di Mary Caridi – Anche alcuni esponenti del partito democratico ingauno si sono ritrovati a Firenze, all’appuntamento dei giovani “contestatori” dei padri , quei rottamatori che virtualmente manderebbero volentieri in pensione o a rivestire il ruolo di padri nobili, rigorosamente però, lasciando spazi e posizioni libere nel PD.  Il partito democratico si interrroga sulla propria identità e sulla qualità dei programmi da proporre ai simpatizzanti? Anche. Ma in questa fase delicata, con un governo alla frutta, nella confusione generale, parlare di rottamatori è un segno dei tempi. E’ tutta la politica che andrebbe rottamata o solo i “vecchi del pd? Uno che ci è stato a Firenze, Andrea Rovere, esponente della segreteria provinciale savonese del  pd, ha consegnato agli amici di facebook le sue impressioni, alcuni giorni dopo l’evento, a bocce ferme e polemiche ormai decantate. Ecco cosa scrive:

” Sono tornato dall’incontro con i cosidetti “rottamatori” con grande entusiasmo e una ritrovata voglia di fare politica. Non ho voluto scrivere immediatamente per lasciar passare l’emozione e riflettere a mente fredda. Resta la consapevolezza della possibilità di cambiare la politica di questo paese e offrire un futuro ai nostri figli. Per la prima volta da quando frequento riunioni del PD (sia a livello regionale che nazionale) finalmente non si è parlato di Berlusconi o dell’avversario locale da sconfiggere ma si è seriamente riflettuto sulle prospettive e potenzialità più o meno epresse  del nostro paese. Si è data voce alla nostra generazione ponendo l’accento sui lavori atipici, poco e mal tutelati, sulle carenze di fondi per la ricerca, sull’ambiente e le energie rinnovabili, sull’istruzione e su molti altri aspetti che da troppo tempo attendono una presa di posizione decisa.Quello che più mi è piaciuto sono stati l’ambiente e la platea della Stazione Leopolda: il primo informale, tecnologico, per niente affatto “ingessato” dalle gerarchie di partito,  la seconda estremamente eterogenea, con tanti giovani, donne e curiosi finalmente liberi di comprendere un linguaggio  chiaro e diretto, con interventi brevi per tanti invece dei soliti pallosi monologhi di due o tre dirigenti.Chi conosce i meccanismi politici sa che solitamente questo tipo di eventi vengono organizzati dai quadri di partito con le “truppe cammellate”, mentre la forza di Prossima Stazione Italia è la spontaneità con cui migliaia di persone si sono ritrovate a Firenze.I media non hanno dato il risalto che meritava questa iniziativa, bollata frettolosamente  come una richiesta ai vecchi dirigenti a farsi da parte…intendiamoci, c’è anche questa necessità, perchè io penso che un nuovo progetto di società non possa essere guidato da chi non è riuscito a farlo per trent’anni, ma la questione è più complessa e nasce da una triste constatazione: per la prima volta le prospettive dei figli sono peggiori di quelle dei loro padri.

Non è una questione di volere i giovani a tutti i costi: ce ne sono tanti in politica ancorati a vecchi schemi ed ideologie: ad esempio mentre a Firenze era semplicissimo iscriversi, alla conferenza regionale guidata dal giovane segretario Basso era neccessario possedere un master…Da inguaribile ottimista penso e spero che il filo conduttore tra Firenze e Bastia Umbra (incontro tra giovani della destra, idee diverse, stesso stato d’animo) possa aiutare a far nascere finalmente in Italia un clima simile al resto dell’Europa, dove  l’avversario politico non è un nemico da abbattere ma un’interlocutore con le stesse idee e regole democratiche anche se dalle risposte differenti.Siamo in un’epoca post ideologica e dobbiamo prenderne atto a tutti i livelli.Partendo da Albenga vorrei seguire l’insegnamento di Firenze, cercando di riavvicinare la buona politica alla gente.Credo che sia l’unico antidoto allo scetticismo che può solo portare all’antipolitica e al populismo”.