Al Priamàr di Savona le opere di Lino Berzoini, pittore e ceramista

A Savona sabato 4 dicembre alle ore 11 presso Fortezza del Priamàr -Palazzo del Commissario inaugura la mostra “I miei occhi mi bastano e il mio cuore” dedicata all’opera di Lino Berzoini, pittore e ceramista.

L’evento espositivo, considerato dal Comune di Savona come una delle iniziative culturali di punta del 2010, vuole rendere omaggio all’artista di nascita veneta ma di adozione savonese, molto conosciuto ed amato nel capoluogo ligure. A quarant’anni dalla scomparsa di Berzoini e a più di vent’anni dall’ultima esposizione a lui dedicata è di grande attualità una mostra antologica che ribadisca ai Savonesi ed agli appassionati in genere, l’importanza dell’opera del maestro. L’occasione si presta per fare il punto sull’intero percorso artistico in base ai recenti studi ed alle scoperte sulle sue collaborazioni soprattutto con le storiche fornaci torinesi e savonesi .La mostra esamina l’evolversi della sua attività di pittore e ceramista ed i rapporti con il mondo artistico del nord-Italia dagli anni ’20 agli ’70 del Novecento.

Nato nel Polesine, dopo la tragica esperienza della Grande Guerra, giunge a Torino nel 1919 per frequentare i corsi presso la prestigiosa Accademia Albertina delle Belle Arti. Gli insegnanti sono Giacomo Grosso, Luigi Onetti e Cesare Ferro oltre a Felice Casorati, a cui si lega con amicizia sincera. Il disegno e la pittura appaiono particolarmente congeniali al giovane artista, il quale nonostante il carattere taciturno e solitario ha molto da esprimere a livello emozionale. La sua pittura di riferimento è quella torinese di fine ‘800. Studia artisti come: Lorenzo Deleani, Andrea Tavernier, Enrico Reycend.

A metà degli anni ‘Venti incontra Gigi Chessa, artista di spicco della Lenci e co-fondatore nel 1929 del Gruppo dei Sei.. Berzoini, in campo pittorico manifesta una svolta antiaccademica con il passaggio dal realismo naturalistico ad una sorta di espressionismo figurativo ed una assoluta libertà nell’utilizzo del colore. Il suo impiego alla Lenci gli consente di divenire ceramista ed imparare a stretto contatto con i grandi maestri del tempo. In pittura con il passare degli anni la sua tavolozza, dapprima basata su di un delicato equilibrio di colori tenui e pastello, si abbandona ad un utilizzo delle tonalità accese e pure.

Con l’arrivo ad Albisola nel 1937 e la frequentazione dell’ambiente artistico della “Piccola Atene”, dominato dalla straordinaria figura di Lucio Fontana, la ceramica di Berzoini si fa pastosa ed irta. Con Fontana, Berzoini espone a Genova nel 1939 e quattro opere oggi in mostra provengono da quello straordinario evento. Ad Albisola rimarrà fino al 1971, anno della sua scomparsa, alternando creazioni in ceramica e pittura. I soggetti sono quelli da sempre cari al maestro veneto. I paesaggi innanzitutto ricondotti ad un equilibrio raffinato in cui l’utilizzo del rosa, dell’azzurro, del giallo, dell’oro e dell’argento, trovano la loro applicazione senza indugi e ripensamenti ed in cui le forme si plasmano in una materia instabile.

Le campagne di Pareto, gli scorci di Albisola o le amatissime scene veneziane, si ripetono. Le “nature silenti” in cui spesso vengono rappresentati fiori, lampade, libri, ricercano un accordo tra forma e colore ed offrono all’artista un perenne terreno di studio, tra realismo e sogno. Le celebri Madonne con il Bambino, le figure femminili, le maternità, con l’utilizzo generoso del fondo oro ed argento, soddisfano l’esigenza di incontrare il sentimento, anche quello religioso, con la sperimentazione e l’originalità della sostanza. La purezza e la leggiadria dell’insieme colgono lo spettatore immediatamente come una sinfonia musicale, in cui gli occhi sono tramite con l’anima.

Organizzata dall’“Associazione Lino Berzoini . Centro per lo studio e la promozione dell’Arte”, la mostra si avvale della collaborazione, patrocinio e contributo del Comune di Savona, del contributo della Fondazione “A. De Mari-Cassa di Risparmio di Savona”, del patrocinio della Regione Liguria, Provincia di Savona e Comuni di Albisola Superiore, Albissola Marina e della sponsorizzazione del comune di Pareto (AL). La mostra ed il catalogo sono stati curati da Carla Bracco e Lorenzo Zunino; il progetto grafico da Maria Gilda Falco, la stampa del catalogo da Li.Ze.A, Acqui Terme (AL).

“I miei occhi mi bastano e il mio cuore”. Lino Berzoini, pittore e ceramista – Dal 4 dicembre 2010 al 6 febbraio 2011. Orario di apertura con ingresso libero: giovedi e venerdì 14,30-17,30. Da sabato a lunedì 10,30-12,30/14,30-17,30. Catalogo disponibile in mostra. La mostra sarà affiancata da due appuntamenti in Pinacoteca (Sala conferenze) che approfondiranno alcune tematiche dell’opera di Berzoini:

  • sabato 11 dicembre, ore 16: SILVIO RIOLFO MARENCO, Ricordo di Lino Berzoini;
  • giovedì 13 gennaio, ore 16,00 CARLA BRACCO LORENZO ZUNINO, Berzoini ceramista a Torino:le manifatture LENCI e Ars Pulchra; CECILIA CHILOSI, L’arte ceramica ad Albisola nel XX secolo: 1930-1970.

Lino Berzoini Ficarolo (RO) 1893 – Albisola Superiore (SV) 1971 – D’origine veneta, dopo aver combattuto in prima linea nella I Guerra Mondiale, si reca a Torino all’inizio degli anni ‘20 per frequentare l’Accademia Albertina. Il ricordo infantile della sua terra natia, tra la dura quotidianità sulle rive del Po, e la dolorosa esperienza bellica, lo accompagnano per tutta l’esistenza, contribuendo a plasmarne il carattere sensibile, istintivo e a tratti tormentato. Nella città piemontese frequenta l’ambiente artistico torinese: allievo di Felice Casorati ed amico estimatore di Gigi Chessa, si avvicina alla spirito artistico del “Gruppo dei Sei”. Nel 1927 a Torino ha luogo la sua prima personale presso la Galleria Codebò, recensita da Emilio Zanzi. in cui esprime per la prima volta la ricerca di un linguaggio personale e sincero. Contemporaneamente alla Ars Lenci, grazie a Gigi Chessa, trova un impiego dapprima come decoratore e in seguito come ideatore ed esecutore delle prestigiose ceramiche artistiche. Nel 1935 approda all’Ars Pulchra costituendo con Otto Maraini l’artista di punta della giovane fornace. Nel frattempo partecipa alle Promotrici torinesi dal 1928 al 1936. Grazie alla conoscenza del gruppo futurista, Tullio d’Albissola che firmerà nel 1938 con Marinetti il Manifesto della Ceramica Futurista, nel 1937 lo chiama presso la sua fornace ad Albissola dando vita ad un felicissimo sodalizio testimoniato da tanti oggetti in ceramica marcati MGA. Da questo momento quindi l’artista si trasferisce definitivamente nel paese ligure A partire dagli anni ’30 partecipa a importanti rassegne artistiche nazionali e internazionali: le Biennali di Venezia (1938, 1941 e 1942), la Quadriennale di Roma (1955-56), l’Internazionale di Parigi (1955) oltre all’importante mostra con Lucio Fontana a Genova nel 1939.

Il suo nome compare nella Prima edizione del “Manifesto Futurista della Ceramica” del 1938. Durante la Seconda Guerra Mondiale trova ospitalità a Pareto, dapprima in compagnia di Giovanni Battista De Salvo ed Ivos Pacetti, anch’essi protagonisti dell’arte ligure tra pittura e ceramica. Nel 1954 viene nominato Accademico di merito della Accademia Ligustica per la classe di pittura. Nel quieto paese dell’Alessandrino, che continuerà a frequentare d’estate negli anni a venire, trova un ambiente congeniale al suo carattere e al suo legame con la natura natia. Rientrato ad Albisola dopo la guerra continuerà alacremente a creare in pittura e ceramica fino al 1971 partecipando a importanti rassegne monografiche e collettive a Savona, Cuneo, Torino, Milano, Bergamo e Venezia.