Utopie e new potlach… domenica 12 Dicembre, in piazza Vacciuoli a Savona sarà possibile prendere liberamente, scambiare o donare vestiti. Tutti –uomini, donne e bambini– possono partecipare portando gli abiti che non vogliono più continuare a vedere nell’armadio.

Ognuno potrà prendere i capi che troverà di proprio gusto fra quelli esposti in piazza, naturalmente secondo il criterio che “chi primo arriva, bene alloggia”.

Alla fine della serata, i vestiti rimanenti saranno riconsegnati ai loro iniziali proprietari, oppure smaltiti nella campana di raccolta vestiario più vicina. Una piccola risposta al caro vita e alla crisi, in una performance di generosità collettiva per il consumo e contro il consumismo.

L’iniziativa è a cura di TrueLove, da un’idea di Vera Martini. “New Potlach” è il primo episodio della serie “Le utopie di Vera Martini”.

potlach: dono, s.m. (da una voce gergale delle tribù indigene del Nord-Ovest dell’America Settentrionale). Il termine indica particolari feste collettive, ora proibite, organizzate dalle popolazioni native per ricorrenze speciali. Il clan promotore del potlach si impegnava in un notevole sfoggio di ricchezze per ottenere o conservare un determinato prestigio sociale, o per abbattere socialmente un rivale. Gli ospiti ricevevano cibo in abbondanza e ricchissimi doni e in questo modo si vincolavano a restituire, in occasione di un altro potlach, molto più di quanto avevano ricevuto, pena la perdita del proprio rango sociale. Lo sfoggio di ricchezze raggiungeva l’acme quando il clan che indiceva la festa distruggeva i doni per dimostrare noncuranza verso i beni materiali e, allo stesso tempo, un potere superiore a quello del clan rivale.

Lo stesso fenomeno, studiato anche in un arcipelago della Melanesia, è presente nella cultura mediterranea dell’antichità e se ne trova traccia tuttora nel meridione d’Italia e in Sardegna, nelle feste di matrimonio o nella forma dei vincoli di ospitalità.