Consiglio regionale: seduta monotematica sul turismo. Il dibattito in aula

La seduta del Consiglio Regionale di questa mattina è stata interamente dedicata al turismo, come richiesto dai consiglieri di opposizione che chiedevano impegni alla Giunta regionale su diverse questioni relative all’attivazione di politiche di sostegno concrete all’attività turistica.

Dei provvedimenti all’ordine del giorno soltanto una mozione sul turismo universitario è stata votata e approvata all’unanimità. Il documento (prima firmataria Raffaella Della Bianca, Pdl) impegna la Giunta “a promuovere un tavolo tra l’Università, l’Iit e l’impresa per la creazione di un progetto finalizzato ad attrarre giovani studenti”. Gli altri documenti, una mozione presentata dalla minoranza (Roberto Bagnasco, Pdl) e diversi ordini del giorno, sono stati rinviati in commissione per concordare modifiche che portino a una approvazione unanime.

IL DIBATTITO IN AULA – È stato Roberto Bagnasco (Pdl), primo firmatario della mozione, ad illustrare il contenuto del documento: «Il turismo è cambiato ma le infrastrutture sono le stesse degli anni Sessanta. A quando una parola definitiva? – ha chiesto – Non regge la scusa della carenza di finanziamenti: a bloccare la realizzazione di nuove infrastrutture sono soltanto l’incapacità amministrativa e la divisione all’interno della maggioranza. È di questi giorni l’approvazione, da parte del Cipe, del primo lotto del Terzo Valico. Questo significa che, quando si vuole, gli interventi si sbloccano. La Liguria adesso ha bisogno di coraggio.

Bagnasco si è quindi soffermato sullo scalo genovese: «Il nostro aeroporto è il ventesimo in Italia, ma stiamo scendendo: la sera si trasforma in una landa desolata. È necessario intervenire sulle compagnie per un aumento di voli di linea o low cost con la condivisione dei rischi d’impresa o attraverso un contributo marketing da erogare al vettore. È necessario un impegno per l’entroterra: lo spopolamento della montagna è sempre più evidente. Sulle STL intravedo luci e ombre».

Marco Melgrati (Pdl) si è soffermato in particolare sull’interrogazione riguardante il vincolo di destinazione d’uso sulle strutture alberghiere, imposto dalla legge regionale numero 1 del 7/2/2008, anche nel caso che si voglia trasformare l’albergo in residenza turistico-alberghiera (residence). «Chiedo al Presidente e all’assessore al Turismo per quale motivo un imprenditore, che vuole trasformare la propria struttura turistico-ricettiva da albergo a residenza turistico alberghiera quindi senza cambiare la destinazione d’uso, oggi non lo può fare. Eppure questa è un’esigenza sentita da molti imprenditori che vogliono migliorare la propria struttura e adeguare l’offerta turistica alle esigenze di mercato». Melgrati ha concluso: «La proposta è semplice, ed è venuta da un’amministrazione di sinistra, quella del Comune di Andora, che ha previsto nel proprio puc un ampliamento del 30% delle strutture turistico-ricettive con destinazione abitativa a patto che la ristrutturazione di questo 30% in ampliamento vada a finanziare la ristrutturazione generale dell’albergo che rimane».

«Si può fare una diversa regia sul turismo, rispetto alla legislatura precedente – secondo Alessio Saso (Pdl) – Il turismo in Liguria sta attraversando un momento difficile, anche per cause strutturali, tra cui le carenze infrastrutturali, i costi elevati degli investimenti e un territorio turisticamente anziano e poco dinamico, che fatica a dare risposte alle nuove richieste. Per rendere la Liguria attraente bisogna fare una proposta molto forte. Per la Liguria ci vuole una forte regia e una forte identità. Ci riesce molto bene la Toscana a dire “Venite in Toscana”. Credo che ci possa riuscire anche la Liguria. La politica può però solo creare la cornice. Credo che in questo ciclo Burlando ci sia un approccio più serio. Parlare di tasse mi sembra una cosa scomodissima, ma a Roma hanno introdotto una tassa di soggiorno di un euro al giorno: il 30% va agli hotel e il 70% in infrastrutture».

Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente): «Il turismo è un settore dell’economia di gradissimo rilievo. L’Italia è il quinto Paese al mondo in fatto di presenza turistica. La Liguria occupa la terza posizione in Italia. La Liguria deve valorizzare l’entroterra e i centri storici rendendoli più fruibili grazie alle risorse messe a disposizione dalla Comunità europea. Le nostre condizioni climatiche consentono la destagionalizzazione. Deve essere ampliata la gamma dei prodotti turistici al turismo religioso, della terza età. Bisogna parlare di sistema teatrale, valorizzare le dimore storiche e la rete dei castelli, potenziare l’utilizzo del web, rafforzare il marchio Liguria. La Regione Liguria deve farsi promotrice di idee».

Massimo Donzella (Noi con Claudio Burlando): «L’industria del turismo è il cardine trainante di questo territorio. Genova e Imperia prima avevano una vocazione diversa. La loro capacità di riconversione è davvero da elogiare. Si tratta di scelte. Cosa vogliamo proporre ai turisti? Bisogna pensare a quelli che sono i nostri reali punti di forza. Ricordo che alla prima presentazione del Rally di Sanremo veniva scritto che Sanremo è una stazione climatica. Quindi dobbiamo vendere i nostri prodotti, ma non può essere un turismo di massa, proprio per le nostre caratteristiche. Un turismo rispettoso, di qualità, enogastronomia, clima, biodiversità. I turisti non si spaventano a fare cento chilometri. Bisogna puntare sul concetto di cooperazione. Io che sono sanremese, devo proporre, ad esempio, anche l’Acquario…».

Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria–Padania): «Credo che oggi la decisione di fare questo Consiglio monotematico scaturisce dalla necessità di organizzare meglio il nostro sistema turistico. La mancanza cronica d’infrastrutture si aggiunge ai problemi ricettivi. La Regione Liguria deve dare delle certezze agli operatori. Ad esempio non sappiamo cosa sarà nel 2011 degli stabilimenti balneari, a seguito della nuova normativa europea. Bisogna occuparsi anche dell’entroterra. Ogni anno più di 250 mila alpinisti e scalatori provenienti da tutto il mondo, anche dall’Australia, utilizzano le falesie del finalese. Su questo aspetto la Regione Liguria non ha investito niente. Crediamo che siano giusti gli investimenti infrastrutturali in Val d’Aveto, ma ci vogliono strade adeguate. Non possiamo impiegare meno tempo ad andare a Limone o in Val d’Aosta».

Matteo Rosso (Pdl) ha criticato il precedente assessore al turismo, Margherita Bozzano: «Ha portato la Liguria a una situazione difficile con spese folli: cinquecentomila euro per il portale regionale del turismo, una consulenza a una società di Bologna costata più di centomila euro per la pianificazione, la nomina di un direttore per l’Agenzia di promozione In Liguria ad un manager proveniente dalle Dolomiti, che se ne andò dopo tre mesi. Per non parlare della “torta di riso”: una serie di sketch costati una fortuna. Nel 2006 e 2007 la Bozzano era in testa a tutte le classifiche per i viaggi in business class. Berlangieri dovrà rimediare a errori e ad esperienze, quelle degli anni precedenti, davvero fallimentari».

Secondo Marco Scajola (Pdl): «Sono mancate in questi anni le scelte strategiche e, di conseguenza, i ritorni. Ci vuole un maggiore coordinamento organizzativo innanzitutto della promozione turistica e la Regione occuparsi della regia. I risultati del lavoro di Berlangieri in agenzia non sono stati rilevanti. La Regione non deve rinunciare alla promozione della Liguria al Festival di Sanremo; nonostante le norme restrittive sulle sponsorizzazioni credo che si possano trovare altre forme».

«Non pensiamo che la politica possa risolvere tutto sottoscrivo l’affermazione di Saso – ha detto Nino Miceli (Pd) – Rosso mi costringe a rievocare cosa accadeva quand’era assessore al turismo Gianni Plinio: il periodo peggiore per presenze turistiche in Liguria fu proprio nel 2005. Ma i flussi turistici dipendono da tanti fattori. Siamo in una regione che ha un’economia con un segmento legato al turismo che coinvolge tanto territorio e sulla base di questa rilevanza occorre mettere in campo diverse politiche. Per il 2008 – 2010 la Regione si è dotata di un piano che ha analizzato i prodotti turistici. Per quanto riguarda l’entroterra deve avere uno sviluppo turistico autonomo. I dati dicono che le province che tengono meglio sono quelle legate al turismo meno tradizionale, infatti Savona, segnata da un turismo più tradizionale, tiene meno. C’è un incremento delle presenze. Forte accordo e patto tra lavoratori e imprese per rendere più stabile il comparto del turismo».

Gino Garibaldi (Pdl) ha sottolineato: «Non dobbiamo dimenticare il passato per non ripetere gli stessi errori. È nei momenti difficili che bisogna rimettere in moto le proprie potenzialità. La Liguria deve ricordarsi i “bulloni”, l’industria, ma anche il turismo su tutto il territorio: occorre un progetto di rilancio complessivo».

«Il turismo – ha detto l’assessore al turismo e alla cultura Angelo Berlangieri – è una delle componenti essenziali e imprescindibili dell’economia ligure, spero che questo concetto diventi un elemento caratterizzante della politica regionale. Per questo non si parla solo di marketing, ma di politica economica più complessa, in grado di produrre: sviluppo, reddito e opportunità occupazionali. Il turismo ha due particolarità. La prima è che non è delocalizzabile, cioè l’investimento fatto in un luogo resta lì, ed è un’economia ad alto valore aggiunto in termini di Pil e occupazione. La seconda è che ha la capacità di avere la propria qualità nella forza lavoro, vale a dire che il contenuto delle imprese turistiche sono le persone che ci lavorano».

Secondo Berlangieri, la ricetta per dare competitività all’offerta turistica ligure è l’internazionalizzazione: «Fare arrivare turisti dall’estero, avere collegamenti aerei. Abbiamo elaborato un programma triennale per favorire l’incoming dagli aeroporti stranieri. Occorre trovare i fondi per fare promozione nelle destinazioni di partenza verso la Liguria. Tra le iniziative per promuovere la Liguria come meta di vacanze c’è anche un progetto interregionale. Condivido l’idea di Della Bianca di offrire dei collegamenti via mare dall’aeroporto alla città utilizzando servizi navetta. Per quanto riguarda l’entroterra c’è un problema culturale: bisogna smettere di pensare che l’entroterra è un posto dove va chi è già sulla costa. Dobbiamo iniziare a considerarlo un territorio con peculiarità e attrattive autonome: solo quando questo passaggio concettuale sarà avvenuto si creeranno delle vere offerte turistiche e le condizioni per una sua collocazione sul mercato. Lunedì prossimo presenteremo una proposta per una grande infrastruttura turistica alle Province. Le destinazioni che hanno un’organizzazione efficace sono più competitive anche rispetto a mete più attrattive. I sistemi turistici locale (Stl) sono avviati, ma devono fare un salto ulteriore, ci serve un soggetto che faccia sia la regia che la sceneggiatura delle vacanze in Liguria, un soggetto in grado di proporre tutte le opportunità, di accogliere i turisti, anche con una partnership pubblico-privata. Possibilità di dotare anche Genova di un convention and visitor bureau, una struttura in grado di offrire servizi ai turisti che non ha costi aggiuntivi, perché è una riorganizzazione di strutture già esistenti. Infrastrutture e servizi sono un altro elemento fondamentale per la competitività. Le destinazioni sono competitive perché propongono concrete motivazioni, quindi occorre riorganizzare l’offerta in base alle motivazioni. L’impegno è anche quello di mettere in campo servizi e infrastrutture turistiche d’ambito e regionali, come la purificazione delle acque e progetti di rete, come quello delle piste ciclabili ed escursionistiche per lanciare l’entroterra.

Per quanto riguarda il Tigullio, la priorità è aprire un centro congressuale polivalente – uno solo! – per tutta l’area e valorizzare il golf. A ponente il Dianese ha una grande opportunità di riorganizzare l’offerta utilizzando la dismessa caserma Camandone per un grande centro wellness.

Concordo sulla necessità di un coordinamento: è necessaria una regia regionale, la Liguria deve diventare un marchio forte. Non è un problema di amministrazione, ma di cultura: bisogna imparare che quando si va in giro non si promuove il pesto, ma il pesto come eccellenza enogastronomica della Liguria. Con le risorse disponibili l’Agenzia di promozione ha fatto davvero un grande lavoro di posizionamento della marca. Il turismo internazionale in Liguria è cresciuto di una media del 3,5 – 4%. Abbiamo un ufficio stampa estero. La scelta dei mercati è oculata: quest’anno faremo il piano di promozione turistica della Liguria coordinando il lavoro delle province. Dal 2007 i piani vengono stilati a settembre per l’anno successivo. Per quanto riguarda gli spot della Regione al Festival di Sanremo le sponsorizzazioni sono vietate, non è possibile sostenere spese. Attraverso l’agenzia faremo promozione attraverso la stampa estera che sarà invitata al festival, con costi contenuti grazie alla collaborazione con il territorio. Si tratta di un investimento che ha una resa straordinaria in termini di visibilità su riviste importanti».

«Quella da parte del centrodestra oggi – ha replicato Bagnasco – è un’apertura di credito verso il nuovo assessore, ma rimane una forte critica sul pregresso. Berlangieri dovrà lavorare parecchio. Ho apprezzato molto il lavoro sullo scalo. L’anno prossimo verificheremo il risultato». Della Bianca ha detto: «Al di là delle buone intenzioni, basta andare in una località turistica per capire quanto possa essere disorientato un turista. Avere un unico punto informazione è, oltre che una razionalizzazione, il miglior biglietto da visita. Sì al modello Toscana, è un modello vincente».