“Finalmente, da domani, anche ad Albenga verrà inaugurata l’Associazione per la cremazione, patrocinata dal Comune. Adesso i cittadini potranno iscriversi a questa Associazione, per chiedere non solo la cremazione del proprio corpo, ma anche l’eventuale dispersione delle ceneri in mare”. Con queste parole, Eraldo Ciangherotti, Assessore alle Politiche sociali e al volontariato del Comune di Albenga, commenta la notizia dell’inaugurazione, domani alle ore 17.00, dell’Associazione per la cremazione, un’associazione no profit del ponente savonese, nella sede legale ad Albenga, in Via Fratelli Viziano 20.

“Attualmente, in Italia – prosegue Ciangherotti – le cremazioni corrispondono a circa il dieci per cento dei decessi. L’uso della cremazione, diffuso soprattutto al Nord, è un servizio sociale che deve avere pari dignità ed essere tutelata, come già accade con le altre forme di sepoltura del corpo umano. Lo dice pure la delibera comunale n°8 del 7.1.09, dove, su suggerimento della Capitaneria di porto di Alassio, è pure consentita la dispersione delle ceneri in mare, con affondamento dell’urna biodegradabile, purchè a distanza però superiore ai 1000 (mille) metri della linea della costa, mentre è vietata nel tratto di mare compreso nel Parco naturale dell’Isola Gallinara, come anche nei tratti soggetti a campionamenti per l’idoneità alla balneazione quando gli stessi vengono effettuati. Tutto questo per evitare disagi e/o complicanze dettate dalla commistione tra attività prettamente ludiche e i rituali della sfera emotiva ed intima delle persone coinvolte”.

“La pratica della cremazione, per altro, non contraddice neppure la dottrina cristiana, dato che essa accelera soltanto il processo naturale di ossidazione della salma. Infatti, se in certe epoche storiche la cremazione veniva promossa dagli atei e dagli anticlericali, come pubblico segno di rifiuto della dottrina cristiana e negazione dell’immortalità dell’uomo, è altrettanto vero che oggi, secondo il Codice di Diritto Canonico, la cremazione è consentita “ purché non venga scelta per motivi contrari alla dottrina cristiano” (I I 76)”, conclude Ciangherotti.