«Abbiamo appreso, attraverso fonti differenti (giornali, questionari ed interviste interne) che esistono, tra le scuole, soluzioni diversificate in relazione alle attività alternative all’insegnamento dell’ora o delle ore di religione. Ci vengono segnalate situazioni che vanno dall’“inattività alternativa”, ossia l’aggregazione degli alunni che non “fanno religione” in classi diverse dalle loro, a corsi in orario scolastico finanziati dalle famiglie, al corretto ricorso a supplenti come previsto da quest’anno». Così il Gruppo Scuola e Laicità promosso a Savona dalla Chiesa Evangelica Metodista, dalla FLC Cgil e dalle associazioni “31 Ottobre” e “Proteo Fare Futuro”.

Inoltre, proseguono, «abbiamo avuto modo di riscontrare che il tema delle attività alternative all’IRC è un tema su cui si rileva una forte sensibilità da parte dei genitori, che chiedono maggior attenzione a questa problematica. Considerando che anche una recente sentenza del Consiglio di Stato (7 maggio 2010) afferma con decisione che “la mancata attivazione dell’insegnamento alternativo può incidere sulla libertà religiosa dello studente o della famiglia”, oggi vogliamo nuovamente sottolineare che i genitori possono rivendicare come un diritto l’istituzione delle attività alternative, essenziali per garantire la laicità nella scuola».

«Possiamo, in aggiunta, affermare che la nota dell’USR Liguria (prot. 3650/c23 del 31/8/2010) conferma con grande chiarezza la possibilità per le scuole di organizzare dette attività con spesa a carico del Ministero del Tesoro. Questo rappresenta, inoltre, un’utile opportunità per le scuole di avere risorse aggiuntive e per i docenti precari un’occasione di lavoro in un momento di grave difficoltà e di riduzioni degli organici».

«Ci interessa, attraverso gli organi di stampa nella prima fase e attraverso incontri che chiederemo ai vari Istituti in una fase immediatamente successiva, avviare una campagna “a tappeto” di informazione e monitoraggio», conclude il Gruppo Scuola e Laicità Savona.