vittoria), per passare da Buckingam Palace, rivedere il trittico Westminster-Big Ben- Parlamento inglese, costeggiare il Tamigi lungo la North Bank (dalla parte opposta rispetto a ieri), ammirare l’obelisco di Cleopatra, vedere London Bridge, raggiungere la Torre di Londra, attraversare il Tower Bridge, ripassare dalla Cattedrale di Saint Paul e ritornare a Victoria Station.

Ovviamente di Buckingam Palace la cosa che rimane più impressa, al di là della bellezza del luogo, è la presenza delle guardie di sua Maestà la Regina, agghindate con la classica giacca rossa e il cappellone peloso, un grande atto di dedizione e di rispetto della tradizione…

Una lunga passeggiata che mi ha permesso di prendere atto di quanto veloci camminino gli inglesi: col mio passo lungo mi sono sempre difeso bene ma ho di fronte dei veri professionisti. In comune abbiamo il fatto che spesso consideriamo gli spostamenti delle vere perdite di tempo che ci tolgono o riducono la possibilità di dedicarci alle cose che ci piacciono.

Dopo aver realizzato il fatto che sono in vacanza e che me la posso prendere comoda ho cercato di gustarmi il paesaggio e l’atmosfera: costeggiare il Tamigi in un pomeriggio di sole, vedere turisti e sportivi vivere con serenità, lasciarsi contagiare dalla medesima.

Londra mi pare una città di sportivi: non è raro dover fare strada a un corridore o vedere passare gruppi di cicloamatori sulle loro sgargianti bici (sgargiante è il termine giusto dato che spesso hanno le ruote o il telaio colorati con colori accesi, come l’arancione, il rosso o il giallo fosforescente, per amore cromatico più che per farsi notare anche dagli automobilisti più distratti). Per non parlare dei parchi, dove ci si può imbattere in improvvisate partite di calcio o rugby. Proprio le aree verdi londinesi mi stanno conquistando, per la pulizia, la libertà e l’uso civile e divertito che cittadini e turisti riescono a farne: i grandi polmoni verdi londinesi sono vivi, sono rispettati, sono luoghi familiari.

Mi ha colpito notare l’idea che c’è alla base di molti palazzi della City (il cuore dell’economia e del capitalismo londinese e britannico) in cui hanno la sede istituti bancari e finanziari: è incredibile notare come tutti questi grattacieli siamo trasparenti, mi viene da pensare che sia un modo per fare apparire operosità e l’idea che non si abbia niente da nascondere. Resta l’impatto visivo di un quartiere come la City, che si inserisce in una città in cui difficilmente le costruzioni sono più recenti di un secolo fa e sono più alte di quattro o cinque piani.

Insomma: tradizione e futuro, regole e disciplina, azione e velocità.

* fratelli della costa: la rubrica Corsara di Alessandro Sbarile e Alfredo Sgarlato