di Mary Caridi – Dovevo passare nei giorni scorsi per parlargli. Mi avevano informata che  stava vivendo un momento molto difficile, che era molto arrabbiato e disperato per via del lavoro che andava malissimo e che voleva parlarne con i giornali affinché lo aiutassero.

Era stato toccato in modo pesante dall’ordinanza antiassembramento emanata dal Sindaco Guarnieri e lui,  gestore di un bar di Albenga, situato di fronte a piazza del Popolo, aveva sempre aperto nelle ore notturne. Con la nuova ordinanza l’uomo doveva chiudere all’una, esattamente all’ora in cui lui avrebbe iniziato a lavorare. Ordinanza che non ha impedito nonostante i bar siano chiusi, che  le risse continuino esattamente come prima. Lo diceva a tutti quelli che andavano nel suo bar, forse in un crescendo depressivo che, a suo dire, era stato punito per non essere un elettore di questa amministrazione. Ma – come è normale in questi casi – nessuno aveva dato retta alle sue parole, io per prima che rinviavo la visita per evitare di essere tacciata di strumentalizzare l’ordinanza, pensando che con il tempo poi gli passasse. Non è andata così.

Un vicino di casa prima di andare a giocare al pallone ha sentito dei rumori strani provenire dal suo appartamento ed era entrato per capire cosa stava accadendo. L’uomo era appeso ad una corda e se lui non fosse intervenuto sarebbe morto di lì a poco impiccato. Per la tutela della sua privacy e della sua famiglia non rendiamo noto il nome dell’uomo, una persona già provata da altre vicissitudini familiari e che in seguito a questo episodio è stato ricoverato presso Costarainera, a tutela della sua vita.