Sakineh libera? Falsa propaganda dei media occidentali…

di Fabrizio Pinna – Vittoria della diplomazia? No. Dopo aver fatto ieri sera il giro delle agenzie stampa internazionali e nazionali, dall’Iran giusto nella Giornata Mondiale dei Diritti Umani è arrivata oggi – da fonte  peraltro non governativa – la smentita dell’avvenuta liberazione di Sakineh (ne aveva dato notizia anche il Corsara). Così si legge nel sito in lingua inglese del canale TV di Theran pressTv.ir: «Contrary to a vast publicity campaign by Western media that confessed murderer Sakineh Mohammadi Ashtiani has been released, a team of broadcast production team with the Iran-based Press TV has arranged with Iran’s judicial authorities to follow Ashtiani to her house to produce a visual recount of the crime at the murder scene» [«Contrariamente a una vasta campagna pubblicitaria fatta dai media occidentali sull’avvenuta liberazione dell’assassina reo-confessa Sakineh Mohammadi Ashtiani, un’equipe televisiva della Press TV ha concordato con l’autorità giudiziaria iraniana di seguire Ashtiani nella sua abitazione per preparare una ricostruzione video del crimine sulla scena dell’omicidio»].

Vene ribadita la nota versione giudiziaria “ufficiale” (“Ashtiani è stata giudicata colpevole dell’omicidio del marito, Ibrahim Asgharzadeh, in complicità con un altro uomo, Isa Taheri, con il quale aveva una relazione prima dell’omicidio”) e, sempre stando a quanto riportato dal notiziario del sito, la ricostruzione documentaria dell’omicidio filmata sul luogo del delitto andrà in onda stasera e domani nel programma Press TV “Iran Today”. Risulterebbero dunque del tutto false le informazioni messe in circolazione ieri – pare da alcuni esponenti dei comitati internazionali per la liberazione di Sakineh – creando un vacuo cortocircuito mediatico fatto di un susseguirsi di dichiarazioni infondate. Un altro tassello della manovra occidentale per discreditare il regime iraniano, suggerisce insomma in buona sostanza il sito della Press TV: “L’Iran ha indicato motivi politici dietro la battente propaganda occidentale in merito alla sentenza giudiziaria contro Mohammadi-Ashtiani, sostenendo che la strategia pubblicitaria sui media (“publicity scheme”) è parte di una campagna occidentale per minare l’istituzione della Repubblica Islamica”.

Dai media internazionali la notizia della liberazione, dai media iraniani la smentita. In questo lungo braccio di ferro mediatico inscentato tra i due fronti, difficile al momento pensare che nelle prossime settimane le pressioni diplomatiche internazionali – le quali in questi mesi apparentemente nulla di concreto hanno ottenuto – possanno mutare il corso degli eventi. Unico realistico scenario positivo sembrerebbe ormai quello  di un accordo sottobanco, con un finale drammatico coup de théâtre dettato – e non sarebbe certo la prima volta che ciò accade – da ragioni di mero “opportunismo politico” che ben poco hanno a che vedere con la difesa dei diritti civili, ragioni etiche o giuridiche. Con un regime iraniano, insomma, che veda in un atto di “clemenza” concesso all’ultimo minuto la scelta più favorevole a livello di propaganda internazionale per uscire vincitrice dal “caso” Sakineh.