Sistema aeroportuale italiano: Prospettive e timori per il “Cristoforo Colombo”

L’onorevole Sandro Biasotti, capogruppo Pdl alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ha tenuto quest’oggi, presso la sede regionale del Pdl a Genova, una conferenza stampa sul tema dello sviluppo del sistema aeroportuale italiano e sul recente studio affidato da Enac a una società specializzata. I risultati dello studio, hanno come obiettivo quello di creare un quadro d’insieme, che servirà nei prossimi anni a decidere dove investire gli stanziamenti dello Stato e dove, invece, le prospettive di sviluppo sono minori e, dunque, gli eventuali investimenti e interventi infrastrutturali sono legati a scelte di politica locale (regionale, provinciale o comunale).

Il punto di partenza da cui parte lo studio, basato su dati contenuti nella banca dati dell’Atlante degli aeroporti italiani, è che entro il 2030 ci si può attendere un raddoppio del traffico aeroportuale. Fin qui le premesse. Ma a preoccupare sono i risultati: «La ricerca considera tre fasce di scali nazionali, divise per importanza. Ci sono gli aeroporti strategici, che sono 14, quelli primari che sono 10 e quelli secondari. L’Enac ha stabilito che gli investimenti statali vanno indirizzati esclusivamente per gli scali considerati “strategici” – spiega l’onorevole Biasotti – il Cristoforo Colombo, l’aeroporto di Genova, non viene ricompreso tra gli scali strategici. Il rischio concreto è, dunque, che l’aeroporto venga tagliato fuori da ogni prospettiva di sviluppo». Una circostanza che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe durare per i prossimi tre anni: «E’ questo il margine definito da Enac per la revisione dello studio stesso. Va da sé che non dobbiamo attendere tre anni per convincere Enac a rivedere questa graduatoria» – aggiunge Biasotti, che in qualità di capogruppo Pdl della Commissione Trasporti della Camera ha avuto occasione di verificare lo strumento di ricerca in questi giorni. Con Biasoti, alla conferenza stampa, anche Michele Scandroglio, coordinatore regionale Pdl, che pure ha insisto sulla necessità di intervenire per modificare i risultati dello studio.

Dall’incontro con in giornalisti sono apparse chiare le conseguenze negative che l’applicazione tout-court dello studio Enac potrebbe avere per il “Cristoforo Colombo”, la città di Genova e la Liguria. «Mi appello a tutte le forze politiche locali, alle istituzioni, ai parlamentari liguri, agli imprenditori e ai sindacati, affinché si uniscano le forze per chiedere ad Enac di modificare i risultati dello studio. Lo scalo genovese va inserito tra gli aeroporti strategici; credo che lo meriti proprio per il ruolo centrale che la città di Genova ha nello sviluppo del Nord Ovest e per la presenza del primo porto del Mediterraneo – ha detto Biasotti – purtroppo stiamo pagando gli errori strategici e gestionali degli ultimi anni. La mancanza di infrastrutture rischia di far perdere alla città di Genova e alla Liguria l’opportunità di ospitare compagnie internazionali low cost che assicurerebbero business e lavoro per i liguri. In ogni caso questo è il momento di rinserrare le fila e cercare di salvare il Cristoforo Colombo dal declino».

Dunque, un appello all’unità: «Abbiamo perso già troppe occasioni. Oggi la Liguria continua a essere ai margini della politica nazionale, a causa della mancanza di capacità di azione della Regione. Credo che sul tema fondamentale dell’aeroporto ci si possa misurare per cercare di dare un segnale di attenzione allo sviluppo. Io sono pronto a fare la mia parte, da parlamentare, da genovese e da ligure. E’ chiaro che il tempo stringe e che non ci possiamo permettere di rinviare il dibattito su un tema fondamentale come questo».

Poi, per il futuro, Biasotti ritiene che «L’ingresso di un socio di mestiere nella gestione del Cristoforo Colombo è auspicabile, perché rappresenta un fattore strategico per lo sviluppo dello scalo genovese ma non è detto che debba entrare oggi rilevando la maggioranza delle quote azionarie». In Italia non mancano esempi concreti: «Penso a Napoli Capodichino – dice ancora Biasotti – dove la mano pubblica ha mantenuto la maggioranza delle azioni cedendo, dodici anni fa, la gestione del servizio alla British Airport Autority che ha rivoluzionato il concetto stesso di scalo aeroportuale e ha incrementando, in soli tre anni, attraverso l’aggiunta di nuove rotte e nuove strategie commerciali, del 100% i passeggeri trasportati».

Sintesi dei risultati dello studio. Ente Nazionale Aviazione Civile – Studio per lo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale

Lo Studio affidato da ENAC all’ATI One Works – KPMG – Nomisma si è co0ncentrato, seguendo le indicazioni del capitolato contrattuale e dell’apposita Commissione istituita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sugli elementi costitutivi del sistema aeroportuale italiano per individuarne gli scali strategici, gli interventi di potenziamento prioritari e le linee d’indirizzo per lo sviluppo futuro.

Attraverso la banca dati contenuta dell’Atlante degli aeroporti italiani, le previsioni di mercato e l’analisi dei fattori per lo sviluppo, è stato possibile individuare: 5 macrobacini omogenei in termini di distribuzione della popolazione, tessuto sociale ed economico e relazioni con le reti delle infrastrutture che assicurano la mobilità su gomma e su ferro e le relative connessioni modali. Per ciascun macrobacino è stata verificata la capacità aeroportuale necessaria nei prossimi vent’anni ed è stato definito il possibile assetto e l’organizzazione degli aeroporti di riferimento; sono stati inoltre indicati la valenza strategica ed il possibile ruolo di ogni scalo, nonché gli interventi infrastrutturali prioritari necessari per rispondere efficacemente alla futura domanda di trasporto aereo e per garantire adeguati livelli e qualità del servizio; 14 scali strategici per il sistema aeroportuale italiano, di cui 3 gate intercontinentali, su cui concentrare prioritariamente gli interventi e gli investimenti.

Lo Studio ha quindi delineato le principali conclusioni che costituiranno la base per la definizione di opportuni e specifici strumenti di azione e per realizzare il quadro di riferimento strategico per lo sviluppo di ciascun scalo della rete, con adeguate infrastrutture di accessibilità e garanzie di salvaguardia di adeguati spazi per lo sviluppo delle aree aeroportuali.

Le linee guida dello studio seguono la VALUTAZIONE OGGETTIVA E DINAMICA DEL RUOLO STRATEGICO DEGLI AEROPORTI. In base a ciò la valenza strategica degli scali è stata individuata attraverso un processo di valutazione multicriteriale basato su un insieme di requisiti (fattori di sviluppo) che devono e dovranno essere soddisfatti per ciascuna infrastruttura aeroportuale, affinché possa essere considerata scalo strategico del sistema aeroportuale italiano, con priorità di investimento.

In ragione delle rapide trasformazioni del settore, il processo di valutazione è definito in maniera dinamica, al fine di poter cogliere eventuali necessità che potranno emergere anche nel breve periodo, lasciando quindi lo spazio all’eventuale sviluppo di infrastrutture aeroportuali già esistenti. La verifica circa la capacità di soddisfacimento della domanda di trasporto aereo da parte degli scali deve quindi necessariamente essere riproposta su base almeno triennale.

GLI SCALI STRATEGICI DELLA RETE AEROPORTUALE NAZIONALE – Ogni aeroporto della rete nazionale è stato sottoposto alla verifica circa il soddisfacimento di requisiti che rispondono ai fattori chiave individuati per lo sviluppo. È stata quindi definita la rete degli scali prioritari in quanto scali strategici del sistema aeroportuale italiano, secondo l’articolazione che segue. Tale classificazione degli aeroporti di priorità per la promozione di piani operativi specifici e il conseguente orientamento degli interventi e degli investimenti, sia pubblici che a carico del gestore per i complessi infrastrutturali in concessione.

Aeroporti Strategici – Sono gli aeroporti che, a prescindere dal volume di traffico attuale, rispondono efficacemente alla domanda di trasporto aereo di ampi bacini e di traffico e che sono in grado di garantire nel tempo tale funzione, per capacità delle infrastrutture e possibilità del loro potenziamento con impatti ambientali sostenibili, per i livelli di servizio offerti e grado di accessibilità, attuale e potenziale. Per il mantenimento del ruolo sono individuate condizioni, coincidenti con la realizzazione di specifiche infrastrutture, ritenute essenziali per garantire capacità e livelli di servizio adeguati rispetto al traffico atteso. Gli scali strategici comprendono gli aeroporti che per volume e bacini di traffico, per livello dei collegamenti internazionali e intercontinentali, grado di accessibilità e di integrazione con le altre reti della mobilità, svolgono il ruolo di Gate Intercontinentale di ingresso nel Paese. 14 AEROPORTI STRATEGICI – Roma Fiumicino (Gate Intercontinentale), Milano Malpensa (Gate Intercontinentale); Venezia (Gate Intercontinentale), Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Milano Linate, Napoli Capodichino – Napoli Grazzanise, Palermo, Pisa

Aeroporti Primari – Sono gli aeroporti che, a prescindere dal volume di traffico attuale, non risultano attualmente possedere i requisiti di scali a causa di limitazioni fra le quali: vincoli ambientali, accessibilità inadeguata, ostacoli allo sviluppo delle infrastrutture, etc. 10 SCALI PRIMARI:  Alghero, Brindisi, Genova, Olbia, Torino, Trapani, Treviso, Trieste, Verona, Viterbo

Aeroporti Complementari –  Sono gli scali che per la ridotta estensione dei bacini di traffico risultano rispondere ad una domanda di traffico di scala locale, in zone remote o non adeguatamente servite da altri scali e che pertanto svolgono un servizio complementare nella rete. 24 SCALI COMPLEMENTARI:  Aosta, Albenga, Ancona, Brescia, Bolzano, Comiso, Crotone, Cuneo, Foggia, Forlì, Grosseto, Lampedusa, Marina di Campo – Elba, Pantelleria, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rimini, Roma Ciampino, Salerno, Siena, Taranto, Tortolì.