In merito al futuro industriale dello stabilimento Tirreno Power di Vado Ligure, le Associazioni ARCI e ACLI propongono alle parti interessate un Progetto che può riscontare un ampio consenso nelle istituzioni e più in generale nella cittadinanza (soluzione che peraltro ricalca quella già raggiunta 20 anni fa e mai attuata).

La proposta viene incontro a diversi punti più volte richiesti dalla dirigenza Tirreno Power e dai sindacati (aumento potenza, mantenimento dimensioni di produzione, maggior efficienza produttiva, consolidamento occupazionale, commesse per la costruzione del nuovo gruppo).

Questa soluzione permetterà, a fronte di una modesta riduzione dei profitti di Tirreno Power, di ridurre dell’80-90% il danno ambientale in termini di inquinamento nella provincia di Savona, riducendo di conseguenza in modo assai significativo i tassi di mortalità prematura della popolazione savonese.

** Il presidente provinciale ARCI-Giovanni Durante; il presidente provinciale ARCI- Davide Caviglia

La Proposta di ARCI e ACLI savonesi

Lo scenario politico e sociale:  la proposta di ampliamento a carbone della centrale elettrica di Vado Ligureavanzata da Tirreno Power che sarà analizzata dagli Enti proposti trova oggi schieramenti nettamente contrapposti, dauna parte l’azienda, la quale però produce energia nelle altre centrali in Italia con gas naturale, le organizzazioni sindacali, che intravedono nell’investimento sicure opportunità occupazionali, l’Unione industriali che rappresenta aziende interessate ai lavori di costruzione e ristrutturazione, dall’altra una rete di Amministrazioni Comunali che si sono espresse nettamente contro l’ampliamento a carbone (oltre Vado Ligure e Quiliano anche Savona, Bergeggi,Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo Montenotte), movimenti di cittadini, associazioni ambientaliste, personalità del mondo scientifico, culturale e politico della nostraprovincia, della nostra regione e di livello nazionale.Poi ci sono i partiti, un po’ in ordine sparso, con il centro destra favorevole, i partiti del centro sinistra con posizioni differenziate, addirittura all’interno degli stessi partiti.

La proposta di Tirreno Power e quello che può accadere:  le discussioni pubbliche e sui quotidiani sulfuturo di Vado Ligure e Quiliano pare permettano qualsiasi soluzione energetica mondiale, ma bisogna ricordare che ilprogetto in esame riguarda la costruzione di un nuovo gruppo a carbone da 460 mW e un “repowering” dei gruppi 3 e4 a carbone, con una riduzione prevista del 3%(che pare oggettivamente una presa in giro..) di emissioni. Se il progetto venisse bocciato di fatto non cambierebbe nulla, le emissioni rimarrebbero le stesse e Tirreno Powercontinuerebbe a produrre energia da carbone per i prossimi 8-10 anni.Se si vuole superare realmente un modo arretrato di produrre energia elettrica, è necessario fermare il progetto dipotenziamento a carbone e proporre un’alternativa che tenga insieme i bisogni produttivi, l’occupazione e la salute deicittadini.Bisogna fare rete tra Enti Locali, associazioni, movimenti e forze politiche, per chiedere alla regione Liguria di proporreuna mediazione che però superi la produzione a carbone.

La proposta di ARCI e ACLI:  si tratta di due associazioni che sommano oltre 20.000 associati in provincia diSavona, associazioni di promozione sociale presenti in tutti i territori, compresi quelli interessati maggiormente dallaCentrale di Vado Ligure-Quiliano.Siamo associazioni che comprendono la pratica della democrazia partecipata, la rappresentanza sociale, la qualità dellavita delle donne e degli uomini, il diritto al futuro per le prossime generazioni, il diritto al lavoro, la responsabilità sociale. Insieme vogliamo avanzare una proposta che superi definitivamente la produzione a carbone, sicuramente vantaggiosa per l’Azienda ma con gravi ripercussioni e costi sociali per una zona comprendente ben oltre 80.000abitanti, sui quali gravano molti disagi ambientali e di salute, e che per questo meritano un futuro diverso. Vogliamo però farci carico di una proposta che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e dei bisogni energeticigenerali e non solo della nostra Provincia.

Certo, l’ideale sarebbe consumare tutti meno, in modo intelligente, produrre energie da fonti rinnovabili, e così ci aspettiamo che Tirreno Power investa davvero risorse in tal senso, tuttavia ci rendiamo conto che la Centrale continuerà a bruciare carbone comunque, quindi siamo per proporre la costruzione di 2 nuovi gruppi a gas naturale chesostituiscano definitivamente i gruppi alimentati a carbone.

Tirreno Power, sul proprio sito istituzionale si fa vanto di produrre in tutta Italia ormai in via quasi esclusiva attraverso unità a turbo gas a ciclo combinato, a parte l’idroelettrico di Genova e un’unità di riserva a olio combustibile a Civitavecchia. Proprio a Civitavecchia è stata completamente sostituita con tre turbine da 1.200 mW la precedente produzione inquinante. Perché proprio a Vado Ligure si dovrebbe continuare ad alimentare e potenziare al produzione a carbone? Ci sembra logico e razionale quindi proporre addirittura anche un potenziamento produttivo che però chiuda definitivamente con il carbone.

Vediamo nel dettaglio la proposta che intendiamo avanzare ai Comuni interessati, alle altreassociazioni e movimenti contrari all’ampliamento a carbone, ai rappresentanti in Consiglioregionale della Liguria, alle organizzazioni sindacali, ai partiti politici, ai cittadini e alle cittadine di Vado e Quiliano.

La nostra proposta prevede:  Sostituzione degli attuali due gruppi 3 e 4 a carbone da 660 mw (obsoleti e risalenti a 40 anni fa) con un nuovo gruppo a ciclo combinato da 760 mw a gas naturale (previo adeguamento deisistemi di abbattimento degli ossidi di azoto anche nel gruppo a gas naturale attuale). Questa proposta va incontro a 5 richieste di Tirreno Power:

AMPIAMENTO POTENZA –  1) aumento della potenza totale della centrale di 100 mw (da 1.420 a 1.520 mw), che va nella direzione richiesta di unampliamento della capacità di produzione energetica;

MANTENIMENTO DIMENSIONI DI PRODUZIONE –  2) mantenimento di una potenza complessiva della centrale che permetta, secondo Tirreno Power, di conservare lanecessaria massa critica per stare in modo bilanciato sul mercato dell’energia.Verrebbe quindi meno l’ipotesi prospettata inizialmente dai Comitati di lasciare soltanto il gruppo attuale a ciclocombinato da 760 mw, che secondo la dirigenza Tirreno Power per dimensioni non permetterebbe all’unità produttivadi essere competitiva;

MAGGIORE EFFICIENZA PRODUTTIVA –  3) l’efficienza della produzione sarebbe del 58%, e quindi con un aumento notevole rispetto al 30-35% degli attualiobsoleti gruppi a carbone 3 e 4. L’uso del ciclo combinato consente infatti un’altissima resa elettrica, con coefficienti ditrasformazione dell’energia termica in energia elettrica molto più elevati rispetto al carbone.Questo andrebbe incontro a quanto ripetutamente richiesto dalla dirigenza Tirreno Power, e anche dalla cittadinanza(più efficienza significa meno inquinamento a parità di kwh);

CONSOLIDAMENTO OCCUPAZIONALE –  4) nella situazione attuale sarebbe comunque inevitabile la dismissione dei gruppi 3 e 4 obsoleti e non allineati allenormative europee, con conseguente riduzione delle unità occupate. Con l’aggiunta del nuovo gruppo a ciclo combinatoinvece si otterrebbe il risultato del mantenimento e consolidamento dei livelli occupazionali, venendo incontro in partealle richieste dei sindacati locali.E’ previsto inoltre l’utilizzo di un numero significativo di unità lavorative durante il periodo di edificazione del nuovoimpianto a turbogas, e di adeguamento dell’impianto a turbogas esistente;

COMMESSE PER LA COSTRUZIONE DEL NUOVO GRUPPO –  5) attivazione delle commesse a favore delle aziende specializzate (con preminenza per quelle regionali e locali), per lacostruzione del nuovo gruppo a ciclo combinato. Questo verrebbe incontro anche alle richieste più volte manifestate daisindacati regionali;

MIX DI PREZZO –  6) l’unico punto su cui non si potrà andare verso la direzione prospettata dall’azienda (e a cui l’azienda dovràrinunciare per arrivare a un accordo) è di utilizzare ancora il carbone come combustibile, e quindi su questo puntol’azienda non potrà ottenere un miglioramento del mix dei costi di produzione (che comunque rimarrà ben al di sottodel prezzo di mercato dell’energia, permettendo quindi a Tirreno Power di ottenere comunque un significativo marginedi profitto). D’altronde Sorgenia (la controllante di Tirreno Power) sta ultimando entro l’anno l’apertura in Italia di altre 3 centrali da 800 mw, tutte a gas naturale (e non a carbone).

La dirigenza Tirreno Power dovrà quindi rinunciare a una parte del suo cospicuo utile annuo di esercizio (negli ultimianni ha anche superato i 100 milioni annui) per arrivare a tale compromesso con la comunità savonese (Regione,Comuni, associazioni, Ordine dei medici, ecc), e per poter ridurre i dati drammatici di mortalità e i costi esterni per ilterritorio, valutati dalla Comunità Europea (Progetto Externe) in 140 milioni di euro annui in termini di danni sanitari, all’agricoltura, agli edifici, al turismo, alle multe dovute all’eccessiva emissione di CO2.

In sintesi, questa soluzione permetterà, a fronte di una modesta riduzione dei profitti di TirrenoPower, di ridurre di circa il 85% il danno ambientale in termini di inquinamento, riducendo diconseguenza in modo assai significativo i tassi di mortalità prematura della popolazionesavonese.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE –  Di seguito, gli oneri richiesti a Tirreno Power e dovuti alla cittadinanza e alle istituzioni savonesi, a fronte dell’attivazionedi questo progetto alternativo di ampliamento della centrale:

A) prima dell’attivazione del progetto, la dirigenza Tirreno Power, in collaborazione e sotto il controllo degli enti pubblicipreposti, deve provvedere a istituire un’efficace e capillare struttura di monitoraggio di misurazione delle polveri sottili,andando anche al di là dei limiti di legge (in particolare per le misurazioni delle pericolosissime PM 2,5) per garantireuna maggiore sicurezza per la collettività;

B) prima dell’attivazione del progetto, la dirigenza Tirreno Power dovrà fornire alla Regione e ai Comuni coinvolti unProgetto ben definito e vincolante di sviluppo delle fonti energetiche alternative (in particolare, fotovoltaico e solare).

C) è fortemente auspicabile che Tirreno Power, con altri operatori locali pubblici e privati (Depuratore, Enigas, ecc) econ la collaborazione di Regione e Comuni, avvii una società allo scopo di sviluppare il teleriscaldamento (ovvero ilprocedimento di riscaldamento di abitazioni, scuole, ospedali alimentato dal calore residuo della centrale a turbogas),come ormai operativo nelle comunità più avanzate dal punto di vista del risparmio energetico.Questo permetterebbe di ottenere un grande beneficio per la città di Savona, sia in termini di un minor inquinamento (ilteleriscaldamento è alternativo alle caldaie delle abitazioni), sia di un maggior risparmio sul costo del riscaldamento perle famiglie, e sia di una maggior crescita occupazionale legata all’attuazione di questo alternativo procedimento diriscaldamento abitativo.

Questo documento è presentato inizialmente da ACLI e ARCI provinciali di Savona, le qualiaprono da subito un percorso di concertazione e di raccolta di adesioni.