di Roberto Melone e Davide Milani (Comitato Acqua Pubblica Savonese) – L’accesa discussione anzi, il vero e proprio scontro in atto tra partiti e istituzioni, sulla questione della depurazione delle acque nel ponente savonese ci lascia davvero allibiti.

E questo per una semplice ragione: tutte le forze politiche e le istituzioni da esse governate si stanno scontrando sulla base delle appartenenze e non certo per il bene comune. Per cui, se tizio sostiene una posizione, ma è dello schieramento opposto, tale posizione è da contrastare, a prescindere.

In realtà la questione vera, reale è una sola: la costruzione del depuratore e la sua gestione per i prossimi trent’anni, deve essere interamente pubblica o apriamo la porta ai privati?

Come Comitato Savonese Acqua pubblica non abbiamo dubbi, e nemmeno i 15.000 cittadini savonesi che hanno firmato per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua.

Il depuratore ingauno, che si deve fare, visto che anche una perizia della stessa Amministrazione Provinciale dice che andare al depuratore di Borghetto Santo Spirito costerebbe di più, deve essere costruito e gestito in forma assolutamente pubblica, reperendo i soldi necessari attraverso un finanziamento che si può reperire da banche di Credito Cooperativo e con Banca Etica che può svolgere un ruolo di coordinamento e di garanzia etica dell’intera operazione.

Questa proposta, concreta e percorribile, noi l’abbiamo fatta ben tre anni fa, in un convegno del dicembre 2007, alla presenza del Prof. Riccardo Petrella, docente all’Università di Lovanio (Belgio) e presidente del Contratto Mondiale sull’Acqua, ma chi allora gestiva l’operazione e il potere nelle nostre istituzioni ci ha rise in faccia e, peraltro, continua a farlo anche oggi.

Ma non è più tempo di ridere. Oggi, anno 2010, anche nella nostra provincia i movimenti in difesa dell’acqua pubblica “alzano la voce” e dicono che occorre fermare qualsiasi operazione che veda l’ingresso di società private nella gestione dei nostri servizi idrici, almeno fino al referendum della prossima primavera. Non solo: indicano anche percorsi concreti contro le privatizzazioni e chiamano le cittadine e i cittadini ad informarsi e mobilitarsi contro ogni tentativo di scavalcare la volontà popolare che vuole il referendum ed è contro qualsiasi forma di privatizzazione dell’acqua.

Ovviamente restiamo aperti e disponibili al confronto nella consapevolezza e nella certezza che l’acqua ha una tale forza evocativa capace di parlare a tutti, anche agli avversari ma anche convinti che, senza una scelta chiara e decisa verso forme di gestione pubblica il confronto diventa difficile se non impossibile.

* Roberto Melone e Davide Milani – Comitato Acqua Pubblica Savonese