Sono oltre 25.000 i lavoratori che svolgono servizi di pulizia nelle scuole pubbliche tramite appalti storici e tramite consorzi che hanno stabilizzato gli ex LSU che attendono la conferma del rapporto di lavoro per l’anno 2011 presso i 3500 istituti scolastici.

“Un servizio a rischio estinzione, quello garantito dai lavoratori ex lsu, che dipende unicamente dalle decisioni prese dal Governo al quale chiediamo il rifinanziamento in finanziaria 2011 – ha commentato il segretario nazionale della Fisascat Giovanni Pirulli – Se venisse messo in discussione si finirebbe per creare gravi danni igienici agli alunni, agli insegnanti ed alle famiglie”.

“Già il taglio del 25% dei corrispettivi di appalto intervenuto quest’anno ha avuto pesanti ripercussioni sui dati occupazionali – ha aggiunto Pirulli – Inoltre molte imprese del settore hanno attivato la procedura di licenziamento collettivo sulla base della legge 223/90, con decorrenza dal 1° gennaio 2011” a causa della scadenza al 31 dicembre 2010 di molti appalti.

“La Fisascat rivendica un finanziamento stabile dei servizi di pulizia nelle scuole, per dare stabilità ai rapporti di lavoro – ha dichiarato Pierangelo Raineri segretario generale della categoria della Cisl – Facciamo appello ai responsabili del ministero dell’Istruzione del Governo affinché si possa affrontare la situazione di crisi salvaguardando l’occupazione in servizi che una nota del Ministero già richiamava come “assolutamente necessari per il buon funzionamento delle scuole”.

Le organizzazioni sindacali Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIltucs Uil si confronteranno con il dicastero il 17 novembre per richiedere il rifinanziamento stabile dei servizi in appalto, il ritiro delle procedure di mobilità e delle lettere di licenziamento e per procedere alla ridefinizione delle norme in materia di rinnovo degli appalti per la salvaguardia dell’occupazione e delle condizioni economiche e normative esistenti nel rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore.

“Il nostro grido di allarme non termina qui – ha concluso Pirulli – a livello locale molte strutture si sono già mobilitate con presidi davanti alle Prefetture e presso le direzioni regionali della Scuola con la partecipazione di migliaia di lavoratori”, se non riscontreremo risposte positive la mobilitazione proseguirà a livello nazionale.