Alessio Saso (Pdl) ha illustrato oggi nel parlamentino ligure un’interpellanza sullo stato di applicazione e sull’entità dei finanziamenti relativi alla legge regionale 34/2008 “Norme per il sostegno dei genitori separati in situazione di difficoltà.

«Questa legge, di cui sono primo firmatario, era partita come legge a favore dei padri separati, una drammatica realtà che nulla toglie ai problemi delle mamme separate, ma che esiste e ha forti ripercussioni soprattutto sui figli. La Liguria era partita per prima ed era poi stata seguita da altre Regioni e la legge era stata approvata dal Consiglio all’unanimità. È mancato però il passaggio culturale per concretizzare gli interventi prefigurati, cioè non ha avuto nessuna ricaduta sul territorio. Il problema è generale: spesso approviamo leggi che poi vengono disattese. Perché questa legge abbia un senso ha bisogno di un finanziamento specifico: se noi mandiamo soldi su un capitolo indefinito poi i Comuni li utilizzano per altre cose.»

L’assessore ai servizi sociali Lorena Rambaudi ha risposto: «Le azioni previste sono in parte state applicate. I centri di assistenza e mediazione famigliare sono 19, 1 per ogni distretto e in alcuni distretti esistono più punti di ascolto. Per gli alloggi l’assessore Boitano sta preparando un progetto mirato, ma esistono già alloggi per papà separati. Il problema della casa è forte e riguarda tante categorie fragili. Alcuni progetti sperimentali gestiti da cooperative sono stati finanziati dalla Regione e dai Distretti. Non sono d’accordo sulla proposta di vincolare i finanziamenti a una legge: i territori devono fare la programmazione definendo le proprie priorità. Gli erogatori dei servizi sono i Comuni, abbiamo faticato per farli lavorare in forma associata attraverso i distretti, con l’idea che, rispetto alle risorse disponibili, ogni ente faccia una programmazione condivisa, coinvolgendo anche il terzo settore. Questo è un meccanismo che sta funzionando, la Regione non può sostituirsi agli enti locali per la pianificazione. La Regione deve dare indirizzi».

Saso insoddisfatto ha replicato duramente: «Se la Regione fa un intervento specifico su un problema è chiaro che mira a risolvere quello. Non è stato fatto niente su questa legge. I centri di assistenza famigliare esistono da più di dieci anni, ma la legge parla di un altro genere di centri dove dare anche assistenza legale. Per il sostegno al reddito, che riguarda soprattutto i figli, non è stato fatto nulla. In questo modo si offendono le aspettative e le legittime richieste di gente che soffre e di conseguenza fa soffrire i propri figli».