Sarà inaugurata sabato 14 agosto alle ore 20, alla Fortezza di Castelfranco a Finale Ligure, la sesta edizione della Rassegna della Fotografia di Mare, organizzata dall’Associazione culturale Frammenti con il patrocinio della Regione Liguria, della Provincia di Savona, del Comune di Finale Ligure e della Fondazione De Mari.

Fino al 31 agosto saranno esposte a Castelfranco opere che trattano il tema del mare secondo diverse prospettive: ambientale, sociale, naturalistica, artistica.

Gli autori, provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa, sono fotografi che hanno interpretato e documentato il mare secondo le proprie tensioni personali.

Troviamo così immagini sulle isole Lofoten e sui comportamenti degli italiani al mare, scatti subacquei di pesci che si fanno toccare ed accarezzare e foto delle onde che si frangono sulle coste del Portogallo, immagini sulla vita dei pescatori nella striscia di Gaza e immagini dei cerianti, animali che, come i coralli e le gorgonie, si presentano come dei vegetali, oltre a foto che mettono in evidenza il contrasto tra il rigido mondo della terra e quello fluido dell’acqua.

Ai questi lavori (firmati da Susy Mezzanotte, Antonio Bignami, Osvaldo Pieroni, Luca Tommasini, Alessandro Puccinelli, Francesco Turano e Gino Russo) si aggiunge una sezione che documenta l’esplosione della piattaforma petrolifera Deep Horizon, avvenuta nell’aprile scorso nel golfo del Messico. Queste ultime immagini sono state concesse in uso dalla Steadfast TV di Londra, dalla Us Coast Guard e dalla Marine Photonbanck.

La sera di mercoledì 25 agosto sarà presentato il quarto volume della raccolta “Sguardi sul mare” curata dall’Associazione Culturale Frammenti. Il libro contiene le immagini esposte ed i testi illustrativi dei lavori e dell’intero progetto. La mostra sarà visitabile tutte le sere dalle 20 alle ore 24. L’ingresso è libero.

Susy Mezzanotte presenta a Finale un reportage sulle isole Lofoten, situate al largo della costa norvegese. L’intera economia di queste isole dipende dalla pesca dello stoccafisso, che viene lavorato, essiccato ed esportato. Le immagini di Susy mostrano paesaggi selvaggi con aspre montagne, simili ad avamposti di fortificazioni naturali, che si ergono sul mare. Dalle foto di Susy Mezzanotte traspare la fatica del lavoro dei pescatori norvegesi, ma anche il senso di una comunità unita, forte ed orgogliosa delle sue tradizioni.

Antonio Bignami è autore di un lavoro subacqueo realizzato nei mari dove si pratica il fish feeding. Ci si immerge e si cerca di avere un contatto anche fisico con i pesci, che vengono attratti dal cibo che si offre loro. L’offerta di un pasto permette di avvicinare i pesci fino a poterli toccare, accarezzare o addirittura farsi trasportare, come è mostrato nell’immagine di uno squalo-balena che traina un sub agganciato alla sua pinna dorsale. Bignami è un subacqueo che fotografa con una forte tensione artistica, sfruttando le condizioni del lavoro acquatico per realizzare scatti pittorici che mescolano il fluido mondo in cui è immerso con la ricerca di un rapporto dinamico tra l’uomo e l’ambiente.

Osvaldo Pieroni è un fotografo calabrese che associa il lavoro di professore universitario alla ricerca visuale sul rapporto tra uomo e ambiente. Questa volta ha posato lo sguardo sulle spiagge italiane per raccontare con un certo humor il modo di vivere l’estate al mare dei bagnanti sui litorali della penisola. Ne è scaturita una serie di fotografie dai colori densi e saturi, immagini dove la carne umana ammassata richiama l’idea delle colonie delle foche marine che poltriscono in comunità comunicanti, come accade sulle nostre spiagge, trasformate in condomini di mare. Il telefonino, lo shopping, le sedie, i tavoli, gli ombrelloni e qualche abbraccio intimo, mostrano che tra il modo in cui si vive la spiaggia, e quello in cui si vive la propria casa o la vita urbana non c’è molta differenza.

Luca Tommasini è un giovane fotografo romano che lavora in un’organizzazione non governativa che si occupa di problemi sociali e umanitari. Il suo è un lavoro realizzato tra i pescatori della striscia di Gaza. Sono immagini in bianco e nero che si sposano con i drammi umani di un terra martoriata da decenni di conflitti. Nei volti e nei gesti di questi pescatori si può osservare l’intensa mestizia, la rassegnazione nei confronti di una realtà soffocante, che non consente di svolgere le normali attività della pesca per via del blocco navale operato dagli israeliani. Sulla striscia di Gaza non è possibile vivere la libertà del mare e quelle poche cassette di pesce che mostrano le immagini non possono che essere metafora della miseria, della vita di pura sopravvivenza e di penuria materiale e morale che questi uomini conducono.

Il lavoro fotografico di Alessandro Puccinelli è stato realizzato sulle coste del Portogallo, dove le onde oceaniche battono sulla battigia come su una grancassa, emanando un fragore tipico, profondo e misterioso. Ogni onda ha la sua personalità, le sue forme, i suoi volumi, le sue pieghe che si arrotolano e si srotolano lungo la linea di costa. Come nel teatro, dove l’azione scivola in un divenire effimero, così ogni onda parla e mostra il suo percorso erratico. Talvolta si presenta fluida come il tempo, altre volte appare corrucciata, altre volte esplosiva, altre volte ancora spumeggiante e decorativa sullo sfondo di una sterminata pianura d’acqua. In queste suggestive immagini in bianco e nero si consuma una relazione intima fra il cielo annuvolato ed il mare arruffato: insieme danno vita a quadri di forme e luci, immagini di una poesia che si recita davanti agli occhi.

Francesco Turano, fotografo e naturalista, partecipa alla rassegna con un lavoro sui cerianti, animali che, come i coralli e le gorgonie, si presentano come dei vegetali. E’ sorprendente notare che i ciuffi che fuoriescono da quel tronco tubolare e che appaiono nell’insieme come le fronde di una palma, sono in realtà i tentacoli dell’animale che vive in quel tronco. Quando ci si avvicina alla natura e si cerca di comprenderne le qualità non si può che rimanere meravigliati dalla ricchezza delle forme, dei comportamenti e delle identità di ogni specie, che nella sua singolarità rivela la molteplicità e la varietà della vita terrestre e marina.

, con il suo lavoro dal titolo Leggerezza di mare, percorre l’idea di mostrare il contrasto tra il rigido mondo della terra e quello fluido dell’acqua. Quando ci immergiamo, il mare, come elemento liquido, prende la forma dei nostri corpi, li avvolge, li massaggia, li accarezza, li accompagna nei loro movimenti sciogliendo le tensioni fisiche costrittive del suolo su cui ogni giorno poggiamo i piedi.

Il mare s’offre, invece, come spazio di libertà e di leggerezza per ogni essere vivente. Quando poi la pesantezza della corporeità si incarna in persone svantaggiate da un punto di vista motorio, ecco che il mare diventa il luogo privilegiato dove liberarsi dei limiti imposti dal corpo. Il lavoro di Gino Russo intende mostrare il mare come opportunità di alleggerimento dalla condizione di oppressione fisica che vivono le persone disabili. L’accesso al mare senza barriere architettoniche e con servizi adeguati genera sollievo, occasione di socialità e di condivisione solidale. In queste fotografie si racconta, anche, come un gruppo di persone sensibili ai problemi dei disabili, riunite in una cooperativa sociale, abbia organizzato un servizio di assistenza e di accompagnamento al mare ricavando uno spazio di accesso assistito in una spiaggia libera.

L’ultima sezione, dal titolo The Big Hole, racconta i momenti drammatici dell’esplosione della piattaforma petrolifera Deep Horizon, avvenuta nell’aprile scorso nel golfo del Messico. Le immagini esposto sono gentilmente concesse in uso dalla Steadfast TV di Londra, dalla Us Coast Guard e dalla Marine Photonbanck. Le foto, di grande impatto visivo, mostrano l’enormità dell’esplosione, i danni causati e le operazioni di soccorso messe in atto dal sistema americano.