di Gino Rapa – Quando nella primavera dello scorso anno Dori Ghezzi è venuta ad Albenga per ritirare il premio Fionda di legno, assegnato dai Fieui di caruggi a Fabrizio De Andrè, al momento del commiato ci salutò con parole toccanti, confessandoci che, giunta da Milano un po’ prevenuta, ripartiva invece con il cuore pieno di felicità, sorpresa dal calore con cui era stata accolta. Aggiunse che Fabrizio, che detestava premi e cerimonie, avrebbe ricevuto molto volentieri la fionda, sentendola davvero sua.

Poi, con la voce e lo sguardo velati dalla commozione, sussurrò: “Un solo rammarico, che Fabrizio non ci sia…questa sera non saremmo tornati a casa, ma saremmo rimasti con voi a cantare nei vicoli”. Queste ultime parole non le abbiamo mai dimenticate.

Del resto, in anni più o meno lontani, tutti noi abbiamo giocato, studiato, lavorato, siamo cresciuti conoscendo i segreti, le voci, i silenzi, gli odori, gli uomini e le donne dei nostri caruggi. Proprio come Fabrizio De Andrè, che è sempre stato con noi e ci ha accompagnato lungo la nostra strada, come poi ha accompagnato i nostri figli e nipoti. Oggi, con i capelli bianchi o brizzolati, continuiamo ad avere nel cuore i nostri vicoli. Per questo ci siamo impegnati per offrire ad Albenga un concerto dedicato al mai dimenticato Faber, non in un teatro o in un auditorium, ma nel cuore del centro storico, nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi, dove le contraddizioni della società moderna appaiono ogni giorno in tutta la loro stupida gravità.

Questa sera, insieme al buio si diffonderanno da piazza San Michele verso gli angoli più appartati della città vecchia le note e i testi del Pescatore o di Via del Campo, di Bocca di Rosa o di Creuza de ma’. Sarà un modo “forte” di stare insieme, di fare comunità, di conoscere gli altri e di aprirsi al prossimo. Magari sconosciuti, ma affratellati da una musica e da parole che sovente sono vere e proprie fiondate contro l’egoismo, l’intolleranza, i soprusi, il malaffare.

Sarà come se Fabrizio fosse davvero rimasto con noi a cantare nei vicoli. Proprio come Dori Ghezzi avrebbe desiderato. Per aiutarci nella realizzazione di questo piccolo evento avremo la collaborazione dei Gente de ma’: Pino Caratozzolo, pianoforte e voce, e Roberto Frazzetto, chitarra mandolino e voce. Di loro Dori Ghezzi aveva apprezzato la naturalezza, la fedeltà nell’esecuzione dei pezzi di Faber, senza nessun effetto speciale aggiunto. E, soprattutto, sono due amici animati dallo spirito dei caruggi.

Per l’occasione saranno accompagnati da due grandi, straordinari artisti, che hanno rinunciato ad impegni importanti, pur di essere presenti: Marco Moro, flauto,ottavino e fisarmonica e John Gottard, batteria e percussioni. Nella speranza che il messaggio di De Andrè e dei Fieui di caruggi venga recepito. Per un mondo migliore.

* Gino Rapa – Fieui di caruggi