Albenga: intervento del sindaco al meeting vendita ex caserma Piave

Di seguito l’intervento del Sindaco di Albenga Rosy Guarnieri tenuto questa mattina al San Carlo in occasione del meeting con gli investitori organizzato per illustrare la vendita dell’immobile “ex Caserma Piave” nell’ambito del PUV (Programma Unitario di Valorizzazione) Liguria.

Il comprensorio ingauno e la sua consistenza economica – “Albenga è da sempre il riferimento urbano di un vasto comprensorio rurale in larga misura sovrapponibile all’attuale Sistema Locale del Lavoro, che raccoglie in 328,31 kilometri quadrati 53.826 abitanti, distribuiti in 24 comuni che appartengono a 3 diverse province (Savona, Imperia, Cuneo) con una densità di 164 abitanti/kmq.

Un comprensorio che, nel panorama regionale, si è connotato dal dopoguerra ad oggi per processi di crescita economica e insediativa di grande continuità, che ne fanno un caso unico in una Liguria che, soprattutto negli anni più recenti, ha dovuto registrare preoccupanti segnali di stagnazione.

Entro pochi minuti dal nuovo baricentro infrastrutturale rappresentato dal casello autostradale e, in una prospettiva ormai ravvicinata, dalla nuova stazione ferroviaria in progetto, sono collocati tutti i comuni del comprensorio e, al casello, si registrano valori di accessibilità dell’ordine di 200.000 abitanti in 30 minuti che salgono a 360.000 nella stagione turistica.

Il potenziale economico del comprensorio albenganese può essere valutato nell’ordine di 1.350 milioni di € di Valore Aggiunto annuo e la sua composizione registra il peso di due principali filiere: quella agricola (cui può essere ascritto il 14,4% degli occupati nel comprensorio) che trova proprio nel capoluogo il suo epicentro e quella turistica (cui viceversa è riconducibile il 10,2% del totale degli occupati) nella quale il ruolo della Città è oggi minore, a fronte della presenza di poli turistici di assoluta eccellenza, come Alassio, o di altri insediamenti costieri comunque più specializzati.

L’economia terziaria albenganese ha conosciuto una crescita ininterrotta nel corso degli ultimi venti anni, arrivando ad occupare all’ultimo censimento del 2001 quasi 6700 addetti nelle attività dei servizi che, con oltre il 70% dell’occupazione totale, rappresentano non solo la componente principale ma anche quella più dinamica (+ 19,6%) della occupazione nel comune.

Se il commercio fa naturalmente la parte del leone (con un incidenza sull’occupazione terziaria pari al 37% di oltre 10 punti percentuali superiore a quella media di provincia e regione), apporti rilevanti vengono anche dai servizi dell’istruzione e della sanità, allineati ai valori medi regionali, e anche dai settori del cosiddetto terziario avanzato (13% degli addetti terziari) a conferma del ruolo che Albenga svolge come Capoluogo.

Alla luce di questo quadro, questa Amministrazione ritiene di proseguire sulle strada già avviata, dotandosi di un nuovo Piano Urbanistico comunale (PUC) che sappia dare risposte a:

  • – processi di modernizzazione del sistema agricolo
  • – ampliamento e riqualificazione dell’offerta turistica
  • – valorizzazione del centro storico e del suo richiamo
  • – miglioramento delle reti infrastrutturali
  • – miglioramento dei servizi offerti

e che tale risposte si integrino e siano in parte complementari con funzioni insediative residenziali”.

Il futuro di Albenga – “Lo scenario entro il quale il progetto di assetto del Comune deve saper trovare le sue coordinate è profondamente segnato dall’arretramento della ferrovia di ponente dalla linea costiera che, se da un lato ripropone in termini nuovi la dimensione più che comunale delle strategie di assetto futuro, dall’altro impone di rileggere l’intero sistema infrastrutturale della Città.

Va detto intanto che la perdita di accessibilità al servizio ferroviario, conseguente allo spostamento della stazione, dovrà essere compensata da un servizio pubblico appositamente dedicato; a fronte di questo onere si deve auspicare che la nuova stazione, di impronta meno locale, possa essere destinata ad ospitare fermate di treni internazionali.

La nuova Aurelia bis dovrà essere completata e connessa in modo efficiente con la nuova stazione e con il casello autostradale; le tre infrastrutture di rango regionale (e la quarta, di natura autostradale, ipotizzata in arrivo della Val Bormida) dovranno scambiare in modo efficiente con il sistema urbano di Albenga (e con la vecchia Aurelia che ne rappresenta l’asse di arroccamento) non meno che con gli itinerari che segnano da sempre i rapporti tra la costa e l’entroterra.

Tra questi la ex statale n. 21 bis del Colle S. Bernardo, che mette in relazione la Città di mare con una città di montagna quale è Garessio, e la ex statale 453 per Pieve di Teco, potranno essere oggetto di particolari politiche di valorizzazione paesistica da parte del PTR in corso di revisione che ha scelto gli itinerari storici come vettori delle politiche nuove sul paesaggio.

La scommessa di Albenga per affermare la sua natura di capoluogo, di città di rango regionale, si gioca così, nella capacità di organizzare il proprio territorio e di ridisegnare il proprio sistema infrastrutturale e di integrarlo nel modo più efficace.

Ma questo potrà non essere sufficiente se le scelte urbanistiche del nuovo PUC non sapranno cogliere l’occasione delle aree di trasformazione, che il ciclo di vita urbano rende disponibili, per realizzare politiche di innovazione e di riqualificazione urbana”.

Le grandi trasformazioni urbane – “Politiche di innovazione urbana, anche radicale, sono possibili posto che si sappiano catturare e “mettere a dimora” funzioni di alto profilo, agendo sui comparti di trasformazione e nei contenitori storici con l’ambizione di voler arricchire il tessuto economico e sociale della Città anche con l’arrivo di nuovi protagonisti; volgendo lo sguardo e dirigendo le azioni “di attrazione e di cattura” verso gli attori di quella “economia della conoscenza” (della creatività e dell’innovazione) che sempre più viene indicata come fattore decisivo nella competizione tra le città.

E pensiamo che la caserma Piave, per la sua collocazione su un fronte mare che verrà offerto alla città in nuove condizioni di accessibilità e fruibilità nella straordinaria collocazione tra Albenga ed Alassio, di fronte al Parco Marino della Gallinara e in fregio alla nuova dorsale verde che si realizzerà con la dismissione della ferrovia litoranea, si candida in modo particolare a verificare questa prospettiva.

L’eliminazione dell’attuale barriera costituita dalla linea ferroviaria possa portare al recupero di un paesaggio urbano, che fino ad ora, nel rapporto con il mare, era messo in secondo piano un nuovo fronte attraverso il quale proporre una rinnovata visione della città.

Questo nuovo scenario consente naturalmente di ripensare radicalmente ai ruoli turistici della Città, per cui si ritiene che la realizzazione di un porto turistico possa rappresentare un importante moltiplicatore economico per l’economia urbana specie nella sua componente artigianale e di servizi manutentivi che potrebbero diventare una economia importante per la città, posto che il porto da realizzare sia un dinamico luogo di approdo e non un banale messaggio, come tanti dei porti nati su istanze speculative.

Un fattore di innovazione che risulterà tanto più efficace nel suo impatto locale quanto più la nuova infrastruttura riuscirà, per localizzazione e configurazione progettuale e gestionale, a stabilire un rapporto di apertura ed integrazione con il tessuto urbano.

Gli obiettivi di questa Amministrazione sono di fornire il più ampio spettro possibile di alternative e di scelte per migliorare il territorio Albenganese in termini di qualità e riteniamo che il recupero della caserma Piave sia il primo passo per realizzare questo obiettivo”.

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