Albenga Ostetricia, Ass. Ciangherotti: “Sulla Sanità mente la Regione Liguria, ecco le prove”

di Eraldo Ciangherotti – Prove alla mano, sulla sanità del ponente savonese mente la Regione Liguria. Mente l’Assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo. Mente il Presidente della Commissione sanità alla Regione Stefano Quaini. Mentono, purtroppo, sapendo di mentire… E questo, se per loro che, da anni, fanno i mestieranti della politica, è una bagatella, invece è un’enorme bestialità per chi ha il sospetto che, a Via Fieschi di Genova, gli abitanti del ponente savonese siano considerati tutti “mentecatti”. In forza delle poltrone occupate, infatti, i nostri amministratori regionali credono non solo di essere loro i più furbi, ma anche gli unici patentati a dettare legge. Gli altri zitti, muti e rassegnati. E invece, no. Non va così. Si prenda atto non solo delle repliche e smentite a pioggia, ma anche delle prove, esibite qui, tutte scientifiche con dati e quant’altro.

Prima di tutto, “nessuna morte per parto all’Ospedale S.M. Misericordia” ha replicato, questa mattina, dalle colonne de La Stampa, la Dott. Gisella Airaudi, responsabile della struttura semplice di ginecologia al nosocomio ingauno e in servizio come ginecologa al Santa Corona di Pietra Ligure, smentendo clamorosamente, nel dibattito sulla creazione del punto nascite, le recenti dichiarazioni del consigliere regionale dell’IDV, Stefano Quaini, che ha rivelato di essere ottimo medico quanto mediocre politico.

È bastato poi un semplice conto della serva, per smentire la Regione Liguria anche sui dati scientifici tirati in ballo in questi giorni dal Consigliere regionale Quaini. Infatti, nel distretto socio-sanitario n°4 (Ospedale Santa Maria di Misericordia) sono nati, nel 2009, ben 520 pargoli contro i 434 nati nel distretto socio sanitario n°5 (Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure). Basta già questo dato per capire le clamorose “frottole” raccontate dalla Regione Liguria, quando, per voce dell’Assessore regionale alle politiche sociali Rambaudi, si legge che “un asse di razionalizzazione, seguendo parametri scientificamente incontestabili, riguarda il tema dei punti nascita affrontati con uguale misura in tutta la Liguria”. Il primo dato scientifico è questo, il distretto albenganese ha più nascite del finalese. Eppure i bambini, ad oggi, continuano a nascere fuori dal nosocomio ingauno.

Ma non finisce qui. Basta visitare i reparti dell’Ospedale S.M. Misericordia, per vedere con i propri occhi che, ad Albenga, è attiva una rianimazione, costituita da 4 letti completi (anche se predisposta per 6 postazioni) dotati di respiratori di ultima generazione, con monitor multiparametrici e stazione di controllo. Il meglio della tecnologia moderna, in una stanza, un open space, ad atmosfere e temperature controllate, con i ricambi d’aria previsti in base alle più stingenti normative internazionali. Voci di corsia narrano che il Direttore di Dipartimento e Primario di Rianimazione dell’Ospedale S.Corona di Pietra Ligure avesse chiesto di trasferire tale strumentazione da Albenga a Pietra, offrendo in cambio… bontà sua… le attrezzature oramai datate di Santa Corona e un ecografo, probabilmente ereditato da qualche avo. Oggi, il Reparto di Rianimazione di Albenga lavora cinque giorni su sette, restando chiuso nel fine settimana, periodo in cui i pazienti vengono dirottati su altro ospedale. Per attivare il servizio a 7 giorni su 7, servirebbero, esagerando, 300.000 € all’anno, per pagare 2 medici anestesisti (75000 € x2 se entrambi in ruolo, oppure 90.000 € se uno retribuito a gettone), 4 Infermieri professionali (112.000 €) e infine 2 Operatori Socio-Sanitari (48.000 €).

Ad Albenga, poi, è attrezzato un Dipartimento materno-infantile, costato ai cittadini contribuenti ben 1.500.000 euro, come ha denunciato ieri il Cons. regionale Marco Melgrati. Degenza di Ostetricia, sale parto e nido, che, anche ad attrezzature, sono sicuramente all’avanguardia. Un reparto, nel dettaglio, costituito da un’enorme sala di accesso con postazione per l’ostetrica; una sala con vasca per i parti naturali e poltrona parto, ovviamente attrezzata di fasciatoio, lampada riscaldante, culla termica, ecc.. e isola neonatale mobile annessa; una sala parto tradizionale, con lettino parto di ultima generazione e isola neonatale mobile annessa; un’isola neonatale fissa; una sala operatoria per taglio cesareo, con anticamera, completamente attrezzata con lettino, scialitica, ferri ecc…; 8 camere (4 singole e 4 doppie) con bagno privato e sistema sitting room (per mamma con bambino) per un totale di 24 letti e 24 culle; il nido attrezzato con le migliori cullette sul mercato, di cui una, termica, per i neonati a rischio (anche gemelli) monitorizzata per rilevare tutti i parametri vitali del bambino. Anche qui, per attivare il servizio del punto nascite e non penalizzare l’Ospedale di Albenga, la Regione Liguria ha quattro opzioni, che paiono “garbatamente” intelligenti e pure fondate per gli addetti ai lavori. 1) Spostamento della maternità da Pietra Ligure ad Albenga, con un costo per la Regione pari a 0 €. 2) Progetto pilota “casa parto” (costo inferiore a 100.000 l’anno) già sperimentato con grande successo, in strutture importantissime a livello nazionale, in Regioni governate, oggi o in passato, dal centrosinistra (Piemonte, Toscana, Emilia). Sono servizi che funzionano solo per parti programmati, in genere un centinaio l’anno. 3) Attivazione, sic et simpliciter, del reparto di Ostetricia ad Albenga, con un costo pari a 700.000 € l’anno con 4 medici (per un costo di 300.000 €), 5 ostetriche (per un costo di 140000€), 5 Infermieri professionali (per un costo di 140000 €) e infine 5 OSS (per un costo di 120000€). 4) Estensione del reparto di Ostetricia di Pietra su Albenga, al costo di 390.000€ all’anno con 2 medici (150.000 €), 3 ostetriche ( 84000 €), 3 Infermieri Professionali (84000 €) e 3 oss (72.000€).

Nelle migliori delle ipotesi, al massimo, una spesa di 1.000.000 di euro all’anno, perchè tornino al più presto, ad Albenga, l’ostetricia e la rianimazione sette giorni su sette. Se la salute dei cittadini è un bene primario senza colore di partito politico, allora occorre che lavoriamo insieme per il territorio. Per la nostra gente. Lanciamo un appello agli amministratori dei Comuni del comprensorio (Alassio, Albenga, Andora, Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Castelvecchio di R.B, Ceriale, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Laigueglia, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga, Zuccarello). Alleiamoci insieme nella battaglia per tutelare un servizio sanitario che ci spetta e che pure è ”indispensabile” per la popolazione della Valle Arroscia e dell’alta Val Pennavaire comprendente quindi i Comuni cuneesi di Alto, Caprauna e frazione di Cerisola di Garessio. Noi non ci fermeremo qui. Ci mobiliteremo, in mezzo alla gente, per dare voce alla popolazione tutta che pretende sì meno sprechi dalla Regione Liguria ma non a discapito di un servizio sanitario funzionale all’Ospedale S.M. Misericordia di Albenga.

* Eraldo Ciangherotti – Assessore Servizi Sociali Comune di Albenga

4 Commenti

  1. .luca 73 una ne pensi e 10 ne fai. tanto pirla te lo tieni per te e per tutti quelli come te e che votano come te. Io non ho mai dato titoli a chi scrive. Se commento la pensilina vuol dire che per me e per la cittadinanza qualcosa c’e’, purtroppo gente come te se ne frega e pensa solo al suo piccolo tornaconto e basta. Io comunque continuero’ perche’ e’ una cosa seria etc etc. N.Massa

  2. Ammazza, questo, quant’è fascista!!!
    ps… manca il solito pirla a commentare la pensilina

  3. Grande!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Tabbò non sei mai degnato di cantarle così chiare

  4. Bravo eraldo!!
    E’ ora che la finiscano di raccontare balle in giro, rivogliamo ostetricia ad albenga!

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