di Alfredo Sgarlato – Presentate le cinquine dei finalisti al Premio Tenco, che confermano l’attenzione della giuria per i nuovi nomi della musica italiana. Per il miglior disco concorrono: Amor Fou con “I moralisti”, disco apprezzatissimo dalla stampa più esigente, perfetto esempio del nuovo alternative italiano che mescola cantautorato e rock più raffinato (vedi Dente, Perturbazione, Nonvogliocheclara), Baustelle con “I mistici dell’occidente”, già vincitori due anni fa, il nuovo disco non ha convinto i fans della prima ora, ma è comunque molto sopra la media; Samuele Bersani con “Manifesto abusivo”, Bersani secondo me è il classico artista medio, senza picchi né cadute vergognose; Carmen Consoli con “Elettra”, disco che la riporta finalmente ai suoi livelli di inizio carriera e Tetes de Bois con “Goodbike”, gruppo che conosco poco ma di cui mi parlano molto bene. Mi spiace non vedere quello che per me è il miglior disco italiano del periodo, “A sangue freddo” del Teatro degli orrori, ma forse è troppo estremo per il filone che segue il club Tenco.

Per il disco in dialetto concorrono: Collettivo Dedalus con “Mari”, Elena Ledda con “Cantendi a Deus”, Daniele Sepe con “Fessbuk”, Sud Sound System con “Ultimamente”, Peppe Voltarelli con “Ultima notte a Malà Strana”. Non conosco i primi, tutti gli altri sono artisti che ammiro, dovendo proprio scegliere voterei Sepe, il Frank Zappa o John Zorn italiano, a seconda dei gusti. La sezione “Opera prima” vede in campo: Gerardo Casiello con “Contrada Casiello”, Roberta Di Lorenzo con “L’occhio della luna”, Stefano Edda con “Semper biot”, Il Pan del Diavolo con “Sono all’osso”, Piero Sidoti con “Genteinattesa”, Nina Zilli con “Sempre lontano”.

Di questi possiedo solo l’album di Nina Zilli, carino ma non imprescindibile. Su un piano affettivo vorrei vincesse Edda, che negli anni ’80/90 cantava nei Ritmo Tribale, grande punk band (cercate assolutamente, se esiste ancora, il primo LP Boccachiusa) e, dopo uno sprofondamento all’inferno ha ritrovato sé stesso ed è tornato a fare musica. Infine tra gli interpreti di covers sono arrivati in finale: Avion Travel con “Nino Rota l’amico magico”disco che mi ha dato una delusione terribile, Malika Ayane con “Grovigli”, artista che personalmente non mi piace, benché innegabilmente di talento, Cristiano De André con “De André canta De André”, e chi se non lui può farlo?

Fiorella Mannoia con “Ho imparato a sognare”, altra artista di cui ho il massimo rispetto ma non mi appassiona, Paola Turci con “Giorni di rose”, che dopo averla sentita cantare qui ad Albenga al festival Sù la Testa vorrei vedere premiata dalla massima rassegna musicale italiana, perchè lo merita veramente.