di Carla Mattea – Nessuno ha il coraggio di esporsi in modo trasparente sul suo triste destino. I “politicanti della sanità” lo sanno bene, tutti coloro che con artifici di parole cercano di mascherare quello che è chiaro da tempo,anche ai non addetti ai lavori.

È straordinaria la destrezza con la quale si cerca di far apparire, a salvaguardia della propria faccia ma soprattutto della poltrona, quello che purtroppo non è nelle intenzioni: tutelare il Santa Corona di Pietra Ligure e le sue eccellenze.

Il declino è iniziato con la deaziendalizzazione e procede con sorprendente rapidità come previsto.

I vertici regionali e non solo lo sanno bene e con la loro riconferma stanno dando un’accelerata ai loro piani precedenti.

Ben inteso che si deve risparmiare, che il S. Corona ha padiglioni fatiscenti (?), costi di gestione elevati, che fare? Un monoblocco.

Sarà la soluzione vera o dietro si celano altri interessi? Il tempo darà risposta.

Intanto “meno male che Quaini c’è”!! Il Presidente della commissione regionale sanità afferma che “il Santa Corona è salvo”. Sarà il rialzo delle temperature estive che conduce a simili dichiarazioni??

Certo, i paladini della sanità ligure, con mirata strategia, hanno inizialmente calcato la mano prevedendo altra collocazione per Chirurgia protesica, Urologia e Pneumologia e ora solo a quest’ultima sembra toccare la sorte peggiore. Ne sono state “salvate” due su tre…….un vero successo!!!!

La Pneumologia a Pietra Ligure ha una sua storia: già dagli anni 20, infatti, il Santa Corona era famoso a livello europeo per le cure elioterapiche; l’Ospedale nacque proprio per la cura e la prevenzione delle malattie tubercolari e uno dei primi padiglioni fu il Pad. Elio, sede attuale del reparto di Pneumologia.

Come viene riferito da chi opera ogni giorno in tale struttura, la dislocazione di questa specialità ad Albenga priverebbe l’Ospedale di Pietra Ligure della possibilità di effettuare importanti accertamenti bronco logici ed accertamenti funzionali respiratori quali prove di funzionalità respiratoria, test cardio-respiratori, test allergologici… che abitualmente vengono richiesti da reparti chirurgici e medici.

Inoltre, stretti sono i collegamenti tra Pneumologia e altre U.O. quali la Chirurgia toracica, la Rianimazione, la Medicina d’Urgenza, l’Unità Spinale, la Divisione di Rieducazione e Recupero Funzionale che operano nella stessa struttura ospedaliera e che spesso chiedono accertamenti per pazienti non mobilizzabili per gravi patologie invalidanti. Nel 2009 sono state effettuate 290 broncoscopie delle quali 45 con carattere d’urgenza su pazienti degenti in Chirurgia toracica, Rianimazione, USU, DRRF.

Riempire un contenitore vuoto qual è l’Ospedale di Albenga non può rappresentare la priorità rispetto alla sicurezza e alla tutela dei pazienti, poiché in quest’ultimo mancano un servizio di rianimazione che garantisca una copertura di 24 ore su 24 sette giorni su sette; un servizio di Chirurgia toracica per le emergenze e non è ancor stata rilevata l’adeguatezza di strutture idonee per tutte le necessità connesse alla pneumologia interventistica.

C’è da domandarsi se questa movimentazione condurrà ad un effettivo risparmio, visto che i degenti del Santa Corona non avranno più garanzia di una adeguata assistenza.

* Carla Mattea – Consigliere Provincia di Savona, Capogruppo Lega Nord