Caccia al cinghiale nel parco regionale dell’Adelasia: Enpa contrario

“Povero parco regionale dell’Adelasia, invece di scriverne il regolamento ed i progetti di valorizzazione ecocompatibile, Regione, Provincia e Comune di Cairo hanno subito pensato di aprirvi la caccia al cinghiale, mascherata da battute indispensabili a tutelarlo dall’erosione, dai danni alle colture ed ai manufatti”. Così protesta la Protezione Animali savonese protesta

“Chiunque abbia fatto una passeggiata dentro i confini del parco – prosegue l’Enpa -, come le centinaia di pacifici escursionisti che lo frequentano da anni, può testimoniare che la vegetazione è integra, i manufatti crollano sotto il peso del tempo e non degli zoccoli dei cinghiali e le coltivazioni sono assolutamente assenti, a parte la confinante vallata della Caramelina, già esclusa dal parco. Gran parte dell’area è inoltre coperta da boschi di faggio, molto puliti, in cui i cinghiali transitano soltanto ma non si fermano”.

“L’iniziativa degli enti pubblici, che dovrebbero gestire un bene così importante a favore della comunità intera e non di una minoranza, è quindi priva di motivazioni sostanziali, se non quelle di accontentare una parte di cacciatori e neppure tutti, visto che molti degli interessati già dichiarano che non parteciperanno alle battute. Ai confini dell’area protetta operano 6 squadre di cinghialisti, per un totale di 150 persone, alle quali sono stati assegnati i territori in modo a dir poco “strano”, visto che una squadra può operare su 2.800 ettari ed altre su soli 600; se davvero esistesse un problema cinghiali sarebbe stato più utile distribuire meglio le squadre. Senza contare che la legge prevede l’adozione di metodi ecologici, che il parco manca ancora di un regolamento per gli interventi straordinari di riequilibrio faunistico e non c’è alcun parere di compatibilità rilasciato dall’ISPRA, l’unico organismo scientifico abilitato in materia”.