Addio a un grande maestro: Claude Chabrol

di Alfredo Sgarlato – A pochi mesi da Eric Rohmer ci lascia anche Claude Chabrol. Se potesse commenterebbe: Godard sta facendo gli scongiuri. Perchè Chabrol era un uomo allegro e divertente, amante della vita, del cinema, del vino e del buon mangiare. Il meglio di sé lo dava quando raccontava di come lui e Truffaut avevano conosciuto Hitchcock. Ogni volta l’aneddoto era completamente diverso. Chabrol nacque a Parigi il 24 giugno 1930. Giovanissimo divenne critico dei “Cahiers du Cinema” la rivista dove lui e gli amici Truffaut, Godard e Rohmer rivoluzionarono la critica cinematografica. Dopo aver ricevuto una piccola eredità girò nel 1958 il suo primo film, Le beau Serge, una storia di vitelloni di provincia.

La vita provinciale, con i suoi segreti e le sue ipocrisie, sarà quasi sempre al centro del suo cinema, che ben presto si tinge di noir, diventando il perfetto contraltare di Simenon (di cui peraltro adattò un solo romanzo, Betty; che non è un noir vero e proprio). Prolificissimo, ne girerà altri 70 A cavallo tra anni ’60 e ’70 raggiunge uno dei culmini della sua carriera con film come La moglie infedele e Il tagliagole, interpretati dalla prima moglie e musa Stephane Audran. Tra anni ’70 e ’80 perde un po’ smalto, anche se i suoi film sono sempre godibili, poi con gli anni ’90 e l’incontro con una nuova musa, l’algida Isabelle Huppert, torna alla forma migliore. I suoi ultimi film, pur ottimi come La damigella d’onore, con Laura Smet, sono stati distribuiti poco e male in Italia. Peccato, perché il pubblico più assiduo amava lui e i suoi film.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato