di Silvia Pattaro – Nei giorni scorsi si è tenuta presso il salone polivalente della parrocchia San Pio X di Loano una grande manifestazione pubblica per la difesa dell’affermazione della Costituzione. L’evento è stato organizzato con il patrocinio delle sezioni dell’ANPI di Borghetto Santo Spirito e Loano. L’iniziativa ha ottenuto un grande successo, attirando nel salone quasi 500 persone di tutte le età.

Hanno partecipato all’evento, dalla durata di circa due ore, grandi personalità, note per l’impegno deciso nella difesa dei valori democratici: Adriana Colla (nome di battaglia “Vittoria”), partigiana della sezione borghettina dell’ANPI, Pietro Pastorino, della sezione Loanese, Gian Carlo Caselli, ora procuratore capo della Repubblica a Torino e già procuratore capo a Palermo dopo la morte di Falcone e Borsellino, e Don Andrea Gallo, Fondatore della Comunità San Benedetto al Porto di Genova, da sempre impegnato nel recupero degli emarginati. Lavora, nello spirito del Vangelo, a favore ed a fianco degli ultimi. Da cinquant’anni è “un prete da marciapiede” e la sua attività è instancabile.

L’iniziativa ha preso il via con l’intervento di Adriana Colla, che ha esordito ricordando come il male peggiore per una società democratica sia l’indifferenza dei suoi cittadini verso la vita politica e si è detta preoccupata, a nome di tutta la sua generazione, per la disastrosa situazione politica italiana cosi simile a quella che, negli anni ’20, diede origine alla tragedia della dittatura fascista. La partigiana ha inoltre cercato di esprimere la profonda sofferenza di quanti, come lei, hanno combattuto a fianco della Resistenza e vissuto sulla propria pelle quanto sacrificio sia costata la lotta per l’affermazione di quei valori che sono alla base della Costituzione, ora disprezzata da una classe politica sempre più tesa a stravolgerne il significato. Lo stesso tema è riemerso nelle parole di Pietro Pastorino, nei racconti di quando, appena dodicenne, subiva l’esperienza della guerra, e si rendeva partecipe delle battaglie per rendere onore alla Costituzione e alla bandiera.

È poi intervenuto Gian Carlo Caselli, che in appassionato intervento ha voluto rendere omaggio a Piero Calamandrei e ricordando l’importanza e l’attualità del suo “Discorso sulla costituzione” (26 gennaio 1955).

La parola passa infine a Don Andrea Gallo, che con la consueta energia e con stile chiaramente diverso da quello di Gian Carlo Caselli (ma non meno efficace), ha animato l’incontro con umorismo pungente ricco di riferimenti alla politica e alla società odierna, anche tramite racconti pittoreschi e aneddoti di gioventù (“Non avevamo mai visto o sentito la parola democrazia, e i nostri maestri si guardavano bene dal pronunciarla davanti a noi”), con particolare commozione nel ricordare il fratello partigiano, Dino Gallo, dal quale ha attinto i valori della Resistenza. Fra questi aneddoti, uno molto significativo, la proposta da parte di Don Gallo al Cardinale Tettamanzi di introdurre una nuova preghiera costituita dal testo dell’art. 3 della Costituzione italiana :“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Grande attenzione poi nel sottolineare come fascismo di ieri e populismo di oggi, due fenomeni chiaramente distanti, siano i realtà simili nell’attentato alla Costituzione e alla democrazia, ed ha esortato in particolar modo i giovani ad agire, agire innanzitutto sulla realtà locale, a chiedersi cosa si può fare per migliorare la realtà in cui si vive, combattendo l’indifferenza dilagante che è il peggior nemico della democrazia. Don Gallo ha concluso il suo intervento con un appassionato invito a ricordare che l’Italia è una “res publica” democratica, laica e, non ultimo, antifascista : dopo questa esclamazione, inaspettatamente ha iniziato, seguito con gioia da tutto il pubblico, a cantare con entusiasmo contagioso “Bella ciao”, il famoso inno diffusissimo tra i gruppi del Movimento partigiano italiano.