di Mary Caridi – Nelle polemiche di questi giorni sugli aumenti dei costi nei servizi erogati ai cittadini, scuolabus e mensa, si stanno accapigliando visioni differenti su cosa sia un servizio sociale. Manifesti uno contro l’altro armato che danno il senso di come esista un approccio totalmente opposto su cosa sia per una collettività il welfare. Secondo l’amministrazione Guarnieri che fa quadrato intorno a Ciangherotti, i servizi sociali devono raggiungere il pareggio. Dunque il comune, a loro parere, non dovrebbe farsi carico della quota che integra l’intero prezzo del servizio. Nel manifesto si danno cifre e numeri su quello che viene definito un “rosso” accumulato dal comune nell’amministrazione precedente. Assistenzialismo, accusa che viene mossa a chi opera politiche di contenimento dei costi per le famiglie. Dunque se i Servizi sociali devono essere un mero consiglio di amministrazione che porta il bilancio in pareggio, a cosa serve chiamarlo sociale? Chiamatela azienda!

I bambini sono i soggetti deboli per definizione e non hanno molta voce in capitolo, dunque abbattere  le nostre adulte e violente contraddizioni e l’odio politico sulla loro pelle è odioso.

Magari che so, arriveranno prima o poi da qualche parte a cacciarli dalle scuole se sono poveri, a istituire  asili nido  privati e lindi  per solo ricchi e accessibili solo a coloro di bianchissima pelle.

La politica italiana delle tangenti, dei soldi sprecati, delle ruberie e delle opere pubbliche incompiute e pagate con  i soldi dei cittadini si deve vergognare di trovare come caprio espiatorio della crisi e farla pagare ai nostri bambini. Prima di alzare la voce contro i più deboli dovrebbero avere il coraggio di guardarsi nell’anima e di avere la stessa innocenza dei bimbi!

*A Modo Mio – rubrica corsara di Mary Caridi