Presso l’Unità di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, diretto dal Dottor Marco Bertolotto, è da poco disponibile il nuovo neurostimolatore di ultima generazione che, grazie ad una tecnologia innovativa presente anche nell’IPhone, assicura immediato sollievo per chi soffre di dolore cronico, indipendentemente dalla sua posizione e dai suoi movimenti. Sono già stati effettuati con successo i primi impianti in due pazienti.

L’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure è un centro di riferimento per la neuromodulazione, indicata nel tratto spinale nei casi di dolore cronico, ma che risulta efficace anche a livello sacrale per la cura dell’incontinenza urinaria e fecale. Anche in questo ambito è recente l’esito positivo di un intervento per l’incontinenza urinaria.

Continuo, lancinante e intrattabile: questo è il dolore cronico, al tronco e agli arti. Un problema delicato e complesso, che si stima colpisca in Italia 1 persona su 4, con gravi ripercussioni sulla qualità di vita del paziente. L’approccio terapeutico entrato ormai nella routine è la stimolazione del midollo spinale, che avviene attraverso l’impianto, vicino alla colonna vertebrale, di elettrodi stimolatori che mandano lievi impulsi elettrici allo spazio epidurale. Il dolore infatti “viaggia“ attraverso il sistema nervoso, ma il suo segnale viene modificato prima che pervenga al cervello dagli impulsi elettrici inviati dal neurostimolatore, trasformando la sensazione in un formicolio molto più sopportabile. Gli elettrodi sono collegati ad un dispositivo, delle dimensioni di un orologio e posizionati sottocute nell’addome, che trasmette microscariche prefissate che affievoliscono gli impulsi dolorosi avvertiti dal paziente. Tuttavia, il livello di stimolazione richiesto per la gestione del paziente sofferente dipende dalla distanza tra il midollo spinale e gli elettrodi impiantati e le distanze cambiano a seconda che il paziente sia in piedi, seduto o disteso. Di conseguenza, un qualunque cambiamento di posizione, in assenza di un aggiustamento manuale della stimolazione tramite un telecomando esterno, può far sì che il paziente riceva una stimolazione sub-optimale,che non riduce la sensazione di dolore.

La novità è rappresentata da un nuovo neurostimolatore che adatta automaticamente la terapia a seconda della posizione del paziente. Sono passate poche settimane dal primo impianto avvenuto presso il Presso l’Unità di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, diretto dal Dottor Marco Bertolotto e si è avuta la conferma che la paziente impiantata è pienamente soddisfatto dei benefici avuti.

“Il nuovo neurostimolatore utilizza una tecnologia che include l’uso di un algoritmo e di un accelerometro, componente innovativa che sfrutta la forza di gravità terrestre per rilevare la posizione del malato e adottare automaticamente il livello di stimolazione richiesto per alleviare il dolore. Questo dispositivo è il primo che sente le posizioni e i movimenti del paziente, apprende le regolazioni impostate e adatta automaticamente la terapia alla posizione. Con questa innovazione si risponde pienamente all’esigenza del paziente di semplificare la gestione della terapia.” – spiega il dottor Bertolotto.

L’accelerometro è una tecnologia presente anche in strumenti e sistemi di utilizzo comune, come l’iPhone ed alcuni telefoni cellulari, per riconoscere l’angolazione e cambiare il monitor per facilitare la visualizzazione e l’utilizzo. E’ inoltre impiegato nelle automobili per azionare l’air-bag in caso di forte impatto. Il nuovo dispositivo è dotato di una memoria in grado di memorizzare i cambiamenti di posizione nell’arco della giornata, e visualizzare tramite grafici e tabelle dati oggettivi dell’attività del paziente.

Loretta Z., paziente di 51 anni e da 15 anni affetta da dolore cronico commenta l’esito dell’intervento “Dal momento che sono sempre in continuo movimento, come quando mi alzo dalla sedia, cammino per strada, o semplicemente mi rigiro nel letto durante il sonno, un neurostimolatore che automaticamente si adatta ad ogni mio movimento o attività è di grande aiuto per il controllo del mio dolore, offrendomi un prospettiva di vita il più possibile vicina a quella normale.”

La tecnica della neuromodulazione, a livello sacrale, tratta le disfunzioni del pavimento pelvico che portano alla ritenzione e all’incontinenza. La vescica iperattiva è la forma più comune di incontinenza urinaria, alcuni pazienti arrivano ad urinare anche 20-30 volte al giorno. In Europa ben il 12-13% della popolazione adulta soffre di questi problemi, circa 70 milioni di persone.

Spiega il dottor Bertolotto “I pazienti che soffrono di certe disfunzioni croniche vescicali e intestinali devono affrontare ogni giorno una vera e propria battaglia. La loro vita risulta condizionata da pannolini assorbenti e/o autocateterismo, e talvolta rinunciano a uscire di casa e a fare una normale vita sociale. La neuromodulazione sacrale favorisce il controllo di alcuni disturbi urinari e anche fecali mediante l’impianto di un sistema che invia lievi impulsi elettrici, attraverso un piccolo elettrocatetere, ai nervi sacrali che controllano i muscoli vescicali, sfinterici e del pavimento pelvico.”

L’impianto del neurostimolatore per l’incontinenza è mininvasivo e si effettua in anestesia locale. Le indicazioni codificate includono i sintomi della vescica iperattiva, ritenzione urinaria, incontinenza fecale, stipsi e dolore pelvico cronico. Tra l’altro, medici e pazienti possono valutare l’efficacia della terapia con un semplice test (stimolazione di prova) prima di procedere all’impianto definitivo del sistema. Con l’impianto definitivo il paziente ha un comando che permette di attivare o sospendere la terapia a seconda della necessità

Il dottor Bertolotto conclude: “Oggi curare il dolore significa applicare le più moderne e innovative scoperte tecnologiche, e nel contempo significa approfondire quel rapporto unico che si crea tra il medico e la persona che soffre: un singolare mix di sensibilità umana e rinnovate competenze scientifiche.I nostri pazienti hanno una lunga esperienza di trattamenti e di fallimenti, e quando si rivolgono a noi, lo fanno con la speranza di avere sollievo dalle scoperte della scienza, perché le nuove frontiere nella cura del dolore ci giungono soprattutto dall’innovazione tecnologica. Diventa fondamentale l’approccio umano per instaurare “feeling” e “fiducia”, condizioni necessarie per applicare con successo i nuovi ritrovati della tecnologia: il Paziente si affida alla nostra competenza e alle novità che la scienza propone. Il nostro è un Centro di eccellenza che si muove con estrema difficoltà per la cronica mancanza di risorse da dedicare ai pazienti che necessitano di interventi di alta tecnologia. Soprattutto nel caso del dolore cronico benigno, occorre ricordare le devastanti conseguenze sociali in caso di mancato trattamento. Curare il dolore è quindi un dovere etico, ma anche un continuo impegno sociale”.