Acceso dibattito in Regione Liguria sulle dimissioni dell'assessore Chiesa; centrodestra abbandona aula

Il Presidente della Giunta Claudio Burlando ha comunicato formalmente oggi al Consiglio della Regione Liguria di aver sostituito Ezio Chiesa con Raffaella Paita, nuovo assessore alle Infrastrutture. «Per la prima volta in sei anni informo il Consiglio regionale di un cambio di assessore. Penso che le squadre vadano cambiate poco o niente, ma all’inizio di un mandato mi è sembrato giusto assegnare un incarico di così grande rilevanza a Raffaella Paita. Con Chiesa abbiamo lavorato molto bene, aveva la fiducia mia e della Giunta e aveva sviluppato rapporti importanti col territorio». Dopo aver smentito che le motivazioni della decisione di Chiesa di lasciare il posto di assessore siano legate alla Giunta, Burlando ha augurato buon lavoro al nuovo assessore: «Paita ha interpretato il suo ruolo di capogruppo con grande capacità e sono certo che farà altrettanto in qualità di assessore, è una grande opportunità, visto che è anche molto giovane».

Il dibattito sulla comunicazione del Presidente ha occupato pressoché interamente la seduta del Consiglio regionale.

Alessio Saso (Pdl) ha detto: «Chiesa ha lavorato bene e ha ribadito un principio ovvio: alla Regione spetta dare l’assenso all’opera. Nel momento in cui ha affermato questo, il sindaco di Genova si è infuriato e il Pd ha sfiduciato l’assessore regionale. Chiesa merita rispetto per la sua coerenza, e non è possibile che un partito possa intervenire così pesantemente. I lavori del Consiglio sono bloccati da quindici giorni per un problema politico del Pd, non tecnico. Da questo rimpasto Imperia esce fortificata, con due assessori e tre presidenti di commissioni: uno schieramento di forze così non s’era mai visto, mi aspetto grandi risultati».

«Grottesco – ha detto Raffaella Della Bianca (Pdl) – che la vicenda che ha portato al rimpasto sia partita dalla Gronda di Ponente. Parliamo da vent’anni della necessità di fare infrastrutture, e poi dentro le aule consiliari si fanno giochi diversi. Dopo il dibattito pubblico sull’identificazione del tracciato, la Giunta regionale, con motivazioni surrettizie, ha rifiutato di firmare il Protocollo d’intesa per l’opera. Chiesa chiedeva di inserire il tunnel della Fontanabuona in quell’iter, ma non era possibile. Con 3,3 miliardi di euro di autofinanziamento Autostrade per l’Italia Spa presenterà un progetto esecutivo, ma senza il tunnel. Burlando ha scaricato Chiesa e le promesse elettorali. Lo scontro, gravissimo, tra le istituzioni e nella maggioranza, verte sulla Gronda di Ponente, che non riguarda solo Genova, ma tutta la regione. Mi chiedo se la Regione intenda davvero collaborare con gli altri enti o stia davvero rallentando l’opera»

«È importante – ha precisato Roberto Bagnasco (Pdl) – che un fatto significativo come il cambio in corsa di un assessore su una delle tematiche decisive per la Liguria vada analizzato in Consiglio. Il Pd, “partito grondarolo”, è diviso profondamente e queste difficoltà influenzano pesantemente le attività dell’Ente. Il Tigullio, un territorio di quasi duecentomila persone, ha eletto otto consiglieri regionali: un fatto straordinario. Chiesa aveva impostato la sua campagna elettorale sulle infrastrutture per il Levante e disattende le aspettative degli elettori. Può darsi che Imperia diventi un giardino fiorito, questo non sarà evidentemente il destino del Tigullio.»

«Dispiace – ha detto Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria – Padania) – che un assessore come Chiesa, che si era impegnato per portare avanti una serie di opere, sia stato coinvolto in una vicenda dai toni oscuri. Quando si parla di infrastrutture, le opere dovrebbero essere prima condivise dentro la maggioranza e dentro al partito. Invece le divergenze col sindaco di Genova hanno portato alle dimissioni di un assessore regionale. I chiarimenti non vanno fatti nelle segreterie politiche, ma nelle istituzioni: le infrastrutture sono per il territorio, non per il partito. Di fronte ai veti incrociati del partito sono vent’anni che non si riesce a costruire nulla. Trovo imbarazzante – ha aggiunto – non sapere le vere motivazioni che hanno portato Chiesa, persona seria, a lasciare l’assessorato e il partito.»

«Burlando – ha detto Marco Melgrati (Pdl) – ha infranto promesse elettorali a levante e a ponente: il tunnel della Fontanabuona, cancellata dalle priorità della Regione, e la gronda del ponente, indispensabile, ma rallentata dalla Regione. L’ingresso di Paita ha elevato la qualità e il tasso estetico della Giunta.»

«Le ragioni delle mie dimissioni – ha detto Ezio Chiesa (Gruppo misto) – riguardano il venir meno della fiducia tra me e il mio partito. Non credo che questo debba essere oggetto di discussione in Consiglio. Il tunnel della Fontanabuona non c’entra niente. Agli atti del Consiglio regionale c’è un ordine del giorno che impegnava Burlando a inserire il tunnel della Fontanabuona all’interno del più generale Nodo stradale e autostradale di Genova. Il Consiglio aveva fatto questa richiesta per ottenere più rapidamente i finanziamenti: non si tratta di priorità mie, ma del Consiglio regionale, giustamente ribadite dal Presidente con il rifiuto di firmare il Protocollo per la Gronda. Le opere andranno comunque avanti, anche se il Presidente non firmerà il Protocollo. Non ho mai messo in contrapposizione il tunnel con le due gronde: entrambe sono indispensabili. Gli uffici regionali non stanno rallentando la realizzazione della Gronda. Anzi, ho portato avanti la legge per incentivare gli espropri e mi sono fatto promotore di sei riunioni tematiche con assessori e tecnici del Comune di Genova, della Provincia, dell’Autorità portuale, di Anas e di Autostrade per affrontare i problemi aperti: il passaggio dell’autostrada, lo spostamento degli abitanti e delle attività produttive. Avevamo messo in piedi un tavolo tecnico, politico e istituzionale. Se partirà il Terzo Valico, gli spazi previsti per i cantieri della Gronda saranno utilizzati per il Terzo valico e per quest’ultima bisognerà trovarne altri. Avevo dichiarato che il tracciato era quello individuato dal Comune di Genova, perché ritengo che il territorio maggiormente interessato al tracciato debba decidere, ma è ovvio che Regione verifichi tutte le compatibilità.»

Riguardo al Tigullio, Chiesa ha ribadito che le infrastrutture già programmate andranno avanti, indipendentemente da chi ricopra il ruolo di assessore.

Secondo Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti Presidente) «Le dinamiche interne ai partiti non devono essere discusse in sede istituzionale fino al momento in cui non impattano sull’organo istituzionale, come invece è avvenuto in questo caso. Riguardo alla Gronda di Ponente, vista la sua portata strategica, sarebbe stato opportuno che Comune e Regione avessero trovato un equilibrio anni fa».

«Le polemiche del centrodestra – ha detto Antonino Miceli (nuovo capogruppo del Pd) – riguardano la Gronda di Ponente e la paralisi dei lavori consiliari. La questione della Gronda è stata sollevata in modo strumentale: Chiesa ha chiarito che non esiste nessun dissenso da parte sua né interno al partito e alla Giunta. La questione della paralisi dei lavori in Consiglio è irreale: Chiesa si è dimesso e nello stesso giorno è stata nominata la Paita, il giorno successivo è stato nominato il nuovo capogruppo del Pd, il giorno dopo ancora si è riunito l’Ufficio di presidenza per decidere l’ordine dei lavori. E queste osservazioni vengono da una parte politica che ha tenuto vacante per cinque mesi il ministero dello sviluppo economico. La vera questione è un dissenso politico tra Chiesa e il Pd, che sarà approfondito all’interno del partito. La sua scelta è una nuova dimostrazione delle difficoltà che attraversano i partiti in questo momento, sia il Pdl che il Pd, un tema su cui tutta la politica si deve interrogare, fuori da quest’aula, in modo approfondito.».

Franco Rocca (Pdl) ha espresso il suo rammarico per aver “perduto” un assessore della sua terra, sul quale aveva riposto speranze. Ha quindi aggiunto: «La programmazione, la progettazione e l’esecuzione di un’infrastruttura ha tempi interminabili. Queste dimissioni di fatto fanno perdere mesi preziosi, anche se sono certo che il nuovo assessore, Raffaella Paita, vorrà recuperare. Probabilmente Chiesa si è trovato in grande difficoltà, perché i dissidi politici si risolvono per il bene dei cittadini. Non sono soddisfatto dalle giustificazioni fornite dallo stesso Chiesa e dal capogruppo del Pd, Antonino Miceli».

«Quello che è successo – ha detto Matteo Rosso (Pdl) – è un fatto gravissimo. Tutto questo rischia di bloccare le grandi opere per la Liguria. Ezio Chiesa è stato coerente, e chiedo agli altri consiglieri del Tigullio di essere coerenti come è stato Chiesa. Le grandi opere o si iniziano durante il primo anno e mezzo di amministrazione, oppure non si fanno. Il tunnel della Val Fontanabuona non si farà. Mi ha dato fastidio come si è comportato il Pd. La sindaco Vincenzi sta respirando aria di campagna elettorale.».

Nicolò Scialfa (Italia dei Valori) ha ribattuto a chi accusa la maggioranza di aver bloccato i lavori, in conseguenza di queste dimissioni. «In 24 ore il Presidente ha risolto. – ha detto – Non capisco perché il centrodestra sollevi la questione: non c’è alcun blocco dei lavori. Era stato chiesto al Presidente Monteleone di convocare il Consiglio già per ieri e poi questo non è avvenuto perché Edoardo Rixi (Lega Nord) ha sollevato perplessità. Le attività riprendono regolarmente e, per riguarda il mio partito, accogliamo la proposta di Miceli di convocare per domani tutte le commissioni per nominare i nuovi presidenti».

Anche Marco Limoncini (Udc) ha polemizzato con la minoranza: «Ha visto un film diverso – ha detto – Chiesa ha spiegato con chiarezza i motivi delle sue dimissioni. L’attività da lui intrapresa sarà portata avanti dall’assessore Paita che nel medesimo giorno della sua nomina mi ha chiamato proprio per parlare del tunnel e, insieme al presidente, ha messo in calendario per lunedì un incontro con i sindaci del Tigullio».

Matteo Rossi (Sel) ha detto: «Ci vuole coraggio a dire che abbiamo bloccato i lavori. C’è un governo di centrodestra che per mesi non si è occupato dei problemi del Paese. Le dimissioni di Chiesa sono state un gesto di alta dignità politica. Ha lasciato il posto occupato in Giunta che spettava al Pd. Il presidente è stato fin troppo tempestivo. In tempi brevissimi ha assegnato l’assessorato ad una persona capace e competente. La minoranza è riuscita ad attaccare persino sul fatto che l’assessore Paita è la moglie di Merlo. Questo vuol dire strumentalizzare tutto».

Armando Ezio Capurro (Noi con Claudio Burlando): «Il coordinatore regionale del Pdl onorevole Michele Scandroglio e il senatore Luigi Grillo, quando il sindaco di Rapallo Mentore Campodonico ha partecipato alla riunione con i sindaci della Fontanabuona per avviare il traforo Rapallo-Fontanabuona, hanno pensato bene di tirargli le orecchie in quanto contrari alla realizzazione dell’opera. Solo appena si sono resi conto che il vento tirava a favore del tunnel, il candidato alla presidenza Biasotti e gli esponenti del Pdl hanno deciso di salire sulla barca del tunnel e quindi, non a caso, Biasotti affermava che, una volta eletto, il tunnel sarebbe stato immediatamente realizzato. Non capisco perché questo tunnel non si può più fare, perché il centrodestra pensa questo? Se il tunnel non sarà costruito, i motivi vanno ricercati solo nelle scelte del Governo di non finanziare l’intervento».

Marco Scajola (Pdl) ha ribattuto: «Ai cittadini non importa nulla dei problemi dei partiti politici. Ma è chiaro che una rottura c’è stata e si cerca di recuperare in corner. Chiesa ha dovuto lasciare in corsa. Anche se il centrosinistra ha minimizzato, è successo qualcosa di importante. Noi rappresentiamo una grande fetta dei cittadini della Liguria e vorremmo avere la certezza che le opere vadano avanti in maniera ordinata». Ha quindi proposto «Una seduta consiliare monotematica sulle infrastrutture. È necessario un dibattito dal quale scaturiscano precisi impegni su determinate opere».

Il presidente della Giunta Claudio Burlando ha definito le dimissioni di Chiesa «una vicenda prettamente politica», assimilabile a quello che il Pdl sta vivendo a Roma con un pezzo di partito che da vita ad una nuova forza politica, il Fli. «La diversità sta nel fatto che, in quel caso, ministri e sottosegretari sono rimasti al loro posto, mentre Ezio Chiesa, con una sensibilità diversa ed essendo espressione di un modo diverso di fare politica, ha ritenuto di non poter rimanere al suo posto. Ho parlato con Chiesa per sei giorni cercando di dissuaderlo, ma ad un certo punto mi sono dovuto arrendere. In un Paese dove quasi tutti stanno ancorati alle poltrone fin quando non li schiodano, ha dimostrato di grande dignità, ha dato piccolo esempio positivo. Per questo non capisco la polemica del centrodestra: è completamente fuori luogo. Io sono colpito e dispiaciuto per le sue dimissioni per diversi motivi, per il suo impegno, ma anche per il fatto che Chiesa è un quadro operaio che avrebbe dovuto continuare la sua esperienza amministrativa». Rispondendo alle critiche del centrodestra secondo le quali le dimissioni di Chiesa avrebbero portato alla paralisi dell’ente Burlando ha affermato: «Senza l’opposizione di Edoardo Rixi (Lega Nord) ci sarebbero già le commissioni oggi perché avevamo proposto di anticipare la seduta del Consiglio di un giorno».

Parlando di infrastrutture, Burlando ha aggiunto: «Io ho sostenuto il tunnel della Fontanabuona e che avrei firmato la Gronda solo in presenza del tunnel perché c’è un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio regionale che mi impegna in quel senso. Forse qualcuno non prende sul serio le decisioni del Consiglio, ma non è il mio caso. Anche perché credo che davvero senza il tunnel quella zona della Liguria muore. E se quella infrastruttura non si farà non dipende dalla Regione ma da Roma che non stanzia i soldi. Pensavo che di avere a fianco il centrodestra nella battaglia per realizzarla: noi non fermiamo niente. Chiesa ha attivato un lavoro che verrà proseguito: quando ci sarà il progetto esecutivo della Gronda daremo i pareri urbanistici, ambientali e paesaggistici previsti dalle leggi. Non capisco proprio questa polemica montata da esponenti del centrodestra che evidentemente non pensano molto quando parlano» . Quest’ultima considerazione di Burlando ha provocato la vivace reazione di diversi esponenti dell’opposizione e l’invito del presidente del Consiglio Rosario Monteleone a moderare i termini.

Edoardo Rixi (capogruppo Lega Nord) e di Matteo Rosso (capogruppo Pdl) hanno chiesto scuse formali minacciando, in caso contrario di abbandonare l’aula. Burlando ha invece proseguito: «Invito a riflettere il centrodestra. tutte le infrastrutture di cui stiamo parlando non le finanzia la Regione Liguria ma Anas, Autostrade, Ferrovie e Governo, un Governo che da anni ha sempre lo stesso segno politico. Per questo è necessario un lavoro condiviso a diversi livelli istituzionali».

A questo punto gli esponenti del centro destra hanno iniziato ad abbandonare l’aula. Alessio Saso (Pdl) dai banchi ha chiesto se era prevista una replica all’intervento di Burlando, ma il presidente Monteleone ha spiegato che il regolamento del Consiglio non la prevede. Allora anche Saso ha abbandonato la seduta.