“Troppi appuntamenti con le bancarelle sul lungomare di Varazze rischiano di inflazionare il lavoro degli stessi ambulanti, andando anche a penalizzare il lavoro dei commercianti della città, oltre che a rappresentare una fotocopia del mercato settimanale del sabato”. Così Ascom e Albergatori di Varazze.

«Le considerazioni – spiegano i due presidenti Milena Ratto e Andrea Bruzzone – sono di molti dei nostri Associati i quali rilevano come la presenza prolungata di diversi mercatini, che l’Amministrazione comunale ha autorizzato in questi ultimi mesi, abbia sollevato serie perplessità.

L’Ascom-Confcommercio è d’accordo affinché in cittadine turistiche come Varazze, si ospitino i cosiddetti “mercatini”. Ma con regole ben precise, un po’ come per le sagre paesane. Secondo noi le diverse esposizioni dovrebbero proporre prevalentemente prodotti di artigianato, antiquariato, o articoli originali, tipici, ricercati, difficili da trovare in commercio, proprio per non porsi in concorrenza con questo. E, intanto, gli stessi mercatini non dovrebbero rappresentare la fotocopia del mercato settimanale in attività ogni sabato a Varazze che, peraltro, non sta sicuramente vivendo uno dei suoi periodi migliori, tra continui spostamenti e l’incertezza su una destinazione futura».

«Ancora, i mercatini hanno la forza di uno strumento per rivitalizzare un’area o un quartiere. Quindi devono essere possibilmente collocati in luoghi nei quali possano essere di supporto all’economia di quella particolare zona. Il calendario delle bancarelle sul lungomare, inoltre, dovrebbe prevedere appuntamenti sporadici, proposte una volta al mese, proprio per rappresentare una piacevole eccezione per l’ospite o il residente. Una sorta di appuntamento saltuario che, secondo noi, non dovrebbe durare più di un giorno, a costo – diversamente – di perdere di significato, originalità e caratteristiche peculiari».

«Vale la pena soltanto di ricordare come il Comune di Varazze, su suggerimento delle Associazioni di categoria, si sia dato un regolamento tale da evitare sagre e feste politiche in centro città nel periodo estivo, con buoni risultati per tutti dopo anni di polemiche e grandi disagi. Infine, i mercatini in questione devono essere possibilmente proposti in periodi di non particolare “affollamento” affinché possano contribuire a quella destagionalizzazione di cui tanto si parla. Tutto ciò non l’abbiano visto negli ultimi mesi e, in particolare, nell’estate 2010. La conclusione è una sola immagine: proviamo ad immedesimarci in quel commerciante che vende gli stessi articoli che il mercatino propone ripetutamente, e che essendo la sua un’attività commerciale fissa, paga affitto, tasse e imposte varie, partecipa a iniziative locali tutto l’anno, il quale si ritrova nei periodi di bassa stagione solo con un cerino in mano e l’insegna accesa».