Questa mattina in una conferenza stampa Ezio Chiesa ha spiegato i motivi delle sue dimissioni da assessore alle Infrastrutture. Chiesa, dopo aver rinnovato la stima e la fiducia nei confronti del presidente della Giunta Claudio Burlando «che in più di una occasione mi ha invitato a ritirare le dimissioni e a cui non farò mancare il mio sostegno nella legislatura» e aver riconosciuto l’impegno dei dirigenti, dei tecnici e dei funzionari che operano all’interno dell’assessorato ha motivato il suo abbandono dell’assessorato come diretta conseguenza delle sue dimissioni dal Partito democratico. Secondo Chiesa infatti: «L’assessorato alle Infrastrutture deve essere espressione del Pd». Chiesa ha aggiunto che le dimissioni da assessore sono state «una scelta sofferta: in questi mesi ho svolto con passione il ruolo che il presidente mi aveva assegnato. non sono stanco anzi sono dispiaciuto di lasciare un assessorato che alla fine del mandato sarà riuscito a dare l’avvio a opere per 10 miliardi di euro» .

Chiesa ha aderito al Gruppo Misto ma continuerà «a sostenere con forza il presidente Burlando, la Giunta e la maggioranza» e ha augurato i migliori auguri al suo successore Raffaella Paita.

Per quanto riguarda la gronda del capoluogo ligure, Chiesa ha definito l’opera «strategica per Genova e la Liguria», ha ricordato che, appena assunto l’incarico di assessore, si è « subito attivato per predisporre una serie di atti concreti indispensabili per la realizzazione dell’infrastruttura» . Fermo restando che «bisogna realizzare la gronda, e che il percorso è quello deciso dal Comune», Chiesa ha riconosciuto che esistono problematiche concrete che vanno risolte proprio al fine di realizzare il progetto nel modo più «veloce e senza intoppi». Tra queste ha elencato: «un percorso molto “alto” che finisce per incidere sul traffico solo per il 40% 50% mettendo, forse, a rischio anche il declassamento dell’attuale autostrada nel tratto compreso tra Voltri e Genova; la ricollocazione degli abitanti e delle attività produttive; il fatto che le aree di cantiere coinciderebbero con quelle necessarie per i lavori del terzo valico, infrastruttura che dovrebbe partire prima della gronda. Anche per queste ragioni – ha aggiunto Chiesa – «quando ci sarà il progetto deve passare al vaglio degli uffici regionali», la cui autonomia «oltre che un atto dovuto è un elemento indispensabile visto le competenze della Regione di fronte ad un’opera così strategica». Chiesa ha poi aggiunto che: «La gronda di levante e il tunnel Rapallo-Fontanabuona non devono assolutamente essere mischiati, inserire il traforo nell’accordo di programma del nodo stradale e autostradale genovese voleva solo dire attivare i finanziamenti con una maggiore celerità non certo mettere in discussione la realizzazione della gronda».