di Alfredo Sgarlato – Gran finale sabato sera , è proprio il caso di dirlo, per la quinta edizione di Sù la testa. La serata si apre con la performance dei Paratisti Lariani. Quindi salgono sul palco San La Muerte, la nuova creatura del cantante e chitarrista Leo Pari. Il gruppo mescola un rock sanguigno e tagliente (stile Stones o Creedence) con melodie di scuola romana (Battisti, De Gregori). Bel ritmo e molti a solo di chitarra, non è il tipo di musica che sentirei a casa su disco ma che dal vivo fa sempre piacere.

Dopo di loro Mauro Cipri, giovane musicista genovese che ha vinto il contest tenutosi al Brixton di Alassio. Canta una canzone di cui mi colpisce il testo, poi dopo un brano strumentale per chitarra con echi dark ringrazia e saluta. Impossibile dare un giudizio dopo solo due brani, ma chi l’ha visto al Brixton mi dice che la stoffa ce l’ha.

Intervallo e poi ecco John Pointer. Cantante e polistrumentista di Austin, dotato di uno stile chitarristico personalissimo (agli appassionati può ricordare Michael Hedges, ma è persino più inventivo) esegue anche un brano al piano. Applauditissimo dal pubblico dell’Ambra che lo adora e, memore del concerto di due anni fa, gli chiede la sua versione di Kashmir (forse la più bella canzone dei Led Zeppelin), ormai diventata il suo cavallo di battaglia. Standing ovation per John. Nel cambio palco Gabriele Puggelli recita Raggiungere Modena di Pupi Bracali.

Si chiude con Raphael Gualazzi, cantante e pianista sopraffino che, accompagnato da una band formidabile di estrazione jazzistica, mescola soul e jazz, Paolo Conte e Van Morrison, progressive e ragtime, il tutto con la giusta ironia. Una musica caleidoscopica in cui Raphael riesce a shakerare i molti influssi anche evidenti in un cocktail personale, cosa rara di questi tempi. Standing ovation anche per lui che dopo volerà a Parigi, dove ad un musicista così come minimo dedicano una strada.

Nel complesso, la manifestazione ideata da Davide Geddo con l’associazione culturale Zoo ha offerto un’edizione davvero di alto livello. Ecco, nonostante la qualità elevata della musica, solo la serata di sabato l’Ambra era pieno. Colpa della crisi? Ma il biglietto costava come due aperitivi… e l’età media del pubblico era piuttosto alta. I ventenni non amano la musica? O forse è vero che l’mp3 ha cambiato il modo di ascoltarla.

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