Enpa Savona – Qualificate società di diving portano decine di turisti a fare immersioni subacquee attorno alle isole di Bergeggi e Gallinara; Il Centro di educazione ambientale della Riviera del Beigua insegna a bambini e turisti l’amore per il mare e le sue creature con nuotate in superficie lungo la costa da Savona a Varazze; il tutto con maschere, boccagli e bombole e senza uccidere pesci o asportare conchiglie; diversi battelli organizzano piccole crociere alla scoperta dei cetacei al largo della costa ligure in compagnia di esperti cetologi. Queste sono davvero le attività ecocompatibili, produttive di posti di lavoro e guadagni meritevoli e che purtroppo non godono di aiuti pubblici e sponsorizzazioni.

Il mare è sempre più svuotato delle sue creature a causa di una pesca professionale supertecnologica e di un esercito di pescatori sportivi, o di raccoglitori improvvisati sulle spiagge, con l’aggravante di un inquinamento mortale. Eppure il Ministero delle politiche agricole e forestali e la Regione Liguria stanno elargendo ingenti fondi pubblici alle imprese di pesca affinché si attrezzino con il pescaturismo e l’ittiturismo, in cui i turisti partecipano alle pescate dei professionisti, con tanto di pranzo, per conoscere attrezzi e metodi di cattura locali.

La Protezione Animali savonese spera quindi che i porti liguri non accolgano le barche da pescaturismo. In una situazione pesante in cui tre specie marine su quattro sono in netto calo e molte di quelle un tempo più “comuni” sono in estinzione, non c’è bisogno di trasformare i turisti in pescatori ma è necessario convincere tutti che occorre mangiare meno pesce e cominciare a frequentare il mare senza uccidere nessun animale.