Dopo l’apertura, lo scorso lunedì, con la presentazione del libro di Giuliano Galletta, alla presenza del Poeta Giuseppe Conte, la rassegna “Serate d’Autore”, giunta quest’anno alla settima edizione, prosegue domenica 25 luglio, presso il Giardino di Sala Marexiano, alle 21,30, con il raffinatissimo Maurizio Maggiani, già vincitore del Premio Strega, Campiello e Viareggio.

Maurizio Maggiani presenterà al pubblico la sua ultima fatica letteraria: “Meccanica celeste”, edito da Feltrinelli, a cinque anni di distanza da “Il Viaggiatore notturno”, che gli valse, nel 2005, il Premio Strega.

La rassegna proseguirà con altri appuntamenti molto attesi:

  • Il 3 agosto Don Andrea Gallo racconterà la sua personale saga accanto agli “ultimi” di “Così in terra, come in cielo”.
  • Il 7 agosto, eccezionalmente alle 18,00, a Palazzo Elena Pietracaprina, il cantautore Roberto Vecchioni, nella veste di scrittore presenterà “Scacco a Dio”.
  • L’8 agosto Daria Colombo proporrà “Meglio dirselo”. L’Autrice parla, con leggerezza e profondità, della famiglia e della vita che è comunque condizionata dall’infanzia, dei sentimenti che nutrono e soffocano, dell’energia segreta che le donne riescono sempre a trovare in se stesse.

MECCANICA CELESTE – MAURIZIO MAGGIANI – Maggiani narra cantando, non stilizza, non chiacchiera: scolpisce, suona, dipinge. Che cosa? La sua terra d’elezione antica e ribelle, che accanto alla nativa Lunigiana risale l’Appennino aggirando la vertigine delle Apuane, gli abissi bianchi affacciati alla riviera. Dalla conquista romana all’occupazione nazista: la storia non è che una valle di profughi, di orfani migranti, di genti ferite ma libere e, a modo loro, felici.

L’Autore innesta gesti epici e memorabili sull’elegia inesauribile del paesaggio umano: il prete dinamitardo don Gigliante; la mitica madre, la Duse, eroica maestra camminatrice delle selve, cui si consacrò l’immortale Santarellina, all’ombra di forre selvagge dove appare e scompare l’Omo Nudo, scampato al lager e malato di nostalgia per gli anni ruggenti del Novecento, che rivivono nell’amicizia di un leggendario campione inglese di automobilismo e si spalancano sulle incognite del nuovo millennio: «La notte che ho messo incinta la mia donna – è l’incipit del romanzo – Barack Obama è stato eletto quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America».

“Meccanica celeste” è una storia di storie, di uomini che volano come uccelli, dalle rupi, sognando il mare greco dell’Iliade. Maggiani si abbandona con pudore e devozione alla narrazione di un’intera stirpe, una nazione silvestre che coltiva castagneti come monumenti e si onora silenziosamente di essere al mondo: «Tutta questa vallata è piena di tempo ed è stata popolata di uomini che hanno tirato avanti diffidando del tempo, sospettando che ce ne fosse più di quanto non gli avessero venduto insieme ai calendari».

Perché la Garfagnana può essere il mondo, un mondo aspro e amico che ti adotta e a cui ci si arrende, nello splendore severo di memorie private e collettive, lungo stagioni senza tempo. Un mondo da cantare smisuratamente, alla maniera di Omero, fiutando il mistero della “meccanica celeste” nel silenzio indifeso delle sue notti: «Se anche passasse ora un’automobile, giù nella statale lungo il fiume, farebbe lo stesso rumore di sessant’anni fa, e non romperebbe questo silenzio, che è il suono in cui sono cresciuto. Come la nota che ancora propaga nell’universo il suono della creazione; si spegnerà quando si spegneranno le galassie e tutto il resto».