Villanova d'Albenga: iniziati lavori recupero antiche mura difensive

Sono iniziati il 15 ottobre i lavori per riportare al loro splendere originale le storiche mura difensive di Villanova d’Albenga. Gli interventi di bonifica, partiti da piazza della Torretta, che dà accesso a via Garibaldi, dove verrà ricostruita la meridiana così com’era originariamente, interesseranno vari punti della cinta e serviranno per mettere in sicurezza parte delle mura, ma soprattutto per cancellare i segni del tempo, estirpare la vegetazione spontanea ed eliminare fili elettrici, per riportare il simbolo del borgo medievale allo splendore originale. Un intervento che costerà complessivamente 674 mila euro e che ha richiesto l’investimento di 140 mila euro da parte dell’amministrazione comunale mentre buona parte del costo dell’intervento sarà coperto da un contributo regionale, tramite il fondo governativo Fas.

“Si tratta del completamento degli interventi che abbiamo fatto nel corso degli anni nel centro storico – dichiara il Sindaco di Villanova d’Albenga Domenico Cassiano -. Per accedere a questo contributo abbiamo lavorato molto. A Villanova ci sono tante strutture di valenza che attraggono i turisti, come ad esempio l’ippodromo o l’aeroporto, ma il centro storico è certamente l’eccellenza turistica del paese”. I turisti infatti apprezzano la bellezza del borgo ma anche il decoro urbano e il suo mantenimento. Non a caso, infatti, i villanovesi (nel 1250 restii a lasciare le proprie case per costruirne delle nuove all’interno delle mura) hanno imparato ad amare il borgo e dedicargli molto del loro tempo per mantenere i vicoli puliti, oltre che abbellirli con vasi e piante fiorite. Un fattore questo, che ha sempre colpito turisti e persone che occasionalmente si recano a Villanova, che più di una volta hanno dimostrato il proprio apprezzamento all’amministrazione comunale con lettere di elogio.

Il piccolo borgo della Val Lerrone vanta una storia antichissima, l’edificazione del nuovo borgo fortificato da parte del Comune di Albenga, per raccogliere e difendere la popolazione fino a quel momento sparsa in piccoli nuclei, partì nel XIII secolo, quando ormai la dipendenza politica da Genova fu un fatto compiuto. Il primo documento conservato che riguarda Villanova risale al 10 maggio 1255, quando gli uomini del borgo della Val Lerrone chiesero ed ottennero dal giudice del Comune di Albenga una copia della delibera del Consiglio Comunale del 7 dicembre 1250 nella quale era stato deciso di edificare ex novo il borgo di Villanova. Per la fondazione di Villanova, il Comune di Albenga si accollò le spese per la costruzione delle mura di difesa, la pianificazione urbanistica del centro, la fornitura dei servizi e l’approvigionamento dei materiali per l’edificazione delle abitazioni, mentre la manodopera fu completamente a carico degli abitanti. Abitanti che da allora si presero cura del nuovo borgo e che rispettarono specifiche disposizioni dell’allora amministrazione per la costruzione e realizzare i nuovi insediamenti. La tecnica costruttiva della cinta muraria è quella costituita da ciottoli di fiume e sabbie, provenienti dall’alveo dei fiumi Lerrone e Arroscia, uniti con calce prodotta in piccole fornaci. Sul lato a monte, collocata sulla porta di ingresso al borgo murato, si trova la meridiana, attualmente poco visibile a causa del deterioramento dei materiali e la presenza di licheni e muffe che ricoprono la struttura. Il progetto di restauro della cinta muraria, infatti, è partito proprio con l’estirpazioni di radici e vegetazione spontanea, mentre per combattere la patina biologica, funghi batteri, muffe, alghe e muschio, le superfici interessate verranno trattate con un sistema a spruzzo e solo in quel momento la meridiana verrà ricostruita così com’era originariamente. Nel progetto di bonifica sono compresi interventi di pulitura delle mura per asportare depositi polverulenti e terrosi, stuccature e sigillature per evitare future crescite di vegetazione spontanea, consolidamento e sigillatura di fessure profonde e dei distacchi del rivestimento, utilizzando un impasto a base di calce idraulica naturale, polvere di marmo, e sabbia vagliata, per avvicinarsi il più possibile alla composizione della malta antica campionata sulle mura ed oggetto delle analisi di laboratorio della Soprintendenza di Genova. Per quanto riguarda il ripristino degli archi di contrafforte e le volte delle porte principali di accesso al borgo, è prevista una scrostatura dell’intonaco lesionato e cadente con il ripristino ed il completamento con materiali compatibili con il preesistente.

“L’amministrazione comunale ha sempre ritenuto di primaria importanza investire nel centro storico – conclude Cassiano -. All’inizio di questo cammino è risultato fondamentale investire un bel po’ di tempo affinchè il progetto di lavoro fosse accolto dalla Regione per accedere al contributo, ora, investire 140 mila euro per la conservazione della cinta muraria, in un momento in cui le casse delle amministrazioni non godono di floride disponibilità, vuol dire aver fatto del patrimonio storico una propria politica di valorizzazione del borgo. I borghi valorizzati possono essere la fonte del turismo di domani, in cui sole e mare ai villeggianti non bastano più, che invece preferiscono riscoprire la storia ed i prodotti legati al territorio. Per avviare questo nuovo tipo di turismo molto è stato già fatto ma la strada da percorrere è ancora lunga e visto che le risorse comunali da sole non bastano, per riuscire a creare nuove soluzioni di sviluppo sono indispensabili i fondi per le aree sottoutilizzate messi a disposizione del Governo”.