Messe nere sulla Riviera: un libro di Pier Luigi Ferro su Gian Pietro Lucini e lo scandalo Besson

30 luglio 1907: le pagine della cronaca locale savonese annunciano uno scandalo dalle tinte fosche, destinato a divenire drammaticamente noto in tutta Italia e all’estero. Il cittadino, un quotidiano locale, parla della scoperta di “turpitudini” nel Collegio Salesiano di Varazze, dove frati e monache risulterebbero coinvolti in atti osceni e di corruzione sui giovani studenti minorenni ospitati nel convitto, sede dell’ unica scuola cittadina.

da “Messe nere sulla riviera” di Pier Luigi Ferro

Messe nere sulla Riviera. Gian Pietro Lucini e lo scandalo Besson, di Pier Luigi Ferro (Prefazione di Edoardo Sanguineti, Utet Libreria, pagg. 228; 21 €) è un saggio di estrema attualità, purtroppo, perché racconta le oscure vicende legate allo scandalo delle messe nere e dei preti pedofili che più di cento anni fa avevano portato alla ribalta delle cronache nazionali la piccola cittadina di Varazze. Il libro nasce per caso dagli studi sull’archivio di Gian Pietro Lucini, poeta italiano, che il critico letterario Pier Luigi Ferro sta portando avanti da anni e che gli hanno permesso di realizzare un’analisi complessa della situazione politica e sociale dell’Italia di primo Novecento dove, tra i tanti temi, ampio spazio è dedicato alla scarsa scolarizzazione.

Nel luglio del 1907 sui quotidiani italiani divampa lo scandalo degli abusi sulle piccole ospiti dell’Asilo della Consolata di Milano, di cui furono accusati due sacerdoti. Nello stesso momento, a Varazze il Collegio dei Salesiani è investo dalle clamorose rivelazioni del diario di Alessandro Besson, uno studente quattordicenne che descrive messe nere e riti orgiastici tra monache, preti e giovani convittori.

In due giorni il caso Besson passa dalle gazzette locali ai quotidiani nazionali e fa scoppiare in tutto il Regno d’Italia manifestazioni di piazza, disordini, violenti scontri che a La Spezia provocano l’incendio di alcune chiese, un morto e un centinaio di arresti. È crisi fra il governo Giolitti e la Santa Sede, la Massoneria viene accusata di aver architettato segretamente lo scandalo.

Il fronte democratico dei blocchi popolari cavalca lo sdegno collettivo per affermare la necessità di una scuola pubblica e laica, mentre quello cattolico si compatta e trova sostegno tra i moderati interessati a contenere l’avanzata socialista. Attraverso questa vicenda, scatenata dall’inquietante diario Besson, ritrovato e qui reso pubblico per la prima volta, emerge un quadro avvincente e torbido dell’Italia giolittiana.

L’autore ci racconta quindi una storia che vede coinvolti in primo piano il poeta Gian Pietro Lucini, figura chiave della cultura letteraria italiana tra Otto e Novecento, ma anche famosi psichiatri e criminologi come Cesare Lombroso e Enrico Morselli, una storia ricostruita e raccontata in questo saggio con minuzia di particolari, attraverso epistolari, documenti d’archivio e la vivace faziosa pubblicistica dell’epoca.

Pier Luigi Ferro ha esordito come critico letterario sulle pagine de “La Rassegna della Letteratura italiana” diretta da Walter Binni e su “Esperienze Letterarie” di Mario Santoro. Dal 1994 collabora a “Il Ponte”, dove sono apparsi suoi scritti sulla poesia, sulla narrativa, sul tetro italiano contemporaneo, in parte raccolti in Attestature. Nel 2008 ha curato la ristampa  anastatica dell’edizione 1908  della “Ragion poetica e programma del verso libero” di Gian Pietro Lucini.