In merito a quanto accaduto giovedì scorso all’Auditorium San Carlo durante l’assemblea pubblica del PD albenganese sul tema del Depuratore Ingauno, il Corsara riceve e pubblica un comunicato di Davide Milani, presente al “dibattito” a nome del Comitato Savonese Acqua Pubblica.

di Davide Milani – Il comitato territoriale per l’acqua pubblica – e precisamente nella mia persona – siamo molto indignati e stupiti per la mancanza di una pratica democratica come il dibattito e il contraddittorio, per non aver avuto la possibilità di esprimere le proprie idee sul depuratore ingauno in una assemblea pubblica organizzata dal Pd albenganese.

La serata presentata dal nuovo segretario della sezione del Pd di Albenga il quale, come di consuetudine, presenta i relatori e conclude dicendo che chi vorrà fare domande o intervenire potrà farlo alla fine. Attese 2 ore fino alla fine delle conclusioni dei vari relatori, chiesi la parola, e il segretario chiuse la serata.

Quello che avremmo voluto dire come comitato è che noi siamo quelli che da anni sono impegnati a trovare soluzioni per una gestione del servizio idrico pubblico ed efficace, e che tre anni fà presentammo all’amministrazione provinciale (allora Pd) e all’amministrazione comunale di Albenga (centro sinistra) un progetto alternativo auto finanziato per il depuratore ingauno.

Non fu neanche letto, perché quella bozza di progetto dava spazio ad una più ampia partecipazione alle scelte tecniche ed economiche e non era strumento di potere per nessuno, ma anzi dava ai cittadini, per una volta, la possibilità di partecipare alle scelte e non solo di pagarle le scelte.

Noi siamo anche quelli che in 70 giorni hanno raccolto 1.200.000 firme per il referendum per l’acqua pubblica e 13.000 solo in provincia di Savona; noi abbiamo raccolto non solo le firme ma anche le idee, i sentimenti, la volontà delle persone, e il comitato nazionale ha come prima regola quella di rispettare la volontà dei cittadini.

La nostra prossima iniziativa sarà quella di chiedere una moratoria di tutta la normativa in atto fino alla data dei risultati del referendum, perché l’esito del referendum ci darà ragione e rimetterà in discussione tutta la normativa privatistica relativa all’acqua e non solo.

* Davide Milani, Comitato Savonese Acqua Pubblica Zona del Ponente