Il prof. Pier Franco Quaglieni, docente e saggista di storia risorgimentale e contemporanea, pubblicista dal 1968, nonchè fondatore insieme a Mario Soldati del Centro Pannunzio, è stato insignito del titolo di Accademico onorario dell’Accademia italiana di Cucina per iniziativa della delegazione di Albenga e del Ponente Ligure guidata da Silvio Torre e Roberto Pirino. L’Accademia, fondata a Milano nel 1953 dal giornalista Orio Vergani conta fra i suoi fondatori Agnelli, Arnoldo Mondadori, Dino Buzzati, Ugo Tognazzi, Ranieri di Monaco.

«È per me un grande onore – ha detto il prof. Quaglieni,apprendendo della prestigiosa nomina- entrare a far parte a titolo onorario della prestigiosa Accademia. È un riconoscimento che apprezzo più di un premio culturale sia perchè l’Accademia svolge un ruolo di fondamentale importanza e di grandissima attualità,sia perchè i nomi di Buzzati e di Soldati,anche lui accademico onorario, mi evocano il ricordo di grandi amici. E’ di vitale importanza l’Accademia perchè ,da quando Vergani nei primi anni 50 scrisse un famoso articolo dal titolo La cucina italiana muore< la civiltà della tavola -che è fatta di storia, cultura, galateo, buon gusto-purtroppo si è giunti oggi in questa era di globalizzazione ad un pasticcio fatto di pizze e kebab,di panini imbottiti come quelli in vendita nelle stazioni degli anni 50 destinati a sostituire un pasto. Certo la crisi economica non aiuta,ma il ritorno alla civiltà della tavola (in Liguria c’è una cucina povera totalmente da far conoscere, come sta facendo con coerenza e costanza l’Accademia nel Ponente) che è la risposta migliore all’imbastardimento consumistico indotto da una televisione che distorce la realtà, vedendo nel telespettatore solo un potenziale acquirente di cibi precotti che spesso fanno un tutt’uno con la plastica che li ricopre…

Come appartenente all’Accademia mi impegnerò a fondo in una battaglia che peraltro conduco da molti anni proprio anche in Liguria:da una rubrica sui ristoranti,ad alcuni articoli sul giornali on line del Ponente,ad alcune prese di posizione su La stampa. È di questi giorni una fermissima battaglia a tutela dello storico ristorante del Cambio di Torino su cui interessi dominanti vorrebbero mettere le mani con il rischio di snaturarlo e di distruggere un locale storico di immenso valore.

È una battaglia di civiltà tout-court perché la cultura del cibo è cultura, come diceva Soldati. E ciò dimostra come anche persone intelligenti come il ministro Tremonti possano dire sciocchezze e cioè che la cultura non si mangia…»