“L’approvazione con una maggioranza variopinta, composta da esponenti di centrosinistra e di centrodestra, della legge che consente di poter cacciare fino a mezz’ora dopo il tramonto è un episodio grave e preoccupante per la gestione della fauna selvatica in Liguria. Veniamo da una legislatura, quella passata, dove a stento si era riusciti a salvaguardare la nostra regione da multe milionarie da parte dell’Unione Europea e da violazioni della legge nazionale sulla caccia”. Così Alessandro Rosasco, della Giunta di segreteria di Radicali Italiani. “Con il voto di oggi – commenta l’esponente radicale –  si è deciso di tornare indietro appiattendosi su posizioni fondamentaliste di quella parte del mondo venatorio che non si ferma davanti a nulla, figuriamoci davanti alle prescrizioni di una legge nazionale che su questo punto parla chiaro.

Oggi – continua Rosasco – chi ha votato a favore o si è astenuto, è diventato inequivocabilmente complice di un voto illegittimo e fuori dal quadro normativo nazionale che all’articolo 18 – comma 7 – della legge 157/92, dispone che i fucili smettano di sparare al tramonto. Contro la “mezz’ora”, inoltre, abbiamo già assistito ad una sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato lo stesso provvedimento approvato dalla Regione Puglia di Vendola precisando che nessuna regione era autorizzata a  modificare il periodo di caccia; quindi non ci sono scuse che reggano se non quelle che ci indicano una classe politica che per accontentare le fasce più estremiste del mondo venatorio mettono letteralmente fuori legge un’intera regione.

Cacciare dopo il tramonto vuol dire cacciare “al buio” con il rischio elevatissimo di sparare non solo a specie protette rese irriconoscibili dall’oscurità ma anche contro altre persone come purtroppo sta già avvenendo a pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria.  A questo punto – conclude l’esponente radicale Alessandro Rosasco – non resta che appellarci alla magistratura e al Governo nazionale (che ha il potere di impugnare la legge) affinchè riportino la Liguria all’interno del perimetro della legalità e dello stato di diritto. L’inerzia, che molto spesso ha un valore politico, non può e non deve prevalere”.