Prosegue presso la Pinacoteca Civica di Savona l’ampia retrospettiva dell’artista Bruno Gorgone, dal titolo “Giardino mentale – opere 1980-2010”. La mostra – che si concluderà il 24 ottobre –  presenta una selezione di opere di Bruno Gorgone, artista esponente dell’astrazione italiana, realizzate tra il 1980 e il 2010, costituite principalmente da dipinti olio su tela e da alcuni lavori in vetro di Murano. Le opere esposte costituiscono una sorta di “giardino concluso” nel quale viene evidenziato il percorso artistico dell’autore, concentrato su una personalissima e coerente ricerca riconducibile all’astrattismo e ispirata, nelle varie fasi, ad un giardino interiorizzato e mentale, inteso quale luogo di elezione dell’anima. L’allestimento si sviluppa dalle prime opere contrassegnate dai colori primari, ai lavori basati sui reciproci scambi fra figurazione e astrazione, sino alla fase recente con ascendenze più segnatamente orientali. La mostra è a cura di Germano Beringheli, Catalogo De Ferrari.

Estratto dal testo di presentazione di Germano Beringheli – La vicenda artistica di Bruno Gorgone è contrassegnata, nella sua complessa contemporaneità visiva e culturale, dall’intensità immaginativa che nutre il linguaggio della pittura di penetrante dialettica. Infatti – in costante espansione e confortato dagli scritti di alcuni tra i più preparati critici italiani e stranieri – l’artista ligure continua il proprio viaggio all’interno di una scrittura personale, composta di linee, di spazi, di colore e di luce, cercando traiettorie e passaggi sempre ulteriori tra scorrimenti organici di estrazione naturalista e intrecci strutturali … Delle prime composizioni fitomorfiche di Gorgone – segnate dai verdi, dai rossi, dai gialli – avevo avvertito, in principio e non a caso, proprio l’unidimensionalità di Matisse e l’interesse, nei suoi quadri, per la spontaneità corsiva delle reiterazioni percettive che avevano interessato, la pura visibilità di Focillon. E potrebbe essere, questa, la ragione fondante la pittura di Gorgone che manipola i materiali per renderli flessibili ai concetti, alle idee che – coerente con una nota definizione esistenziale di Sartre – ha asserito, più volte, come le sue opere si pongano rispettose della visione interiore ovvero, appunto, quale “trasparenza sensibile delle idee”.

Bruno Gorgone (Cuneo, 1958). Si interessa attivamente di arte visiva dai primi anni Ottanta. Dopo la laurea in Architettura conseguita all’Università di Genova, si trasferisce a Venezia dove, nello stimolante clima culturale della città lagunare, entra in contatto con numerosi artisti e approfondisce le sue esperienze attraversando varie forme di espressione creativa con particolare attenzione per il vetro di Murano. Realizza tra l’altro l’opera “Ipotesi per una scenografia” in collaborazione con i Teatri Goldoni e La Fenice di Venezia. Dalla fine degli anni Novanta la sua ricerca è caratterizzata da un ulteriore approfondimento del rapporto segno/colore. Nello stesso periodo il critico Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme si interessa al suo lavoro e alle sue sperimentazioni nell’uso dei nuovi media. Ha svolto un rilevante percorso espositivo a carattere nazionale e internazionale esponendo in prestigiose sedi quali l’Orangerie des Jardins du Luxembourg e l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi, la White Box Gallery di New York, il Palazzo delle Prigioni di Venezia, gli Istituti Italiani di Cultura di Innsbruck e di Praga ecc; recentemente è stato invitato a partecipare al VL Premio Michetti-Francavilla al Mare, alla V Edizione della Biennale D’Arte della Magna Grecia, alla Mostra degli Artisti Italiani a Parigi-Commissione Nazionale Francese dell’UNESCO, al Festival dei Due Mondi di Spoleto e al XXXVII Premio Sulmona attualmente in corso. Vive ed opera tra Spotorno e Venezia.