di Sandra Berriolo – Camminando per Albenga, ma non solo, ogni tanto mi imbatto ancora nel prodotto interno lordo di un cagnetto o cagnone. Qualcuno ancora non si degna di raccogliere e trovarselo all’improvviso davanti è peggio in estate che in inverno. Le scarpe son più sottili e magari aperte, guardi il cielo come è bello, incontri gente da salutare, fai lo slalom tra turisti in ordine sparso e politici in capannello. E poi l’odore, anche quello è peggio in estate che in inverno. E poi le mosche…

Stamattina all’improvviso mi son tornate in mente immagini, e odori, di decine di anni fa. Proprio a causa di un incontro di siffatto genere in una via abbastanza centrale ma scarna di verde magicamente un cassetto della memoria si è aperto, facendomi ricordare come diverse erano le “buse” (torte al cioccolato le chiamavamo coi miei cugini) sui sentieri dell’entroterra di quaranta anni fa. Intanto era normale trovarle in mezzo al cammino ed era normale scansarle, e senza schifo, pur segnalate da decine di mosche festanti. L’odore era diverso, molto più intenso ma meno fastidioso, forse perché il cibo della mucca ruspante era vegetale e non inscatolato come quello dei moderni canidi. O forse perché inserito in quello del verde circostante, dell’aroma di fieno appena tagliato, delle more che avevi appena mangiato. Oggi invece è una puzza a se stante, incastonata negli autobloccanti che separano magnolie distanti 100 metri l’una dall’altra. E anche la figura, diciamolo, potrebbe avere un design migliore: vuoi mettere la forma torta al cioccolato? Insomma, scusate se torno con un argomento di m… ma il ricordo è stato dolce, pensate un po’, al confronto della rude attualità.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo