di Fabrizio Pinna – Bilancio relativamente positivo per la seconda edizione di Note di Notte nei Musei promossa da Palazzo Oddo che si è tenuta ieri ad Albenga. Buona l’affluenza e il gradimento generale del pubblico che ha seguito in ordine tutti i sei brevi ma pregevoli concerti previsti dal programma nelle sei tappe del percorso (Torre Civica, Museo Diocesano, Palazzo Scotto-Niccolari, Museo Navale, Palazzo Oddo) e ancor migliore l’affluenza per tutta la serata nei musei, nella Galleria d’Arte Moderna (Gama) e nelle varie sale espositive rimaste aperte al pubblico sino alla mezzanotte.

Nel complesso, la Note di Notte nei Musei ha mantenuto il fascino della prima edizione, anche se il centro storico era meno animato rispetto allo scorso anno in cui però la manifestazione si tenne di sabato. La scelta di svolgerla quest’anno di lunedì ha ovviamente influito, amplificando probabilmente anche lo scarso sostegno di esercenti e commercianti: troppi i negozi e persino i bar chiusi, tanto che attraversando le vie del centro storico seguendo il percorso dei concerti e dei musei si respirava a tratti – per così dire – un’atmosfera più autunnale che di agostana vigilia di San Lorenzo.

Al di là di questo noto copione che spesso si ripete ad Albenga, rimangono anche alcuni “meccanismi” da mettere meglio a punto e qualche nuova soluzione da studiare per i problemi che  manifestazioni del genere comportano, come hanno riconosciuto gli stessi organizzatori.

Gli spazi ristretti dove si tengono i concerti creano una calca del pubblico eccessiva, e hanno costretto molti anche ieri sera – com’era peraltro avvenuto già lo scorso anno – a rinunciare ad assistervi, con qualche malumore che non è mancato; tra il pubblico presente, c’è chi ha suggerito di inserire due turni per i concerti, cosa che però richiederebbe la disponibilità dei musicistisi a prestarsi a una doppia esecuzione ravvicinata degli stessi pezzi e, naturalmente, una nuova articolazione negli orari e nella programmazione.

Necessario inoltre inserire dei “tempi morti” tra i concerti in modo da consentire gli spostamenti senza il rischio di perdere l’inizio del seguente, com’è successo ed è stato lamentato da alcuni. Al tempo stesso, chi non è interessato alla musica passeggiando chiassosamente tra le sale delle esposizioni museali inevitabilmente disturba sia i musicisti sia il pubblico. Per una manifestazione che non vuole rinchiudersi in una nicchia eccessivamente elitaria ma aprirsi a un pubblico più eterogeneo, anche questo è un inconveniente che va maggiormente tenuto in considerazione.