Alessandro Aschero (SEL) – Abbiamo appreso da un manifesto apparso tristemente sui muri e sulle bacheche di Albenga, diffuso dall’attuale maggioranza, che i servizi sociali, la tutela delle fasce più deboli, la garanzia della dignità minima dei meno abbienti, la lotta alla discriminazione sociale fondata sul censo, sono nient’altro che “assistenzialismo”, come tale da combattere e reprimere.

Secondo la “giunta magica” (per usare l’espressione, che si commenta da sé, apparsa di recente su un articolo di cronaca locale del “Giornale” berlusconiano), è assistenzialismo, dunque, consentire anche ai figli delle famiglie bisognose di fruire della mensa e dello scuolabus come tutti gli altri, evitare che i meno fortunati (sotto il profilo economico) siano costretti a rinunciare a servizi che uno stato evoluto dovrebbe considerare essenziali, ridurre le distanze sociali e consentire a chiunque di avere l’opportunità di sentirsi parte integrante (e non minoritaria né isolata) di una comunità coesa.

L’orrenda logica individualistica che presiede a un ragionamento simile è evidente. Sinistra Ecologia e Libertà ritiene, al contrario, che i servizi sociali debbano sottrarsi completamente a tale indirizzo e, soprattutto, debba essere ripudiata qualsivoglia logica aziendalistica che riduca il problema a una questione di “attivo” o di “passivo” di bilancio.

È del tutto evidente, infatti, che i Servizi Sociali, per loro natura, siano, dal punto di vista economico, necessariamente “passivi”. Purtuttavia, essi costituiscono un “attivo” sotto il profilo sociale e umano. L’attuale governo cittadino ha, in contrasto con questo principio, brutalmente aumentato le tariffe della mensa e dello scuolabus e ha addirittura eliminato la fascia di esenzione per i redditi minori, provocando aggravi di spesa enormi per le famiglie (compresi fra i 220 e i 613 euro annui), giustificandoli con la fredda esigenza di colmare vuoti di bilancio.

Sinistra Ecologia e Libertà ritiene che debba essere condotta una battaglia senza esclusione di colpi contro coloro i quali, con comportamenti truffaldini, hanno fruito o fruiscono indebitamente delle agevolazioni tariffarie connesse al reddito pur non avendone diritto, e che sia giusto condurre indagini più approfondite e articolate al fine di portare allo scoperto simili condotte, ma nel contempo afferma l’insostenibilità di una politica che faccia ricadere sui deboli onesti le colpe dei furbi disonesti.

E intendiamo affermare con forza il principio secondo il quale la solidarietà sociale, il senso del bene collettivo e della crescita comune, l’integrazione, il ripudio delle distinzioni di classe e dell’arrivismo individualistico, la redistribuzione delle risorse e del reddito, siano riconducibili sotto il concetto di “civiltà”.

Quella “civiltà” che il governo locale chiama “assistenzialismo”.

* Alessandro Aschero – Portavoce Per il Circolo Ponente Savonese di S.E.L.

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