La rassegna “Fabbriche in concerto” approda questa sera, venerdì 10 settembre, alla Fruttital di Abenga con il concerto “Grande Sud” di Eugenio Bennato, un percorso musicale di grande fermento creativo che affonda le sue radici nella tradizione. Si chiude con questo concerto la prima edizione del progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Savona e organizzato dall’Associazione Culturale Corelli con il patrocinio della Regione Liguria e dell’ I.N.A.I.L., la collaborazione dei Comuni di Albenga e Cairo Montenotte, della Fruttital – GF GROUP, de La Filippa e il contributo della Fondazione “A. De Mari”.

Eugenio Bennato, musicista, ricercatore di musica popolare e innovatore nello spettacolo “Grande Sud” ripropone il suo stile inconfondibile che da sempre lo contraddistingue. La sua musica, il ritmo della taranta, si avvale di tecniche strumentali che fanno uso di strumenti strettamente legati a quel mondo, come la chitarra battente, il tamburello e la mandola e che ben si fondono con esperienze e generi musicali contemporanei. Nelle note delle sue canzoni c’è tutto il fascino del sud, c’è la magia del Mediterraneo e dei popoli di diverse etnie che si incontrano e restano legati dalle semplici note del tamburello.

In scena accanto a Eugenio Bennato ci saranno quasta sera i musicisti che da anni lo accompagnano: Ezio Lambiase (chitarra classica e elettrica ), Mohammed Ezzaime El Alaoui (violino e voce), Walter Vivarelli (percussioni), Stefano Simonetta (basso e chitarra elettrica), Sonia Totaro (vocalist).

Nell’occasione verra anche presentato “Brigante se more. Viaggio nella musica del Sud”: “Questo libro è la storia di una ballata, l’ha scritta Eugenio Bennato insieme a Carlo D’Angiò e racconta la ribellione della gente meridionale all’invasione piemontese del 1860, ma parla anche di tante altre storie di ribellione e lotta e non asservimento alla retorica di Stato. Brigante se more si è diffusa a macchia d’olio, risvegliando questioni tenute in poco conto nelle stanze della storiografia ufficiale. È diventata un inno per il Sud, un coro per migliaia di giovani legati al mondo della musica folk e popolare, che cantandola si sono avvicinati all’oscura vicenda del brigantaggio. Poi qualcuno ha confusamente insinuato il dubbio che quella canzone, nata a Napoli in una sera di primavera del 1979, commissionata da Anton Giulio Majano per lo sceneggiato L’eredità della Priora, sarebbe stata scritta un secolo prima, non si sa dove e non si sa da chi, e sono nate dispute e polemiche infinite circa la sua “reale” appartenenza. Qui è lo stesso Bennato a descriverci dettagliatamente il percorso umano e creativo che lo ha portato alla composizione di Brigante se more.

Ma questo è anche un libro su un viaggio attraverso i suoni e i rituali del Sud di ieri e di oggi. È un cammino a ritroso tra terre impervie e soleggiate, per incontrare, fino quasi a vederli in faccia, Ninco Nanco, Carmine Crocco, Michelina De Cesare, e tutti quei briganti dall’anima pura e implacabile che, vivendo le loro vite di battaglia e rapina, stavano segnando profondamente le divisioni e le lotte che sarebbero venute in quella che ancora conosciamo come Questione meridionale”.