di Mary Caridi – Il giorno 22 luglio è il giorno in cui al depuratore ingauno fischieranno le orecchie. Sì. La strana coincidenza consiste che se in un precedente consiglio provinciale, prudentemente la pratica era stata ritirata, o una defezione in maggioranza avrebbe sancito le divisioni, il 22 luglio ci sarà un consiglio provinciale alle ore 15.30 che ha come tema insieme ad un’ interrogazione dell’Udc Garassino, su un altro tema caldo, il blitz di Marson sull’aeroporto, operazione che è già al centro di polemiche per un fattore non di poco conto; la Sar  di Albenga, finirà praticamente con pagare i debiti delle altre società di trasporti, e i  gli utenti avranno in cambio un bell’aumento del costo dei biglietti. Questo è solo un primo assaggino su cosa significa per la città di Albenga  farsi annettere. Il 22 luglio in Provincia  si discuterà di depuratore, come da  documento della Provincia di Savona che dice testualmente: “GIOVEDI’ 22 LUGLIO 2010 – ORE 15:30per trattare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Interrogazione relativa all’aeroporto di Villanova d’Albenga, presentata dal Consigliere
Garassino Giancarlo;
2. Interrogazione relativa alla situazione della Via Aurelia nel tratto Albenga – Alassio, su Capo
Santa Croce, presentata dal Consigliere Garassino Giancarlo;
3. Depuratore Ingauno S.C.A.R.L. – Ricostituzione del capitale sociale minimo;
4. Depuratore Ingauno S.C.A.R.L. – Modifiche statutarie;

La particolarità consiste che è in pratica una fotocopia dell’Ordine del giorno che invece sarà trattato in Consiglio Comunale ad Albenga. I fatti sono due: o il comune di Albenga è ormai andato sotto tutela di Vaccarezza, al punto di copiare, paro paro, gli ordini del giorno, o Vaccarezza ha copiato, ma è arrivato prima, poichè ad Albenga il consiglio comunale sarà, invece, alle ore 20.30. Non sfugge a nessuno che l’assessore provinciale Rosy Guarnieri avrà un bel tour de force il 22 luglio, destreggiandosi nel pomeriggio a Savona e nella serata ad Albenga e  porterà in dote, la sera, le decisioni che forse questa volta arriveranno dal consiglio provinciale. OK! Si tratta solo di una coincidenza, ma se anche in consiglio a Savona faranno il giochetto delle tre carte sull’acquisizione delle quote, questa volta, magari riuscendoci, Albenga non dovrebbe far altro che abbassare la testa e dar seguito a quello che altrove hanno deciso. Perché, mentre nel 2009 la provincia pensava di scendere al 5% delle quote sul depuratore , ora potrebbe tentare la carta inversa e giocare al rialzo. Il depuratore ingauno detiene il 32%, la provincia il 27% ( una sorta di cassaforte, che in teoria dovrebbe tutelare i soci), ma  se desse seguito all’acquisizione, Albenga non dovrà far altro che ratificare il tutto. Tutto per via della legge finanziaria che detta regole ferree, positive per Albenga, negative per Borghetto S. Spirito:

“Divieto di costituzione. Vendita entro l’anno 2010

Cessioni obbligatorie sotto i 50mila abitanti articolo 14, comma 32 del Dl 78/2010 stabilisce che gli enti sotto i 30mila abitanti non possono costituire società, ed entro il 31 dicembre 2010 devono porre in liquidazione quelle già costituite o cederne le quote. Ad esempio,  un comune con 5 mila abitanti che ha una quota di partecipazione nella società idrica dell’ambito ed in quella dei rifiuti, possiede l’intero capitale di una società strumentale e il 70%di una società mista, anch’essa strumentale: in base alla norma può mantenere le partecipazioni nelle prime due società ma deve dovrebbe liquidare o cedere le quote delle altre due. Questo a meno che non riesca a trasformarne una, mettendosi d’accordo con altri comuni che insieme superino i 30mila abitanti, in società con partecipazione paritaria o proporzionale agli abitanti. I comuni soci devono esaminare la distribuzione delle quote di capitale sociale; se non rispetta nessuno dei parametri, dovranno adeguarsi con cessioni e acquisizioni tra loro. Peraltro, la previsione di cessione delle quote potrebbe essere interpretabile anche nella prospettiva di una loro riconduzione ad altri enti locali, in grado di consentire insieme il raggiungimento del parametro minimo dei 30mila abitanti (la norma, infatti, vieta la costituzione ex novo, ma non la partecipazione mediante acquisizione di quote). Rimane poi da capire il richiamo alla finanziaria 2008 (articolo 3, comma27), che faceva salve le società attive nei servizi di interesse generale. I comuni tra 30mila e 50mila abitanti possono detenere una sola partecipazione. Una norma, alla lettera, ancor più restrittiva, al punto che si potrebbe determinare il paradosso per cui un ente di 6mila abitanti può essere socio di più società, mentre uno di 40mila abitanti deve limitarsi a una”.

Argomenti tecnici, ma in poche parole a Marson potrebbe riuscire la stessa operazione di assorbimento riuscita con Aeroporto e trasporti, anche con il Depuratore, proseguendo con l’altra partecipata che deve chiudere i battenti, Ecoalbenga e non si fermerebbe qui… la piana d’Albenga fertile e ricca d’acqua è davvero un bel bocconcino.